Istituto Culturale Ebraico Italiano 

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Bambi un romanzo con un suo significato nascosto❗️

Felix Salten un amico Sigmund Freud

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La natura ci fa da guida e ci indica la giusta via da seguire.


È il 1923, Hitler ha appena tentato il colpo di Stato nella birreria di Monaco. Siete uno scrittore ebreo ungherese, naturalizzato austriaco. Come un capriolo che sente nel vento la presenza di un cacciatore, percepite il grande incendio che sta per infiammare l’Europa, ma intuite anche di peggio: che voi, così come ogni altro ebreo, siete in grave pericolo. 

Il vostro cognome è Salzmann, Siegmund Salzmann, e con uno pseudonimo, Felix Salten, decidete di scrivere un libro per avvertire tutti della minaccia nazista incombente. Ovviamente non potete scrivere “Hitler è un folle e ci sterminerà”. Quindi scrivete una grande metafora, ispirandovi agli animali della foresta. Ci siete? E la intitolate “Bambi, la vita nei boschi”. 


L’avrete visto anche voi il Bambi della Disney da bambini, vero? Nell’originale era un capriolo, non un cerbiatto. E il vostro racconto era dedicato agli adulti, non ai più piccoli. Volevate avvisare il mondo che i nazisti potevano sterminare milioni di ebrei. 

Il famoso incendio nel bosco è allegorico, voi, Felix Salten, descrivendo gli animali che fuggono terrorizzati dalle fiamme, state parlando, (tutti i grandi scrittori sono profetici) dei campi di sterminio e della Shoah. Bambi antinazista. Vi sembra incredibile? Ai nazisti per niente. Infatti bandiscono il vostro libro, che era uscito in Austria ormai annessa alla Germania. Hitler e i suoi seguaci non ci cascano a quella metafora, Bambi è “propaganda ebraica”, intuiscono che la morte della mamma di Bambi, l’incendio nel bosco e tante altre scene sono un’allegoria politica alle violenze antisemite. E al posto del bosco, bruciano il libro. 


Siamo nel 1935, solo tre anni prima della Notte dei cristalli e dei rastrellamenti degli ebrei inviati nei campi di sterminio sui treni della morte. Nel vostro Bambi avevate scritto: “Bisogna udire, fiutare, vedere da soli. Bisogna imparare da soli”. Ora fiutate che l’unica cosa da fare è fuggire, e riparate in Svizzera, più soli ma anche più poveri di prima. Per farlo, cedete i diritti cinematografici di Bambi a un regista americano per soli 1000 dollari. Quel regista rivende la storia, in una traduzione parziale e edulcorata, a Walt Disney, che elimina ogni altra metafora antinazista, trasforma Bambi da capriolo in cerbiatto, e ne fa una favola per bambini. 


E noi, portati al cinema da piccoli, non avremmo mai lontanamente immaginato che i cacciatori i quali, a una a una, potrebbero uccidere tutte le mamme del bosco, non indossano i pantaloni e la giacca di velluto, ma la divisa con la svastica. Insomma le nostre prime lacrime sono state ideologicamente deviate. Ci hanno fatto piangere su un cerbiatto orfanello, salvato dal padre. Non voglio dire che il cervo maestoso che si rivela come il papà di Bambi, fosse la metafora degli Alleati che liberano i campi di sterminio, Felix Salten era profetico ma non un veggente, però c’era andato molto vicino. E noi non ne sapevamo niente. 

Quello sventurato scrittore morto in esilio in Svizzera proprio nel 1945, l’anno della Liberazione, povero, disperato e solo come Bambi, non vide mai un centesimo della pellicola di Disney, uscita nelle sale tre anni prima e vincitrice di svariati Oscar. 


Da pochi giorni, qui in America, è stato pubblicato il Bambi originale. La Princeton Press lo ha annunciato così: “La maggior parte di noi pensa di conoscere la storia di Bambi, ma ne siete davvero sicuri? In The Original Bambi, conoscerete la vera storia scritta da Felix Salten che è molto più cupa del film di Walt Disney del 1942, uno sguardo idealizzato su un cerbiatto che rappresenta l'innocenza della natura”. 


I grandi scrittori muoiono soli, col cuore in fiamme, perché sono combustibile, vite infiammabili, carburante per la Storia degli altri. Felix lo sapeva da tempo e l’aveva scritto: “Bisogna stare da soli, aveva insegnato il vecchio a Bambi, sin dai primi tempi. Poi gli aveva dischiuso tanti misteri, ma di tutti gli insegnamenti il più importante era quello: bisogna stare soli. Se uno vuole preservarsi, capire la vita, giungere alla saggezza, deve stare solo!”. 

Oggi non c’è più il nazismo ma il populismo sì. E le folle oceaniche si somigliano tutte. L’insegnamento è sempre valido. Bisogna imparare a stare da soli, come il piccolo, eterno Bambi.


Diego Cugia - Jack Folla