Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma
Biografia e Opere della Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma
HORA ABOAV
Psicologa e psicoterapeuta, insegna Ebraico biblico al Centro di Cultura ebraica di Roma.
Educatrice e "Candela della Memoria", ha insegnato alla scuola elementare ebraica Vittorio Polacco" di Roma. Ha inoltre vissuto in Israele, nel kibbutz Revadim. Ha pubblicato Le voci delle parole ebraiche (Nadir Media, 2022). ('Attàh) Adesso. Il tempo delle parole ebraiche (Nadir Media, 2024) e, per Castelvecchi. Crescere con le radici delle parole ebraiche (2020).
Shèmen
OLIO שֶׁמֶן (Shèmen)! In questi giorni di Chanuccàh l’OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) è il vero protagonista! Questa parola mi ispira grande abbondanza come se fosse una manna: שֶׁ מַן (She man) Che (è) MANNA! La prima volta che appare questo vocabolo nella Toràh è per descrivere l’atto sacro di Giacobbe che versa OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) sulla PIETRA אֶבֶן (Éven) sulla quale si era coricato. Era stato un vero risveglio quello! Forse era OLIO di NOCCIOLA שֶׁמֶן לוּז (Shèmen luz) o secondo la tradizione, OLIO DI MANDORLE שֶׁמֶן שְׁקֵדִים (Shèmen shekedìm) perché in quella zona dove Ya’akòv ha incontrato Hashèm, crescevano in quantità questi frutti tanto da denominare quella città Luz. Non è un caso che le cambierà nome e chiamerà quel LUOGO מָקוֹם (Makòm) BET-EL בֵּית אֵל CASA del SIGNORE. La mistica insegna che לוז Luz è anche descritto come l’osso dell’immortalità, situato alla base del cranio e sopra le vertebre cervicali: la vertebra cervicale può anche prendere il nome di לוּז הַשִּׁדְרָה (Luz hashshidràh). OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) ci collega d’istinto alla spiritualità: שָׁם ן (Sham nun) LÀ (è) LA NUN! È la rettificazione del nostro essere per trascendere il nostro ego e contattare il Sé! L’OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) è l’elemento scelto dall’uomo per santificare ma anche ordinato dal Signore a Mosè (Esodo 27,20):
וְאַתָּ֞ה תְּצַוֶּ֣ה | אֶת־בְּנֵ֣י יִשְׂרָאֵ֗ל וְיִקְח֨וּ אֵלֶ֜יךָ שֶׁ֣מֶן זַ֥יִת זָ֛ךְ כָּתִ֖ית לַמָּא֑וֹר לְהַֽעֲלֹ֥ת נֵ֖ר תָּמִֽיד:
(“Veattàh tetzavvèh | et-benè Yisraèl veyikechù elècha shèmen zàyit zach catìt lammaòr; leha’alòt ner tamìd)”.
«E tu ordinerai ai figli d’israele che ti portino dell’olio puro (limpido) premuto per (la lampada) illuminare; per far salire (la luce della Menoràh) la lampada perenne».
C’è anche un OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) conosciuto come שֶׁמֶן הַַמִּשְׁחָה (Shèmen hammishchàh) l’OLIO DELL’UNZIONE per la consacrazione dei Grandi Sacerdoti, dei Re e del Tempio. Esso conteneva: olio d’oliva, mirra, cinnamomo, cassia e calamo aromatico. È interessante rilevare che il valore numerico di OLIO שֶׁמֶן 390 infatti è lo stesso di אַהֲרוֹן הַכֹּהֵן הַגָּדוֹל 390 (Aharòn haccohèn haggadòl) ARONNE, il GRANDE SACERDOTE: colui che אוֹהֵב שָׁלוֹם (Ohèv shalòm) 390 AMA LA PACE. Anche הַשְּׁכִינָה LA SHECHINÀH, la Presenza divina (ch gutturale) vale 390. L’OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) con la sua radice ש מ ן ci porta nel territorio dell’opulento: GRASSO שָׁמֵן (Shamèn) e del FERTILE דָשֵׁן (Dascèn). Il numero 8 שְׁמוֹנָה (Shemonàh m.) שְמוֹנֶה (Shemòneh f.) è molto assonante con la parola שֶׁמֶן (non se ne conosce la radice).
La generosità di Hashèm regna su di noi e si manifesta in innumerevoli forme, riconoscerla ci nutre e ci rende sani!
!שלום לכולם וחג שמח
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Chanuccàh
CHANUCCÀH חֲנֻכָּה INAUGURAZIONE!
La festa חַג (Chag) di Chanuccà חֲנֻכָּה ricorda la riconsacrazione del Tempio di Gerusalemme, sconsacrato dagli elleni-siriani al tempo dei valorosi מַכָּבִּים (Maccabim) Maccabei . Yehudàh, il figlio più famoso del sacerdote Mattatiàh della famiglia dei chashmonayìm, acquistò il famoso appellativo di מַכַּבִּי Maccabì da (Makkèvet) מַקֶּבֶת grande MARTELLO nella guerra contro i conquistatori. L’acronimo del nome Maccabì מַכַּבִּי è: ? מִי כָמוֹךָ בָּאֵלִים יי (Mi Chamòcha baelìm Hashèm? Qui la י viene a denominare 'ה) CHI É COME TE HASHÉM?
La radice di Chanuccàh חֲנֻכָּה è ח נ ך (Chet-Nun-Caf) che esprime il tema dell’INAUGURAZIONE ma anche dell’ EDUCARE , INSEGNARE e ALLENARE nonché dell’APRIRE.
EDUCAZIONE (Chinùch) חִנּוּךְ infatti deriva da questa radice.
Tutti questi significanti accrescono ancora di più il messaggio delle LUCI che accompagnano questa festa. Si accende la חֲנֻכִּיָה CHANUCCHIÀH in ricordo del נֵס (Nes) MIRACOLO.
L’ampolla dell’OLIO שֶׁמֶן (Shèmen) sacro ritrovato, era sufficiente per ardere un solo giorno ma durò otto giorni, necessari per preparare del nuovo olio sacro. Essa è una lampada che ha nove bracci con lo שַׁמָּשׁ (Shammàsh) SERVITORE in genere in mezzo. Due in più della MENORÀH מְנוֹרָה il CANDELABRO ebraico. Ogni giorno si accende un (Ner) נֵר, un LUME in più fino all’ottavo giorno in cui si accendono tutti e otto i LUMI נֵרוֹת (Neròt). Stasera 14 dicembre si accenderà la prima candela nella più grande gioia. La radice ח נ ך vale 78 come la parola PANE לֶחֶם (Lèchem): educare nutre. Essa ח נ ך è anche l’anagramma della radice del combattere ל ח ם. I valorosi מַכָּבִּים (Maccabìm) Maccabei hanno combattuto per la loro salvezza ma anche per poter tornare ad osservare i precetti divini in libertà. SE ESSI SI FOSSERO ELLENIZZATI, OGGI NON ESISTEREBBERO LE TRE RELIGIONI MONOTEISTE!
תּוֹדָה!
Stasera si accenderà la prima candela. Accendiamola con la speranza che si raggiunga una pace giusta e duratura per tutti i popoli.
שבוע טוב לכולם וְחַג חֲנֻכָּה שָֹמֵחַ!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Yosèf
GIUSEPPE יוֹסֵף (Yosèf)! Questo nome nasce fin da subito, accompagnato dall’auspicio di aggiungere un’altra vita (Genesi 30,24):
וַתִּקְרָא אֶת שְׁמוֹ יוֹסֵף לֵאמֹר יֹסֵף ה' לִי בֵּן אַחֵר
(Vatikrà et shemò Yosèf lemòr yosèf Hashèm lì ben achèr)
«E chiamò (Rachele) il suo nome Giuseppe, dicendo: - Che aggiunga l’Eterno a me un altro figlio»!
La radice di questo nome è proprio י ס ף (Yod-Sàmech-Pe’) che introduce al tema dell’AGGIUNGERE, CONTINUARE, INGRANDIRE, MOLTIPLICARE, AGGIUNGERSI, NON ARRESTARSI. È in campo un’energia che non si arrende. Il percorso esistenziale di יוֹסֵף ne è la testimonianza più evidente. Anche Giacobbe lo percepì subito e dopo la sua nascita informò Labano, suo zio, che sarebbe tornato a casa nella terra di Canaan. La י, oltre ad essere la testimonianza della realtà fisica, è il segno del futuro, sostenuto dal conforto della ס nella interpretazione della פ, parola divina. La ו impedisce fratture e rende mobile l’espressione del tempo. יוֹסֵף è l’uomo della CONCILIAZIONE פִּיּוּס (Piyyùs). Se spostiamo le lettere della radice י ס ף in פ י ס infatti ci troviamo in un moto mediatore: TROVARE SITUAZIONI PACIFICHE, CONCILIARE, PERDONARE, DARE QUIETE ALLA CONFLITTUALITÀ E RAFFORZARE LEGAMI. La gematria AGGIUNGE (aggiungente) מוֹסִיפָה (Mosifàh) puntualmente riflessioni interessanti: la parola קִנְאָה (Kinàh) GELOSIA ha un valore numerico 156 uguale al nome יוֹסֵף (156). Giuseppe, il “padrone dei sogni”, denominato “il giusto” fu un uomo di successo ed è naturale che abbia suscitato questo sentimento che fa soffrire in primis chi lo prova. La verità è che la sua “individuazione” come strumento divino non sviluppò il suo orgoglio ma la sua umanità e umiltà. L’allineamento spirituale e l’agire in confluenza della volontà divina non dovrebbe suscitare gelosie ma essere di stimolo per migliorare. Questo è il vero successo! Dall’esteriorità, dal suo bel VISO (FACCIA) פָּנִים (Panìm) ci si volga all’INTERNO, all’interiorità פְּנִים (Penìm).
Anche אֹהֶל מוֹעֵד (la) TENDA (del) CONVEGNO ha un peso gematrico di 156! Cerchiamo dentro di noi la forza aggregante e unificante di Giuseppe che opera per il bene di tutti e che si RIALZERÀ sempre יָקוּם 156 (Yakùm). HASHEM (È) CON TE! ה' עִמְּךָ (Hashèm ‘immechà ( Tetragramma 26+130=156 ))!
שבת שלום!
www.horaboav.net
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled. Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Da: H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
(Libro in favore dei bambini di Milev Layeled, si trova nelle librerie e si può ordinare su Amazon e alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/)
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche” Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled). Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
Per inviare una donazione a Milev Layeled onlus: https://www.paypal.com/donate?hosted_button_id=Q9RD56BDELQVC
Beghidàh
TRADIMENTO בְּגִידָה (Beghidàh)! Un agito che produce un grande DOLORE כְּאֵב (Cheèv) perché è in campo una totale FIDUCIA בִּטָּחון (Bittachòn) che traduce anche CERTEZZA e SICUREZZA. Chi בּוֹגֵד (Boghèd) TRADISCE è proprio una persona che non sa amare perché vede TRADIMENTI בְּגִִידוֹת (Beghidòt) ovunque e non si fida di nessuno. La GELOSIA קִִנְאָה (Kinàh), vero volano di questo comportamento, rende cieco e solo. È ovvio che questi sentimenti allontanano in primis dalla FEDE אֱמוּנָה (Emunàh) perché non si riesce a percepire l’abbondanza della vita e il SOSPETTO חַשְׁדָנוּת (Chashdanùt) la fa da padrone in ogni relazione. Il TRADIMENTO בְּגִידָה (Beghidàh) evidenzia anche una inabilità a mantenere la parola data per superficialità e narcisismo nonché una incapacità ad essere FEDELE נֶאֱמָן (Neemàn) a se stesso. La LEALTÀ che si esprime come la parola FEDE diventa impossibile da realizzare.
כִּי יָדַעְתִּי בָּגוֹד תִּבְגּוֹד וּפֹשֵׁעַ מִבֶּטֶן קֹרָא לָךְ
(Chi yada’ttì bagòd tivggòd ufoshèa’ mibbèten kerà lach.)
«Perché sapevo che avresti tradito, e peccatore fin dalla nascita (dal ventre materno) sei stato chiamato». Questa forma rafforzata della radice ב ג ד appare al verso 8 del capitolo 47 di Isaia.
Si usa anche il termine בֶּגֶד (Bèghed) per tradurre TRADIMENTO che significa anche VESTE e ABITO. Quante VESTI, ABITI בְּגָדִים (Begadìm) diversi indossiamo tutti i giorni!
וּפָשַׁט אֶת־בְּגָדָיו וְלָבַשׁ בְּגָדִים אֲחֵרִים
(Ufashàt et-begadàv velavàsh begadìm acherìm (Ch suono gutt.).)
«E si spoglierà delle sue vesti e ne indosserà altre» (Levitico 6,4).
Esploriamo בְּגִידָה : la ב, lettera della duplicità e della pluralità s’introietta con forza e subisce l’influenza di una ג inflazionata da un io troppo “grande” che non si permette di dire: דַי (Day) BASTA, prendi contatto con la tua consapevolezza e responsabilità verso l’altro. La ה rimane inascoltata per una perdita di senso e uno spasmodico bisogno di realizzare semplicemente le proprie necessità del momento. Essere in un’impellenza ci scaraventa in uno spazio egosistemico che provoca grande sofferenza.
TRADIMENTO בְּגִידָה (Beghidàh) ha un valore numerico 24 e l’altro diventa IL NEMICO הָאוֹיֵב (Haoyèv) col valore energetico-semantico 24 da combattere e da sfidare per sentirsi al sicuro. Il “suo” male diventa illusoriamente il mio bene. In effetti è strano perché nella piccola numerazione queste parole valgono 6 come la lettera ו che per antonomasia è la lettera della congiunzione E וְ (Ve). Quanto sarebbe giusto un mondo dove regnasse il paradigma E E piuttosto che O O. Tu e io, noi con tutto l’amore possibile da condividere!
!שלום לכולם
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Cuttònèt
TUNICA כֻּתֹּנֶת (Cuttònèt)! Anche אִצְטָלָה (Itztalàh o אִצטְלָה Itztelàh) che metaforicamente rappresenta גְדוּלָה (Ghedulàh) GRANDEZZA e DIGNITÀ. Una parola legata al racconto di Giuseppe (Genesi 37,3):
וְיִשְׂרָאֵל אָהַב אֶת־יֹוסֵף מִכָּל־בָּנָיו כִּי־בֶן־זְקֻנִים הוּא לֹו וְעָשָׂה לֹו כְּתֹנֶת פַּסִּים
(VeYisraèl ahàv et –Yosèf miccòl-banàv chi-ven-zekunìm hu lò; ve’asàh lo chetònet passìm.)
«E Israele amava Giuseppe più di tutti i fratelli poiché il figlio della vecchiaia (lett. vecchiaie) egli (era) per lui; e fece per lui una tunica a strisce».
Vorrei elaborare l’espressione כְּתֹנֶת פַּסִּים che io ho tradotto letteralmente TUNICA A STRISCE poiché si trovano diverse traduzioni:
Sul vocabolario ebraico-ebraico מִלּוֹן עִבְרִי-עִבְרִי (Millòn Yivrì-yivrì) si può leggere TUNICA SULLA QUALE (vi sono) STRISCE VARIEGATE (con diversi colori) שֶׁעָלֶיהָ פַּסִּים מְגֻוָּנִִים (She’aleha passìm meguvvanìm); TUNICA DI SETA כְּתֹנֶת מֶשִׁי (Chetònet meshì); TUNICA LUNGA FINO AI PALMI DEI PIEDI עַד פַּסֵּי הָרֶגֶל כְּתֹנֶת אֲרֻכָּה (Chetònet aruccàh ‘ad passe’harèghel). Rashì prende in considerazione l’espressione כְּלֵי מֵילַת (Clè milàt) ABITI DI LANA FINE come sinonimo di פַּסִּים (Passìm) e descrive quindi la tunica di lana fine. Egli elabora l’acronimo della parola פ ס י ם che rivela le disgrazie future di Yosèf: פ פּוֹטִיפָר (P Potifàr) POTIFAR, ס סוֹחָרִים (S Socharìm) MERCANTI, י יִשְׁמְעֵאלִים (Y Yishme’elìm) ISMAELITI, מ מִדְיָנִים (M Midyianìm) MIDIANITI. Interessante la traduzione di S. D. Luzatto: TUNICA TALARE. Anche D. Disegni traduce כְּתֹנֶת פַּסִּים “tunica talare” quando si parla di Tamar nel secondo libro di Samuele nel capitolo 2 nel verso 18. Bella questa versione che ci porta nel Sacerdozio perché è proprio questo vocabolo che si usa per la tunica dei sacerdoti.
La כֻּתֹּנֶת (Cuttònèt) traduce anche SOTTOVESTE, l’abito leggero che si indossa sulla pelle sotto gli abiti. Di notte diventa כְּתֹנֶת לַיְלָה (Chetònet laylàh) CAMICIA DA NOTTE.
Un sinonimo importante è גְלִִימָה (Ghelimàh) che si usa anche per la TONACA DEL GIUDICE. Abbiamo già elaborato la radice ג ל ם con la parola גוֹלֵם (Golèm) BOZZOLO che è la VESTE del bruco prima che diventi FARFALLA. Ricordiamo che il nostro corpo è la veste per la nostra anima e che per questo ha bisogno di tutto il nostro rispetto.
!שבוע טוב לכולם
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Ya'akov
GIACOBBE יַעֲקֹב (Ya’akòv) – ISRAELE יִשֹרָאֵל (Israèl)!
É interessante scoprire il significato dei nomi propri nel testo sacro: esso è testimone della storia di quel personaggio.
Un esempio eclatante è quello del nome di Giacobbe יַעֲקֹב (Ya’akov) la cui radice ע ק ב esprime il tema dell’andare dietro, seguire le orme, afferrare l’עָקֵב (‘Akèv) CALCAGNO come egli fece alla nascita nei confronti del fratello gemello Esaù. In breve עָקֹב (‘Akòv) diventa sinonimo di עָקֹם (‘Akòm) STORTO e significa così anche INGANNARE. Tutti ricordano l’episodio della primogenitura anche se va letto come un atto di responsabile consapevolezza della propria missione.
Dopo di questo Giacobbe scappa e fa il famoso sogno della scala.
É l’inizio del “RISVEGLIO”. Giacobbe combattè con l’”Uomo” fino al sorgere dell’alba. Questi gli annunciò che da quel momento il suo nome sarebbe stato יִשֹרָאֵל (ISRAEL): “…perché hai combattuto con il Signore e gli uomini, e hai (potuto) vinto.”(Genesi 32,29)
Israele יִשֹרָאֵל (Israel) è il simbolo della nostra lotta interiore alla conquista della vera percezione del divino!
Possiamo leggere questa parola anche come יָשָׁר אֵל di fronte a Dio (Yashàr El).
Le lettere della parola יִשֹרָאֵל possono comporre anche l’espressione לִי רֹאשׁ (Lì Rosh) Ho una testa! (Letteralmente A me la testa, capo.) Altra traduzione: “Il capo è mio”( Rabbi M. M.Shneerson). Tutto il mio essere fino alle più alte facoltà è permeato dalla consapevolezza di Dio.
Israele יִשֹרָאֵל ci ricorda di elevare un canto di ringraziamento in ogni istante della nostra vita: שִׁיר אֵל (Shir –canto, El è una delle accezioni del nome di Dio che si traduce anche “verso” e “forza”) Il Talmud assegna ad יִשֹרָאֵל un compito importantissimo:
“כָּל יִשֹרָאֵל עֲרֵבִים זֶה בֶָּזֶה”
“Tutto Israele è responsabile l’uno dell’altro”. (Col Israel ‘arevim zè bazè).
Ogni essere umano è responsabile del mondo che il Signore ha donato ad ognuno di noi.
Solo dopo la lotta con l’angelo Giacobbe si chiamerà Israele יִשְֹרָאֵל e cambierà il suo destino. L’energia dell’ombra viene sempre più resa innocua e sostituita da una duratura luce di consapevolezza e di purezza di cuore.
Non scomparirà nel testo il nome יַעֲקֹב (Ya’akov) perché ormai Israele riconosce e sa gestire la sua parte meno elevata e più materiale anzi ciò insegnerà a tutti noi che questa non deve essere distrutta ma riconosciuta, amata e usata. Siamo carne e spirito. Anche nella materia ci sono scintille di Santità come ci insegnano i nostri Maestri.
שבת שלום לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020. Per ordinarlo lo trovi su Amazon o a Kiryat Sefer.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Kesher
LEGAME קֶשֶׁר (Kèsher)! Apre la parola la ק, lettera della comunione e dell’energia sacra dell’unione, accompagnata dal calore della ש che si rinnova ogni istante con la forza augurale della ר . Una parola che ci pone all'istante una domanda: - È sincero? A volte abbiamo legami abitudinari con le persone con le quali condividiamo spazi affettivi importanti. Non dovremmo dare tutto per scontato. È facile cadere nella FALSITÀ שֶׁקֶר (Shèker) che (è) FREDDA שֶׁקַר (Shekàr: she- che kar- freddo). Stesse lettere in ordine diverso!! La ש può essere anche “corruzione”! Curare i nostri LEGAMI קְשָׁרִים (Kesharìm) in piena integrità di cuore diventa un imperativo. LEGAME קֶשֶׁר (Kèsher) si traduce anche NODO ed ha lo stesso valore numerico 600 di una parola che ha con essa un grande rapporto di contiguità צִיצִית (Tzitzìt nella scrittura piena) FIOCCO, FRANGIA 600. La sua radice nasce צ ו ץ ma si è trasformata in צ י ץ LEGARE (ק ש ר) IL FIOCCO, FRANGIA AGLI ANGOLI DEL TALLÌT טַלִּית il MANTO di PREGHIERA. I maestri insegnano: צִיצִית (tzitzit) 600 + 8 fili e i 5 nodi = 613 come il numero delle MITZVÒT מִצְווֹת PRECETTI. É scritto:
וְהָיָ֣ה לָכֶם֮ לְצִיצִת֒ וּרְאִיתֶ֣ם אֹת֗וֹ וּזְכַרְתֶּם֙ אֶת־כׇּל־מִצְוֺ֣ת ה' וַעֲשִׂיתֶ֖ם אֹתָ֑ם
(Vehayàh lachèm letzitzìt uritèm otò uzcharttèm et-col-mitvòt Hashèm va’asitèm otàm. (Numeri 15,39))
«Esso sarà per voi Tzitzìt; e lo guarderete e ricorderete tutte le Mitzvòt dell’Eterno e le eseguirete».
"E chi avrà questo merito, vedrà la Sua Presenza, la שְׁכִינָה (Shechinà)" - affermano i Maestri.
É importante anche e soprattutto il nostro LEGAME קֶשֶׁר (Kèsher) interiore con noi stessi. Scoprire, riconoscere e guardare i NODI קְשָׁרִים (Kesharìm) ci libera dalle nostre maschere e ci permette di realizzare la nostra vera natura divina unificante. Risolvere la FALSITÀשֶׁקֶר (Shèker) è ridare legittimità e GIOIA שִֹמְחָה (Simchàh) alla nostra vita. Non dimentichiamo, però, di farlo in amore!
Perseguiamo la FELICITÀ אֹשֶׁר (Òsher).
!שבוע טוב
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Luogo
LUOGO מָקוֹם (Makòm)! Pur essendo maschile, il suo plurale acquista la forma femminile מְקוֹמוֹת (Mekomòt). Naturalmente questo termine ispira un’esperienza percepita come se fosse una cartolina illustrata che ci fa rivivere ricordi ma è legato a una sorta di staticità risolta. In ebraico מָקוֹם deriva da una radice ק ו ם che è nel movimento vero e si muove nel tema dell’ALZARSI, ESSERE SULLE PROPRIE GAMBE, SVEGLIARSI, VENIRE, AIUTARE, EDIFICARE, RICOSTRUIRE, RIBELLARSI, INSTAURARE e molti altri significanti che denotano impegno sia a livello personale che sociale. La מ inizia e conclude questa parola: è in campo il mistero che si esprime nelle due forme grafiche e accompagnano il moto spontaneo vitale della domanda: Chi?מִי Che cosa? מַה . Esse sono presenti, in attesa della realizzazione di progetti interiori in iter e circondano קו che è la porta dello sperare ק ו ה. La prima volta che appare questo vocabolo nella Torà è per descrivere il raccoglimento delle acque in UN solo LUOGO אֶל מָקוֹם אֶחָד (El Makòm echàd). La parola LUOGO מָקוֹם (Makòm) viene usata dai nostri Maestri anche per denominare Dio. Perché? Il midrash insegna perché Hashèm è il LUOGO מָקוֹם del mondo e il mondo non è il luogo di Dio. L. Kushnèr approfondisce: “Dio, il Santo, è più che in ogni luogo: Dio è il grembo in cui la creazione avviene giorno dopo giorno, è il fondamento e l’origine di tutto ciò che esiste, è proprio il LUOGO dell’Essere stesso.” Prima del sogno della SCALA סֻלָּם (Sullàm) Giacobbe s’imbatté NEL LUOGO בַּמָּקוֹם (Bammakòm), la preposizione articolata בָּ suggerisce a Rashì che il luogo sia già conosciuto: lo stesso che il nonno Abramo e il padre Isacco avevano incontrato con l’”elevazione” dei loro occhi prima della legatura sul monte Moriàh? Potremmo a questo punto riconoscere che Giacobbe si era incontrato con Dio? Al suo vero risveglio Giacobbe non ha dubbi (Genesi 28,16):
אָכֵן֙ יֵ֣שׁ ה' בַּמָּקוֹם הַזֶּ֑ה וְאָנֹכִ֖י לֹ֥א יָדָֽעְתִּי׃….
(…Achèn (ch s. gutt.) yesh Hashèm bammakòm hazzèh; veanochì (s. gutt.) lo yadàttì:)
<<…CERTAMENTE c’è Hashèm in questo LUOGO e io non lo sapevo!>>
Nel verso 11 dello stesso capitolo la parola מָקוֹם si ripete per 3 volte (Leggete sul post).
La piccola numerazione di מָקוֹם è Vav 6 = ו la lettera della congiunzione e del contatto. Non ci si incontra se non c’è un מָקוֹם che ci accolga e ci venga incontro sia dentro che fuori di noi. Anche il valore energetico semantico 186 di מָקוֹם ce lo conferma con l’espressione dello stesso valore אֲנַחְנוּ כָּאן (Anachnù can) NOI SIAMO QUI!
וַיִּפְגַּ֨ע בַּמָּקֹ֜ום וַיָּ֤לֶן שָׁם֙ כִּי־בָ֣א הַשֶּׁ֔מֶשׁ וַיִּקַּח֙ מֵאַבְנֵ֣י הַמָּקֹ֔ום וַיָּ֖שֶׂם מְרַֽאֲשֹׁתָ֑יו וַיִּשְׁכַּ֖ב בַּמָּקֹ֥ום הַהֽוּא
(Vayyfggà’ bammakòm vayyalèn sham chi-va hashèmesh vayyikkàch meavnè hammakòm vayyasèm meraashotàv; vayyishcàv bammakòm hahu.)
<>.
שבוע טוב לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Porta
PORTA שַׁעַר (Shàar)! PORTALE E CANCELLO! In ebraico anche דֶלֶת (Dèlet) e פֶּתַח (Pètach) che traduce anche APERTURA.
L’ultimo verso dello Shemà’, probabilmente, è la versione più famosa di questa parola nell’accezione di PORTA DELLA CITTÀ (Deuteronomio 6,9), ricordando il precetto della Mezuzàh:
וּכְתַבְתָּ֛ם עַל־מְזֻז֥וֹת בֵּיתֶ֖ךָ וּבִשְׁעָרֶֽיךָ
(Uchtavttàm ‘al-mezuzòt betècha uvish’arècha)
«E li scriverai sugli stipiti della tua casa e delle tue porte (di città)».
שַׁעַר: CASTELLO, LUOGO D’ENTRATA E LUOGO DI SEDUTA DEI GIUDICI, META e FRONTESPIZIO; anche ADUNANZA, PREZZO, VALORE DELLA MERCE; MISURA e QUANTITÀ nonché VOLTA.
Quest’ultimo significato viene a spiegarci il nome del famoso quartiere religioso di Gerusalemme che è denominato מֵאָה שְׁעָרִים MEÀH SHE’ARÌM e si fa riferimento al verso 12 del capitolo 26 di Genesi:
וַיִּזְרַ֤ע יִצְחָק֙ בָּאָ֣רֶץ הַהִ֔וא וַיִּמְצָ֛א בַּשָּׁנָ֥ה הַהִ֖וא מֵאָ֣ה שְׁעָרִ֑ים
(Vayyizrà Yitzchàk baàretz hahì vayyimtzà bashshanàh hahì meàh she’arìm;)
«E seminò Isacco in quella terra e raccolse (trovò) in quell’anno cento volte più (tanto)».
(Trad. A. S. Toaff) «Il raccolto dell’anno superò cento volte la sementa».
שַׁעַר traduce la prima pagina di un libro e ci dona il senso della LEZIONE שִׁעוּר (Shi’ùr). Una vera richiesta di aprire la mente e il cuore per nutrire la consapevolezza della nostra partecipazione.
La percezione attenta dell’occhio ma anche l’essere fonte dell’ע CANTA שָׁר (Shar). La presenza del discernimento della ר e la capacità d’integrazione della ש, producono vera esperienza.
In ogni lettore fedele echeggiano le parole di Giacobbe al suo risveglio dal sogno della scala (Genesi 28,17) e l’uso di שַׁעַר risuona forte:
וַיִּירָא֙ וַיֹּאמַ֔ר מַה־נּוֹרָ֖א הַמָּק֣וֹם הַזֶּ֑ה אֵ֣ין זֶ֗ה כִּ֚י אִם־בֵּ֣ית אֱלֹהִ֔ים וְזֶ֖ה שַׁ֥עַר הַשָּׁמָֽיִם
(Vayyirà vayyomèr :- Ma norà hammakòm hazèh! En zèh chi im bet Elokìm vezèh SHÀAR hashshamàyim.)
«E (Giacobbe) provò timore e disse: - Quanto è terribile (temibile) questo Luogo! Non può essere che (indubbiamente è) la Casa di Dio e questo è la porta del cielo»!
La radice in campo quindi è ש ע ר che si muove nel territorio del PENSARE, dello SPIEGARE, del PRESUMERE, del DESCRIVERSI, del VALUTARE e VALUTARSI ma anche STABILIRE e VALUTARE IL PREZZO, MISURA e PESO; SOSTARE PRESSO LA PORTA DELLA CITTÀ o PREPARARSI PER UNA LEZIONE.
Quando la שׁ (Shin) diventa שֹ (Sin), troviamo il vocabolo שְעָר (Sé’àr) CAPIGLIATURA, PELO, CAPELLO che ovviamente ha lo stesso valore numerico di שַׁעַר 570. Anche עֹשֶר (‘Oshèr) RICCHEZZA e DIECI עֶשֶר (Éser f.) come suoi anagrammi valgono 570. Quanta abbondanza!
La spiegazione di certe parole fanno sentire sazi e pronti per la prossima lezione. È il nostro destino se vogliamo studiare per apprendere e comprendere ciò che conta.
שבת שלום לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Goy
POPOLO עַם (‘Am) ma anche גוֹי (Goy) nel significante più specifico di NAZIONE.
וּמִי כְעַמְּךָ כְּיִשְׂרָאֵל גּוֹי אֶחָד בָּאָרֶץ
(Umi che’ammechà cheYisràel goy echàd baàretz? Samuele II 7,23).
«E quale (popolo) è come il popolo tuo, come Israele, nazione unica sulla terra».
Disse il Signore ad Abramo:
וְאֶֽעֶשְׂךָ֙ לְגּוֹי גָּדוֹל
(Veesechà leggòy gadòl. Genesi 12,2).
«E farò di te una grande nazione».
Pochi versi prima, nel capitolo 11 verso 6 viene usato da Hashèm עַם per descrivere la situazione umana prima di mescolare (ב ל ל) le lingue nell’episodio della Torre di Babele:
הֵ֣ן עַ֤ם אֶחָד֙ וְשָׂפָ֤ה אַחַת֙ לְכֻלָּ֔ם
(Hen ‘am echàd vesafàh àchat lechullàm).
«Ecco, sono un popolo solo e una lingua sola per tutti (loro)».
In Esodo 6,7 possiamo leggere:
וְלָקַחְתִּ֨י אֶתְכֶ֥ם לִי֙ לְעָ֔ם וְהָיִ֥יתִי לָכֶ֖ם לֵֽאֱלֹקִים
(Velakachttì etchèm lì le’am vehayìti lachèm leElokìm).
«Vi prenderò come popolo e sarò per voi Iddio (sarò il vostro Signore)».
Oggi c’è una netta distinzione fra questi due termini: עַם si usa per il popolo ebraico e גוֹי definisce chi non è ebreo. Non si conosce l’origine del termine גוֹי mentre la radice di עַם è ע מ ם. Questa parola si scrive come la preposizione עִם (‘Im) CON che può tradursi anche INSIEME, presso, con intenzione, con cuore, nel tempo….
Dobbiamo fare attenzione a distinguere questo vocabolo con אִם che è assonante ma significa SE. L’unione dell’esperienza percettiva che amplifica la conoscenza della realtà dell’ע viene a seguire la מ. Lo scambio vibratorio che collega il cielo con la terra e la terra col cielo permette una consapevolezza nuova di eterna appartenenza. 110 è il valore gematrico di questa unione che è come quello dell’espressione טוֹב לְכָל אֶחָד (Tov lechòl echàd) È BUONO PER OGNUNO perché ci dà un grande senso di appartenenza ed aggiungo: וְגַם אֲנִי 110 (Vegàm anì) E ANCHE IO. Termino con un invito di Isaia 26,2 che trovo pieno di speranza e di universalità:
פִּתְח֖וּ שְׁעָרִ֑ים וְיָבֹ֥א גוֹי־צַדִּ֖יק שֹׁמֵ֥ר אֱמֻנִֽים
(Pitchù she’arìm, veyavò goy tzaddìk shomèr emunìm).
«Aprite le porte, e entri (quella) nazione giusta (che) conserva (conservante) la fede».
Sul Post.
שלום לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/
Grotta
GROTTA מְעָרָה (Me’aràh)! Anche CAVERNA, ANTRO. Uno spazio vuoto nella terra che si apre. Se si elaborano le sue lettere troviamo infatti una domanda spontanea legata alla מ iniziale: <> Tutta l’energia legata alla terra e al movimento verso il cielo sono in campo all’unisono. Una possibilità di poter penetrare nel senso più ancestrale e intimo. Elia ne esperì tutta la sua tutela e protezione nel momento più esclusivo e vero con il divino. È là che conobbe Hashèm “in una voce sottile di silenzio”! Un utero fatto di roccia che ti protegge dalle intemperie e dai pericoli del mondo. Come UNA MAMMA GRAVIDA, INCINTA אִמָּא בְּהֵרָיוֹן (Ìmma beherayòn) che esprime la stessa gematria di מְעָרָה 315 e che rivela una straordinaria relazione anche con ciò che ha ascoltato il profeta: דְבָר ה' אֵל אֵלִיָּהוּ (Devàr Hashèm el Eliyyahu 315 (Ricordo che 'ה vale 26 come Tetragramma che ovviamente non trascrivo.)) LA PAROLA DEL SIGNORE A ELIA.
La Toràh ci racconta di un’altra grotta, sacra sia per gli ebrei che per i mussulmani: LA GROTTA DI MACHPELÀH מְעָרַת הַמַּכְפֵּלָה (Me’aràt hammachpelàh). Essa diventò il sepolcro dei Padri e delle Madri d’Israele, eccetto Rachele che morì durante il viaggio a Betlemme. Anche Giuseppe è là come aveva desiderato e richiesto ai figli Israele che lo imbalsamarono e lo portarono fuori dall’Egitto. La tradizione dei nostri Saggi racconta che in quell’antro erano sepolti anche Adamo ed Eva. Dentro di noi c’è uno spazio infinito, luogo recondito e privato che accoglie i nostri cari scomparsi e rimasti lì insieme a noi: una grotta fatta di carne e luce; emozione e spiritualità incontaminata che resta chiusa e inenarrabile. Ritorniamo ad esaminare le lettere con altra lettura: La מ elemento mobile e metafisico dell’essere, sempre pronto a rinnovarsi si confronta con il segreto della ע che visita il sovrannaturale con una presa cosciente e vigile che la riconduce al visibile; la ר impone l’andare avanti e rafforza la spinta iniziale per respirare veramente in fondo, nella realizzazione finale della ה. Essa è riconosciuta dai commentatori come presenza stabile e programmatica dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni. מְעָרָה scritta con le stesse lettere diventa מַעֲרָה – מַעֲרֶה (Ma’arèh – ma’aràh) SCOPERTO-SCOPERTA, SVELATO-A, DENUDATO-A. Proviamo anche noi a denudarci, a scoprirci e a svelarci a noi stessi se vogliamo veramente conoscerci senza OBIEZIONI o PROTESTE עֲרָרִים (‘Ararìm) che condividono con la nostra parola מְעָרָה la radice ע ר ר .
!שבוע טוב לכולם
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/
Isacco
ISACCO יִצְחָק (Yitzchàk)! Il nome del secondo PADRE d’Israele! Un nome pieno di significato e progettualità. La י apre la parola con la sua capacità creativa e senza costrizioni. Essa può esprimersi libera dalle leggi del nostro mondo per accedere allo spazio metafisico che accoglie il futuro. Insieme alla ק, lettera della chiamata e della crescita spirituale che chiude, incorniciano צַח (Tzach) PURO, PULITO, LUCIDO, una piccola parola che fa risplendere intorno a sé energia spirituale e sacralità. Così era Isacco! Un luogo sicuro e stabile! La mistica ebraica infatti lo descrive con una ב. Una casa! יִצְחָק Isacco, il patriarca è stato fedele alla sua tenda e alla terra di Canaan . Anche umano! Ricordiamo la sua preferenza per Esaù ma anche il suo discernimento di fronte ad una scelta per Hashèm! Isacco nasce יִצְחָק e non cambierà mai il suo nome e avrà solo una moglie! Costruirà un solo altare.
Il Midrash Bereshìt Rabbà 53 insegna: la י fa riferimento alle 10 parole che la sua nazione riceveranno sul monte Sinai; la צ 90 ricorda l’età di sua madre Sara al concepimento; la ח 8 rappresenta la CIRCONCISIONE מִילָה (Milàh), fatta nel suo ottavo giorno dalla nascita come comanda la Toràh e la ק 100 rammenta l’età di Avrahàm al suo concepimento. La radice di questo nome è צ ח ק (Tzàdi-Chet-Kof) che esprime il RIDERE, GIOIRE, SCHERZARE, PRENDERE IN GIRO, DIVERTIRSI ma nel Tanàch troviamo anche altri significanti interessanti. IL primo esempio è proprio legato all’annuncio della nascita di יִצְחָק.
וַיִּפֹּ֧ל אַבְרָהָ֛ם עַל־פָּנָ֖יו וַיִּצְחָ֑ק
(Vayyippòl Avrahàm ‘al-panàv vayyitzchàk. Genesi 17,17)
«E cadde Abramo sulla sua faccia e rise»!
«E Abramo cadde con il viso a terra e fu lieto della notizia». (Trad. M. Levy.)
יִצְחָק libero dalla ו conversiva, può godere di un augurio perenne di poter gioire della vita e ridere di cuore: RIDERÀ, SI DIVERTIRÀ, SCHERZERÀ! Forse quest’energia primaria di incredulità genitoriale lo ha rafforzato così tanto nel miracolo da poter sostenere le prove più grandi senza mai perdere la fede nel futuro.
Il Signore stesso deciderà questo nome e decreterà la sua successione come guida e padre dopo Abramo.
שָׂרָ֣ה אִשְׁתְּךָ֗ יֹלֶ֤דֶת לְךָ֙ בֵּ֔ן וְקָרָ֥אתָ אֶת־שְׁמ֖וֹ יִצְחָ֑ק וַהֲקִֽמֹתִ֨י אֶת־בְּרִיתִ֥י אִתּ֛וֹ לִבְרִ֥ית עוֹלָ֖ם לְזַרְע֥וֹ אַֽחֲרָֽיו
(Saràh ishttechà yolèdet lechà ben ve karàta et-shemò Yitzchàk. Vahakimotì et-beritì ittò livrìt ‘olàm lezar’ò acharàv. Genesi 17,19.)
«Sara tua moglie partorisce (va a partorire) per te e chiamerai il suo nome Yitzchàk. E ho stabilito il Mio patto con lui, un patto eterno con il suo seme (discendenza) dopo di lui.
Anche successivamente troviamo questa radice nel famoso verso 18,15 per due volte quando Sara viene a conoscenza della sua prossima maternità. In effetti i lettori meno attenti hanno fatto risalire la scelta del nome in quel contesto.
וַתִּצְחַ֥ק שָׂרָ֖ה בְּקִרְבָּ֣הּ
(Vattitzchàk Saràh bekirbbàhh. Genesi 18,12)
«E rise Sara dentro di sé»! Rashì aggiunge che ne fu lieta.
L’integrità d’Isacco prima e durante la sua legatura è diventata il simbolo della fede più totale e le sue lacrime hanno determinato, grazie ad esse, l’ascolto misericordioso del Signore alle suppliche del popolo ebraico per ogni generazione.
È bello ritrovare nella gematria la relazione stretta che intercorre fra il nome יִצְחָק il cui valore numerico è 208 e l’espressione עַם סֶגֻלָּה (‘Am Segullàh) POPOLO TESORO SPECIALE, ELETTO 208 nel senso di essere al servizio divino.
Giacobbe suo figlio lo riconosce appieno in questo giuramento:
וַיִּשָּׁבַ֣ע יַֽעֲקֹ֔ב בְּפַ֖חַד אָבִ֥יו יִצְחָֽק
(Vayyishavà Ya’akòv befàchad avìv Yitzchàk.Genesi 31,53)
«E giurò Giacobbe nel Timore (Paura) di suo padre Isacco».
Anche אַבָּא אוֹהֵב צֶדֶק (Abba ohèv tzèdek) PADRE AMANTE DELLA GIUSTIZIA vale 208. Ricordiamo che proteggerà i pozzi scavati dal padre e che gli si riconosce la messa in pratica della mitzvah della Decima.
La radice צ ח ק - מְצַחֵק susciterà grande allarme in Sara che produrrà l’allontanamento di Ismaele.
וַתֵּ֨רֶא שָׂרָ֜ה אֶֽת־בֶּן־הָגָ֧ר הַמִּצְרִ֛ית אֲשֶׁר־יָֽלְדָ֥ה לְאַבְרָהָ֖ם מְצַחֵֽק׃
(Vatterè Saràh et-ben-Hagàr hammitzrìt ashèr yaledàh leAvrahàm metzachèk ( Genesi 21,9 Ch gutturale).)
«E vide Sara il figlio di Hagar l’egiziana che aveva partorito ad Abramo scherzante (che scherza)»!
Nella forma rafforzativa צ ח ק acquista il senso del deridere, dello schernire e in questo caso Rashì giudica quest’agito come un atto spregevole. In altri casi simili nel Tanàch si arriva alla fornicazione, all’idolatria e addirittura all’assassinio.
Mi sono sempre interessata al ruolo dei tre Padri nell’espressione della loro missione in seno al popolo ebraico e mi salgono delle domande interessanti. Abramo scopre la verticalità e dona esempi di fede straordinaria, Isacco la mantiene salda e integra e Giacobbe la realizza attraverso le 12 tribù. È impossibile così ritenere l’uno più importante degli altri: è come voler decidere chi è più importante nei confronti del fuoco. Chi l’ha scoperto, chi l’ha saputo mantenere acceso o chi ha trovato il modo di usarlo? Ogni persona è legata all’altra nel realizzare l’opera per la quale si è qui.
! שבת שלום לכולם
www.horaboav.net
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled. Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
H. Aboav, “LE VOCI DELLE PAROLE EBRAICHE” Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled). Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
Per inviare una donazione a Milev Layeled onlus: https://www.paypal.com/donate?hosted_button_id=Q9RD56BDELQVC
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
(Libro in favore dei bambini di Milev Layeled, si trova nelle librerie e si può ordinare su Amazon e alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Gelosia
GELOSIA קִנְאָה (Kinàh)! Anche INVIDIA!
La gelosia o l’invidia in ebraico sono tradotte con la stessa denominazione. È interessante pensare che nella Toràh si usa l’espressione רוּחַ־קִנְאָה (Rùach Kinàh)! Soffio, vento, SPIRITO DELLA GELOSIA nel momento che una persona viene colta da questo stato di malessere e di inadeguatezza. Nessuno di noi nasce vaccinato contro questo sentimento che ci obbliga a svalutare l’altro per poterci sentire più accettabili e stimati. La sua presenza annuncia assenza d’amore e ci fa sentire esclusi: il giudizio viene a cozzare con il nostro desiderio di essere amati. Così accadde anche a CAINO קַיִן (Kayìn).
Ciò che mi dà sollievo, è che la radice di קִנְאָה (Kinàh) ק נ א vale 151 e ha lo stesso valore energetico-semantico di מִקְוֶה (Mikvèh-bagno rituale) che deriva dalla stessa radice ק ו ה di (Tikvàh) תִּקְוָה SPERANZA. Cerchiamo di diventare indifferenti allo spirito malevolo della קִנְאָה che come i Proverbi insegnano, è “carie delle ossa”! Purifichiamoci nelle acque benigne della fede e della speranza per rettificare la נ ן che ci fa cadere e non ci permette di godere della sacralità della ק!
NESSUNO TOGLIE NIENTE A NESSUNO!
C’È POSTO PER TUTTA LA NOSTRA CREATIVITÀ E TUTTI NOI ABBIAMO DIRITTO A ESSERE FELICI!
שלום לכולם!!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Sarah
SARA שָֹרָה (Saràh)! La prima MADRE אֵם (Em) di Israele! La bellezza unita all’umiltà. La radice ש ר ה (Sin-Resh-He’) ci inoltra nel tema del LOTTARE, COMBATTERE e dell’AVERE POTERE SU… Sara, figlia di Haràn e sorella di Milccàh diventa moglie di Abramo nel verso 29 del capitolo 11 di Genesi dove appare col suo primo nome שָֹרָי (Sarài): la י verrà cambiata con la ה nel verso 15 del capitolo 17 di Genesi. Questa lettera ה, segno del femminile e della Divinità nonché delle vesti dell’anima nel rappresentare il pensiero, la parola e l’azione, sconvolgerà le leggi della natura e la renderà madre. Anche Abramo attraverso il dono della ה amplificherà il suo essere padre e lo diventerà di “una moltitudine di popoli”. Se si aggiunge alle lettere della parola מַחֲלָה (machalàh) MALATTIA la ה (He’), ottengo la parola הַחְלָמָה (Hachlamàh) GUARIGIONE. Insieme a שָֹרָי (Sarài) nel verso 29 già citato, troviamo anche un altro nome di Sara יִסְכָּה (Yisccàh) che può derivare dalla radice ס כ ה (Sàmech-Caf-He’) COPRIRE, GUARDARE, VEDERE o da ס ו ך (Sàmech-Vav-Caf sofìt (finale) Such) nel suo significato di ATTRARRE. Rashì spiega: יִסְכָּה è Sara nel senso che poteva vedere (il futuro) nello Spirito di Hashèm (tramite ispirazione divina) e perché tutti potevano vedere la sua bellezza; ed ancora יִסְכָּה (Yisccàh) denota il concetto della נְסִיכוּת (Nesichùt) PRINCIPATO (Aristocrazia). Per questo Sara riceve l’appellativo di נְסִיכָה (Nesichàh) PRINCIPESSA. Questo nome descrive la forza morale di Sara che ha sempre accompagnato Abramo nel suo percorso spirituale e sociale. שָֹרָה può essere tradotto anche חֲבֵרַת הַמֶּמְשָׁלָה (Chaveràt hammemshalàh) MINISTRO DEL GOVERNO (al femminile) o MOGLIE DEL MINISTRO אֵשֶׁת שַֹר (Éshet sar) o גְבִירָה (Gheviràh) SIGNORA, PADRONA, RICCA. Se volessimo scambiare la שֹֹ (Sin) con la שׁ (Shin) avremmo שָׁרָה (Shàrah) colei che CANTA (presente femminile-cantante).
Non dimentichiamo che Sara ispirerà ad Abramo, quel primo אַתְּ (Att) TU che produrrà il primo dialogo orizzontale fra uomo e uomo. (Anche se qui è al femminile (Genesi 12,11)). Fino ai nostri giorni se pensiamo a Sara, immaginiamo di entrare nella sua TENDA אֹהֶל (Òhel) miracolosa dove si poteva essere accolti attraverso quattro elementi speciali. Come il Midràsh racconta, vi era una NUBE עָנָן (‘Anàn), testimone della PRESENZA DIVINA שְׁכִינָה (Shechinàh). La BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh) nell’IMPASTO DEL PANE (Challàh) עִסָּה (‘Issàh); UN LUME נֵר (Ner) sempre acceso dalla sera del sabato alla sera del sabato successivo e gli accessi alla tenda sempre aperti. Questi segni di piena benevolenza Divina continueranno a sussistere nel Santuario come segni eterni della Presenza e l’Unità di Hashèm dentro il popolo d’Israele.
Un grande riconoscimento e abbraccio pieno a tutte le madri eroiche di Israele.
שבוע טוב
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Olam
MONDO עוֹלָם (‘Olàm)! Nel Kohèlet si parla anche di עוֹלָם (‘Olàm) come senso di ETERNITÀ. Nel verso 11 del capitolo 3, si insegna che al cuore degli uomini è stata concessa la possibilità di percepire sia il senso di eternità sia l’”attaccamento al mondo” ma non possiamo capire fino in fondo l’Opera di Dio. Dobbiamo collaborare con Lui! ETERNITÀ si traduce anche נֶצַח (Netzàch). La radice ע ל ם (‘Àyin-Làmed-Mem) si esprime nel tema di SCOMPARIRE, CELARSI. Si narra che il MONDO עוֹלָם (‘Olàm) sia il LUOGO DI NASCONDIMENTO del Signore.
Il grande ammonimento di Isaia del verso 7 del capitolo 58 ha influenzato tutti i discorsi dopo di esso e ci ricorda:
וּמִבְּשָׂרְךָ֖ לֹ֥א תִתְעַלָּֽם
(Umibbesarechà lo tit’allàm!)
«E tu non distolga lo sguardo dal tuo simile» (D.Lattes). Letteralmente:
“E dalla tua carne non scomparirai!”
L’espressione לְעֹֹלָם PER L’ETERNITÀ ha un valore numerico di 170 come la parola מַעיָן (Ma’yàn) SORGENTE, FONTE, ORIGINE.
(Ma’yàn) מַעיָן è un sinonimo diעַיִן (’Àyin) OCCHIO che denomina la lettera ע 70. Questa lettera ha lo stesso valore diסוֹד (Sod) SEGRETO perché permette non solo la percezione visiva ma anche la percezione sensibile del sovrannaturale. Come insegna la Mistica ebraica porta la coscienza oltre l’inganno.
(Ma’yàn) מַעיָן FONTE SIGNIFICA anche PENSIERO, SGUARDO, ASPIRAZIONE e SPERANZA.
שלום לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Oreach
OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach)! Siamo tutti noi OSPITI אוֹרְחִים (Orchìm ch gutturale) in questo meraviglioso mondo, creato per noi dall’Eterno che ci ha accolto nel nostro PERCORSO DI VITA אֹרַח חַיִּים (Òrach chayyìm) con AMORE INTERO (Completo) בְּאַהֲבָה שְׁלֵמָה (Beahavà scelemàh)!
OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach) e STRADA, VIA אֹרַח (Òrach) derivano daא ר ח la stessa radice di לֶאֱרֹחַ (Leeròach) che definisce il tema del VIAGGIARE, dell’essere OSPITATI e dell’ACCOGLIENZA, OSPITALITÀ אֵרוּחַ (Éruach). Chi può aver dimenticato il senso innato di accoglienza nei confronti dei viandanti di Abramo? Nel primo verso del capitolo 18 di Genesi, il Signore lo va a trovare, secondo il commento dei nostri Maestri, nel suo terzo giorno dalla מִילָה (Milàh) CIRCONCISIONE e inaspettatamente Abramo alza gli occhi e vede tre “UOMINI” אֲנָשִׁים (Anashìm) presso di lui. Inizia all’ unisono una cerimonia familiare per accoglierli nell’energia più sacra dell’ospitalità. E Hashèm? Abramo se ne è dimenticato? Assolutamente no! Quando si accoglie un אוֹרֵחַ si esprime la Sua volontà! La prima lettera א e l’ultima lettera ח della radice א ר ח ci offrono אַח (Ach) FRATELLO nel segno della nuova esperienza augurale della ר che ci stimola a qualsiasi nuova conoscenza. L’OSPITE הָאוֹרֵחַ (HaOrèach) infatti è un vero dono perché ci dà la possibilità di riconoscere alcune nostre parti, ancora sconosciute. Rafforza questo concetto il peso energetico-semantico di אוֹרֵחַ 215 con הֶחָבֵר (HeChavèr) IL COMPAGNO il cui valore numerico è altrettanto 215. Altresì אוֹרְחָה (Orchàh) CAROVANA proviene da א ר ח anche se in genere questo vocabolo si traduce con il termine שַׁיָּרָה (Shayyaràh). אוֹרֵחַ stimola anche un’altra lettura:'אור ח (Or Chet (suono gutturale)) LUCE della CHET. Essa è la lettera della vita e della grazia col desiderio insito in sé di essere dopo aver preso coscienza delle difficoltà esistenziali. Oggi la radice più gettonata nell’ambito dell’invito è ז מ ן che ci sprona a dedicare il nostro TEMPO זֶמָן (Zemàn) agli ospiti che accogliamo nella nostra casa. Infine le parole di Giobbe risuoneranno dentro di noi:
בַּ֭חוּץ לֹא־יָלִ֣ין גֵּ֑ר דְּ֝לָתַ֗י לָאֹ֥רַח אֶפְתָּֽח׃
(Bachùtz lo-yalìn gher; delàtai laòrach efttàch:)
<> (Giobbe 31,32). Ovviamente non dimentichiamo di lasciare fuori proprio noi stessi. Siamo sempre presenti!
Infine auguro a tutti di essere i BENVENUTI בְּרוּכִים הַבָּאִים (Beruchìm habbaìm (ch suono gutturale) in ogni occasione.
שבוע טוב לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Milah
CIRCONCISIONE מִילָה (Milàh)! Per essere chiara, mi riferisco subito al PATTO בְּרִית (Berìt) della מִילָה perché in questa mitzvàh מִצְוָה PRECETTO ritroviamo la forza del legame di un popolo che per rispettare questo patto con Hashèm, ha sofferto e affrontato il martirio durante tutta la storia dell’umanità. Infatti troviamo nel verso 11 del capitolo 17 di Genesi la descrizione della circoncisione della carne del prepuzio come SEGNO del PATTO אוֹת בְּרִית (Ot Berìt). Benedetto Baruch Spinoza, il famoso filosofo ebreo , afferma: “Io attribuisco così grande importanza al segno del patto da essere convinto che esso è per sé solo sufficiente a conservare l’esistenza distinta della Nazione per sempre.” (Da Lattes D. (1986) “Nuovo commento alla Toràh”, Carucci editore, Roma p.42).
יִמּוֹל לָכֶם כָּל זָכָר לְדֹרֹתֵיכֶם... וּבֶן שְְמֹנַת יָמִים
(Uvèn shemonàt- yamìm Yimmòl lachèm col zachàr ledorotechèm Genesi 17,12)
“E figlio di otto giorni sarà circonciso tra voi ogni maschio per le vostre generazioni…..(Per determinare l’età, si usa l’espressione “essere figlio di…..”
La parola מִילָה (Milàh) deriva dalla radice מ ו ל e dobbiamo distinguerla dal termine מִלָּה (Millàh) PAROLA che invece attinge energia da מ ל ל. Si aggiunge una י che ci immette nel tempo della memoria e ci offre una domanda: ? 'מִי לְה (Mi leHashèm?) Chi è per il Signore? Ai tempi della storia di Chanuccàh, il grande Sacerdote Mattatiàhu, della famiglia dei Chashmonaìm, ne ho ricordo dalle scuole elementari, aprì la ribellione proprio al grido di : Chi è con me mi segua!'אֵלַי מִי לְה (Mi leHashèm elài). Questa mitzvàh oggi viene eseguita dal מוֹהֵל (Mohèl), che è un esperto ma nei tempi antichi veniva effettuata dal padre. Il bambino accetta su di sé inconsapevolmente questo patto di carne e sangue. La mistica ci insegna che gli si dà l’opportunità di aprire una chiusura, un canale energetico, che metta in comunicazione un processo di nuova e giusta consapevolezza di se stessi e della propria spiritualità. È un atto di purificazione. Come Hirsh insegna: “La purificazione del corpo è il fondamento per la santificazione della vita spirituale.” Non è un caso che זָכָר (Zachàr) Maschio, maschile si traduca anche “ricordò” (זָכַר). La gematria di מִילָה è 85, ed è uguale all’espressione הֲגַנָּה טוֹבָה (Hagannàh tovàh) UNA BUONA DIFESA. Anche הֵלֵּב הַגָּדוֹל (Hallèv haggadòl) IL CUORE GRANDE vale 85. Ed è questo che non solo i bambini dovranno far crescere e aprire ma tutti noi: un cuore grande che possa permetterci di essere in comunicazione con gli altri. Tutti i cuori uniti in UN cuore grande: La circoncisione dei cuori di cui parla Deuteronomio 10,16.
“E circonciderete il prepuzio del vostro cuore e cesserete di indurire la vostra cervice”.
עָרְלָה (‘Orlàh) PREPUZIO suggerisce che è per questo che chi non si circoncide si chiama עָרֵל (‘Arèl). Rallegriamoci ad accogliere ogni nuova cerimonia di un בְּרִית מִילָה (Berìt milàh) e riflettiamo su questo primo patto che è il primo passo per correggere il mondo!
שבת שלום לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Estasi
ESTASI אֶקְסְטָזָה (Eksetàzah )! In ebraico הִתְפָּעֲלוּת (Hitpa’alùt) come prima indicazione: GRANDE EMOZIONE, ENTUSIASMO, VALORE. Un termine che deriva dal riflessivo della radice פ ע ל e stranamente l’energia dell’agire è dominante: è in atto הִתְפָּעֲלוּת הַלֵּב (Hitpa’alùt hallèv) L’ATTIVITÀ DEL CUORE! Si esce dalla dimensione dell’attenzione intellettiva e si raggiunge una grande GIOIA שִׂמְחָה (Simchàh). Con l’espressione הַגַּשְׁמִיּוּת הִתפַּשְּׁטוּת (Hitpashetùt haggashmiyyùt) ESPANSIONE DELLA MATERIALITÀ si amplifica il senso di questa parola che produce una vera e propria עֲלִיַּת נְשָׁמָה (‘Aliyyàt neshamàh) SALITA D’ANIMA. Per questo motivo oggi si usa molto הִתְעַלּוּת (Hit’allùt) ELEVAZIONE per denominare questo movimento così elevato. Un uscire fuori, come ricorda il termine di origine greca ESTASI אֶכְּסְטָזָה (Ecsetàzah).
Nel linguaggio biblico si usa חֶדְוָה (Chedvàh) sinonimo di GIOIA שִׂמְחָה (Simchàh) che è l’aspetto più immediato che viene prodotto da questo stato mistico, spirituale. Secondo molti interpreti è proprio vicino alla disposizione dell’uomo pio che si dedica completamente a Dio: דְבֵקוּת (Devekùt) ATTACCAMENTO. Anche la sfera dell’espressione artistica e creativa in tutte le sue conformazioni dona questa forma di assenza-presenza assoluta.
«Tutta l’estasi nella vostra vita proviene dal di dentro» .
Nella Parashàh di וְזֹאת הַבְּרָכָה (Vezòt haberachàh) E QUESTA (È) LA BENEDIZIONE, c’è un verso che mi ha sempre commosso perché offre una testimonianza straordinaria dell’amore intercorso tra Mosè e il Signore nell’accomiatarsi da lui.
וַיָּמָת שָׁם מֹשֶׁה עֶבֶד־ה' בְּאֶרֶץ מוֹאָב עַל־פִּי ה'
(Vayyàmot shàm Moshèh ‘èved-Hashèm beèretz Moàv ‘al-pi Hashèm).
«E morì Mosè, servo del Signore nella terra di Moav (Lett.) sulla bocca del Signore (per volere dell’Eterno )».
Rashì commenta 'עַל־פִּי ה(‘Al pi-Hashèm) e commuove: בִּנְשִׁיקָה (Bineshikàh) CON UN BACIO.
Vera esperienza estatica per ogni lettore che non può far altro che respirare a lungo e perdersi.
Voglio approfondire questo commento attraverso l’elaborazione gematrica di בִּנְשִׁיקָה 467. Un atto puro che sugella la VERITÀ di HASHÈM 'אֱמֶת ה (Emèt Hashèm 467) che è IL FONDAMENTO CHE È NEL FONDAMENTO הַיְּסוֹד שֶׁבַּיְסוֹד (Hayyesòd shebayesòd 467) come a ricordarci che IO (SONO) TU אֲנִי אַתָּה (Anì attàh) perché ה' מְחַפֵּס אַהֲבָה (Hashèm mechapès ahavàh) HASHÈM CERCA AMORE.
Ricordo anche che Il Signore Stesso seppellirà Mosè.
Ancora qualche verso e terminerà la Toràh con parole di riconoscimento nei confronti del NOSTRO MAESTRO מוֹרֵנוּ(Morenu) Mosè e le scriverò qui per omaggiarlo e terminare questo nostro percorso attraverso le Parashòt della Toràh.
«Non è sorto Profeta ancora in Israele come Mosè; che ha conosciuto il Signore ” Faccia a Faccia”. Per tutti i segni e i prodigi che l’Eterno lo mandò per operare nella terra d’Egitto; al faraone e ai suoi servi e alla sua terra. E per tutta la mano forte e per tutte le cose grandi e potenti che ha fatto Mosè agli occhi di tutto Israele».
Sii forte, sii forte e saremo forti!
(Questo ricordo di Mosè per accompagnare il viaggio di Abramo).
שבוע טוב לכולם!!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Esci da te stesso
VAI לֶךְ (LECH)!
La radice del famoso invito, esortazione, imperativo etico del Signore ad Abramo לֶךְ (LECH) è ה ל ך il cui tema è ANDARE, PROCEDERE, CAMMINARE.
Nel primo verso del capitolo 12 di Genesi, le due lettere לך si ripetono 2 volte o per rafforzare il senso del movimento לֶךְ לְךָ VATTENE oppure la seconda volta si riferisce alla preposizione A, PER, A VANTAGGIO, VERSO e persino raramente sostituisce la preposizione DA לְ +ךָ (LE +CHA’-che è il suffisso di TUO, TE):
(Lech lechà) לְךָ לֶךְ può essere tradotto: VAI per TE, VAI per il TUO VANTAGGIO o VAI VERSO di TE. E’ bella anche la lettura VAI DA TE!
Esci dalla tua egoicità e VAI verso l’altro TE!
Al femminile si tramuta in לְכִי לָךְ (Lechì lach).
L’espressione לֶךְ לְךָ (Lech lechà) evidenzia il valore energetico semantico di 100 che rappresenta la 'ק, la lettera della CHIAMATA e della CRESCITA. La lettera del SACRO.
Un bellissimo esempio di questo procedere è
וַיֵּלְכ֥וּ שְׁנֵיהֶ֖ם יַחְדָּֽו
׃ (Vayyelechù shenehèm iachddàv)
“…E procedettero tutti e due insieme.”
Abramo e Isacco anche quando quest’ultimo “COMPRENDE”!
Forse per questo gematricamente Isacco יִצְחָק (Itzchàk) corrisponde a עַם סֶגֻלָּה (‘Am Segullàh) 208 “Popolo eletto” nel senso di essere al servizio divino e degli altri popoli.
שבת שלום לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Tetragramma
Il TETRAGRAMMA ‘ה! Il Nome per eccellenza! Pronunciamo le quattro lettere che compongono il Nome dell’Eterno con l’espressioneהַשֵּׁם (Hashèm) IL NOME. «Noi Siamo domande che devono restare domande (P. Levy)», quando ci avviciniamo a questo tema! Ciò che appare subito chiaro che Egli e il Suo nome sono Uno.
וְהָיָה ה’ לְמֶלֶךְ עַל־כָּל־הָאָרֶץ בַּיּוֹם הַהוּא יִהְיֶה ה’ אֶחָד וּשְׁמוֹ אֶחָד
(Vehayàh Hashèm lemèlech ‘al-col- haàretz bayyòm hahù yihyèh Hashèm echàd ushmò echàd (Zaccaria 14,9))
«E sarà Hashèm (Proclamato) Re su tutta la terra, in quel giorno sarà l’eterno Uno (il Solo, Unico) e il Suo Nome Uno».
Il Tetragramma: la י Yod, un punto primordiale che testimonia l’avvenuto ritirarsi dell’Essenza originante, rappresenta proprio la creazione e il metafisico: la saggezza e l’illuminazione intellettuale. È la MANO יָד (Yad)! La He’ è la lettera con la quale in Genesi 2, 4 nella parola בְּהִבָּרְאָם (Behibbareàm) si evince che con la He’ «Creò loro (la terra e i cieli) ». In questo verso la ה risulta più piccola delle altre lettere. Interessante rilevare questa forma diminutiva nei confronti della ה proprio nel suo momento più creativo. Essa manifesta la divinità infatti la ‘ה è la rappresentazione grafica del Tetragramma come acronimo di הַשֵּׁם come già detto sopra! In questa Parola è doppia e incornicia la ו che per la sua forma naturale dona il senso di un movimento verticale che collega il cielo alla terra. Questa lettera infatti congiunge, producendo il senso prezioso della continuità. Se mi soffermo a riflettere sul valore energetico, semantico del Tetragramma trovo una bella relazione tra laו nella sua scrittura pienaוָאו (Vav) che vale 13 e UNO אֶחָד (Echàd) con uguale valore che insieme compongono la gematria del Tetragramma 26 ( י 10 + ה 5 + ו 6 +ה 5 = 26 ). Anche AMORE אַהֲבָה (Ahavàh) corrisponde a 13 e in genere comunica insieme a אֶחָד il desiderio divino di educarci all’amore verso l’uomo e verso la natura oltre al voler essere amato Egli Stesso. Il più bel verso d’amore della Toràh è per me la richiesta di Hashèm di essere amato con tutto il nostro cuore, la nostra anima e le nostre forze. Come Rav Somekinsegna, quando un ebreo pronuncia le parole dello Shemà’ Israèl è «come se in un certo senso, gridasse: Padre, Padre!» אָבִי אָבִי (Avì, Avì) PADRE MIO, PADRE MIO ha un valore numerico di 26. Le lettere del Tetragramma ci avvicinano al significante dell’ESSERE ה י ה e in esso ritroviamo il senso del SARÀ, dell’ERA e vi è anche il segno del presente É (Essente) anche se in ebraico è intraducibile. È in campo l’esistenza stessa, intesa come principio di vita assoluto. Un nome intimamente percepito ma non proferibile o cancellabile: la terza parola è esplicita! Il tetragramma viene menzionato anche come שֵׁם הַמְּפֹרָשׁ (Shem hammeforàsh). Uso le parole di Ghershom Sholem per elaborarlo: “Da un lato, il participio passivo מְפֹרָשׁ (Meforàsh) può voler dire sia <>, sia <>, sia infine, semplicemente (cioè secondo le lettere), <>; dall’altro, in questo contesto, può significare anche<> o addirittura <>…” Maimonide scrive <>. Aggiungo che è noto anche come NOME RIVELATO. Solo il Grande Sacerdote declamava l’autentico nome di Dio nella ricorrenza del giorno di Chippur nel Luogo più sacro del Tempio nel קֹדֶש הַקֳּדָשִׁים (Kodèsh Hakkodashìm – Sancta Sanctorum) quando ancora esisteva il Santuario a Gerusalemme. Con la potenza di luce di questo nome, Hashèm promette attraverso le parole di Zaccaria che un giorno tutti i popoli invocheranno insieme il Suo Nome. La mistica ebraica sostiene che il Tetragramma sia la realtà delle dieci Sefiròt e lo elabora profondamente. Infine voglio evidenziare un messaggio dell’Eterno a Isaia (57,15) da tenere sempre presente:
«Poiché così dice l’Alto, l’Elevato che dimora in eterno e Santo è il suo Nome; in luogo alto ed elevato Io abiterò, ma sto con colui che è umile di spirito per far rivivere lo spirito dei modesti e per far rivivere il cuore degli oppressi».
זוֹ אַהֲבָה (Zo Ahavàh 26) QUESTO (È) AMORE!
Sul post: ה’ אוֹהֵב אוֹתִי (Hashèm ohèv otì) IL SIGNORE MI AMA!!
שבוע טוב לכולם!
www.horaboav.net
H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).

