Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma
Biografia e Opere della Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma
HORA ABOAV
Psicologa e psicoterapeuta, insegna Ebraico biblico al Centro di Cultura ebraica di Roma.
Educatrice e "Candela della Memoria", ha insegnato alla scuola elementare ebraica Vittorio Polacco" di Roma. Ha inoltre vissuto in Israele, nel kibbutz Revadim. Ha pubblicato Le voci delle parole ebraiche (Nadir Media, 2022). ('Attàh) Adesso. Il tempo delle parole ebraiche (Nadir Media, 2024) e, per Castelvecchi. Crescere con le radici delle parole ebraiche (2020).
Il giorno dell’amore
TU BEAV ט"וּ בְּאָב (15 di Av)! Oggi ricorre IL GIORNO DELL’AMORE יוֹם הָאַהָבָה (Yom haahavàh)! Il numero 15 si compone con la lettera ט 9 + ו 6 = 15. (Non si usa י10 + ה5 perché sono lettere che formano un Nome divino; avviene anche per il numero 16 che si scrive per la stessa ragione ט"ז 9+7). I nostri maestri hanno affermato che non ci sono stati giorni buoni in Israele come TU BEAV ט"ו באב e il giorno di Chippùr. Il giorno della ricerca, della promessa e del compimento della coppia viene eguagliato al giorno del perdono. Ogni fanciulla usciva a danzare nelle vigne, vestite di bianco con abiti prestati all’insegna della bellezza e della purezza al di là delle differenze. L’amore rende tutti identici. La tradizione racconta che l’uomo è la sua anima: il suo corpo è solo una vestizione. Essa è maschile e femminile nella sua genesi e solo quando s’incarna esprime la mezza parte maschile o la mezza parte femminile. Innamorarsi e accoppiarsi è realizzare la riunione dell’anima primaria. A TU BEAV ט"ו באב (15 di Av) la luna è piena e caratterizza il popolo ebraico. In quel giorno si aprivano le tribù! Occasione straordinaria. I commentatori ci hanno insegnato che la collera di Dio nei confronti del popolo ebraico nel deserto dopo l’episodio sconfortante dei 12 esploratori (9 di Av), si quieta. Hashèm torna a colloquiare con Mosè con amorevolezza proprio in questo giorno. Un giorno di riapertura e promessa di futuro: il giorno designato dalla mistica ebraica come il giorno che vedrà la ricostruzione del Tempio. La gematria di questa data ha un valore di 20 che ci collega alla benevolenza della lettera כ che ricorda l’accoglienza della ב 2 casa, famiglia e della buona riuscita nello scambio. Le parole di Shir Hashirim, il Cantico dei Cantici 3,11 consacra l’energia di questo giorno:
בְּי֣וֹם חֲתֻנָּת֔וֹ וּבְי֖וֹם שִׂמְחַ֥ת לִבּֽוֹ
(Beyòm chatunnatò uveyòm simchàt libò).
«Nel giorno del suo matrimonio e nel giorno della lietezza del suo cuore».
Ancora oggi in Israele si festeggia questo giorno con grandi manifestazioni d’amore in ogni contesto.
Un detto che rappresenta questo giorno dichiara:
בַּמָּקוֹם שֶׁיֵשׁ בּוֹ אַהֲבָה גְדוֹלָה תָּמִיד יֵשׁ נִסִּים
(Bammakòm sheyyèsh bo ahavàh ghedolàh tamìd yesh nissìm!)
«Nel luogo dove c’è un grande amore, sempre (ci sono) avvengono miracoli»!
וט"וּ בְּאָב שמח לכולם! שבת שלום
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Pazienza
PAZIENZAסַבְלָנוּת (Savlanùt)! Una virtù rara se è veramente in campo, altrimenti diventa סוֹבְלָנוּת (Sovlanùt) SOPPORTAZIONE! La differenza di scrittura è davvero minima ma lo stato d’animo che viene espresso è assolutamente differente e a volte, quando ci diventa noto, è già tardi per uscirne. PAZIENZA סַבְלָנוּת richiede una grande consapevolezza dell’esserci col cuore.
La radice di queste parole è ס ב ל il cui tema primario è il SOFFRIRE ma anche l’APPACIFICARSI CON לְהַשְׁלִים עִם (Lehashlìm ‘Im –שָׁלוֹם ). Il PAZIENTE סַבְלָן (Savlàn) sostiene con lo spirito ciò che il סַבָּל (Sabbàl) FACCHINO sostiene fisicamente.
É bello ricordare una delle qualità del Signore di quando è “paziente” (Esodo 34,6):
אֶרֶךְ אַפַּיִם
(Érech Appàyim)
«Lento (nel cedere) all’ira».
Letteralmente אֶרֶךְ (Érech), che viene da אָרוֹךְ (Aròch) LUNGO, אַפַּיִם Appàyim NARICI. Questo vocabolo ricorda le narici del toro quando è irato. Questa parola si usa frequentemente per l’ira di Dio. In questo caso per IRA si usa אָף (Af) NASO che fa emergere una immagine dei fumi che possono uscire dalle narici אַפַּיִם (Appàyim-duale).
É interessante soffermarci sulla ס che apre questa parola e questa radice come lettera per antonomasia del SOSTEGNO e della PROTEZIONE per la dimora ב INTERIORITÀ che trova l’energia della ל per elevarsi e imparare dalla SOFFERENZA סֵבֶל (Sèvel).
שלום לכולם!
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ASCOLTA שְׁמַע!ASCOLTA שְׁמַע! Una parola che risuona nell’animo di ogni ebreo fin dalla nascita. L’invito, precetto di un ascol
ASCOLTA שְׁמַע!
ASCOLTA שְׁמַע! Una parola che risuona nell’animo di ogni ebreo fin dalla nascita. L’invito, precetto di un ascolto che vada oltre!
La porta di questa parola è ש ם che si traduce con NOME (Shem) שֵׁם ma anche con LA’ שָׁם (Sham)! LA’ dove l’ע diventa fonte e percezione visiva fino alle estreme conseguenze dell’esperienza. L’ascolto si apre a una comprensione arcaica e il suono diventa chiaro ed esprimibile: Il Signore Nostro Iddio è UNO.
UNO אֶחָד (ECHAD)! Una parola essenziale!
Uno è Dio e Uno siamo tutti noi.
1 אֶחָד (ECHAD): UNA PORTA PER IL FRATELLO: אח (ach) può significare sia fratello che focolare e (Dalet) ד è una porta. Questa parola (echad) אֶחָד ci invita alla fratellanza e alla collaborazione, unica forma di salute e sopravvivenza.
La preghiera di שְׁמַע יִשְֹרָאֵל (Shemà Israel-Ascolta Israel) ci fa testimoni di questa REALTA’!
La גִימַטְרִיָּה (Ghìmatriyàh) della radice ש מ ע vale 410 come la parola קָדוֹשׁ (Kadosh) SACRO, SANTO.
Il re Salomone שְׁלֹמֹה aveva compreso appieno questa qualità perché ha chiesto un לֵב שוֹמֵעַ UN CUORE ASCOLTANTE (Lev shome’a). Un cuore che avesse la capacità di saper discernere ciò che è buono da ciò che ancora non lo è per poter giudicare in modo corretto.
Infine troviamo questa radice anche nel momento straordinario del patto col Signore alle falde del Monte Sinai.
FAREMO e ASCOLTEREMO נַעֲשֶֹה וְנִשְׁמַע (Na’asè venishmà)!
Rimaniamo in ascolto e aperti all’esperienza dell’Uno oltre l’illusione della separatività.
שבוע טוב לכולם!
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Digiuno
DIGIUNO תַּעֲנִית (Ta'anìt)! Domani sera inizierà il digiuno del 9 di Av. Il digiuno del 10 di Tevet che rammenta l’inizio dell’assedio di Gerusalemme, come il digiuno del 17 di Tammuz che commemora l’entrata nella città e il DIGIUNO più triste del 9 di Av non si traduce con la parola צוֹם (Tzom), legata al concetto di כַּפָּרָה (Capparàh) ESPIAZIONE, ma con la parola תַּעֲנִית (Ta'anìt) perché sono legati al grande אֵבֶל (ÈVEL) LUTTO per la distruzione del TEMPIO DI GERUSALEMME בֵּית הַמִּקְדָשׁ (Bet-Hammikdàsh), avvenuta proprio in quella data: prima per mano dei babilonesi e dopo dei romani e l’inizio del primo e secondo esilio.
La sua radice è ע־נ־ה (‘Àyin-Nun-He’) che introduce il tema del RISPONDERE, del ritorno e del pentimento. Alcuni la collegano alla radice ע נ י (‘ Àin-Nun-Yod) che amplifica il senso e il tema della sofferenza:
וִיעִינִיתֶם אֶת נַפְשׁוֹתֵיכֶם
(Vi’initèm et nafshotechèm)
«E AFFLIGGERETE LE VOSTRE ANIME».
Interessante rilevare che תַּעֲנִית (Ta'anìt) ha il valore energetico semantico 930 proprio uguale alla parola לְנַפְשׁוֹתֵיכֶם (Lenafshotechèm) PER LE VOSTRE ANIME.
La parola תַּעֲנִית (Ta'anìt) appare una sola volta nel תנ''ך (Tav (Toràh)-Nun (Neviìm) Profeti- Caf (Chetuvìm Agiografi) TaNàCh nel libro di Ezra 9, 5-6.
La lettera Tav ת apre e chiude la parola a mo' di richiamo e di segno profondo.
Rifletto sulla parolaאֵבֶל (ÈVEL) LUTTO perché mi riporta ad una piccola parola molto usata ma forse non sempre compresa appieno, scritta esattamente con le stesse lettere אַבָל (Avàl) MA. Forse è proprio questa parola ad aprire un varco alla speranza della RICOSTRUZIONE בְּנִיָּה מֵחָדָשׁ (Beniyyàh mechadàsh ב נ ה) di un Luogo unico dove tutti i popoli potranno vivere in pace e riconoscere la regalità dell’unico Dio.
Questo è il ruolo dei FIGLI בָּנִים (Banìm ב נ ה)!
צום קל לכולם!
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Supplica
SUPPLICA תְּחִנָּה (Techinnàh)! Nell’immaginario collettivo le mani tendono naturalmente ad unirsi in un intreccio pieno di fede e in uno stringimento sul petto che include anche il cuore. La ת della PREGHIERA תְּפִלָּה (Tefillàh) apre questa parola che termina con una ה femminile e avvezza a determinare il profondo stadio della meditazione e della spiritualità. Esse incorniciano una piccola voce ma che è determinante nello stato supplichevole e cioè chiedere la GRAZIA חֵן (Chen). Anche חֲנִינָה (Chaninàh) è tradotta GRAZIA e condividono la stessa radice di SUPPLICA תְּחִנָּה (Techinnàh) ח נ ן. La ח esprime la presenza inquietante dell’impotenza del momento e si rivolge con piena fiducia per ottenere ciò che si chiede con grande umiltà. La doppia נ ricorda il momento difficile in campo ma possiede tutte le qualità per rettificare la situazione e donare un senso di speranza realizzabile con l’aiuto della disponibilità del divino.
חַנּוּן הַמַּרְֶבֶּה לִסְלֹחַ!
(Channùn hammarbèh lislòach).
« Colui che concede la grazia e moltiplica il perdono»!
SUPPLICARE, CHIEDERE MISERICORDIA si esprime nella forma riflessiva לְהִתְחַנֵּן (Lehitchannèn).
A volte non è possibile accogliere la nostra richiesta di misericordia ma non per questo dobbiamo pensare di non essere ascoltati. Mosè ci offre un esempio emozionante all’inizio della Parashàh di Etchannàn, la seconda Parashàh di Deuteronomio, nel tentativo di essere perdonato e di poter entrare nella terra promessa:
וָאֶתְחַנַּן אֶל־ה' בָּעֵת הַהִוא
(Vaetchannàn el – Hashèm ba’et hahì)
«E supplicai verso il Signore in quel tempo» ma il Signore gli rispose chiaramente di smettere di parlare di quell’argomento. E Mosè rimase Mosè mentre saliva sulla cima della VETTA פִּסְגָּה (Pisggàh) per ripetere le Dieci Parole e i comandamenti dell’Eterno.
Un sinonimo importante di SUPPLICA תְּחִנָּה (Techinnàh) è בַּקָּשָׁה (Bakkashàh) RICHIESTA. Mi risuonano le parole di Naomi Shemer :
«לוּ יְהִי, לוּ יְהִי אָנָּא – לוּ יְהִי, כָּל שֶׁנְּבַקֵּשׁ לוּ יְהִי».
(Lu yehì lu yehì, ànna - lu yehì col shennevakkèsh lu yehì).
Possa essere , possa essere, per favore – possa essere, qualunque cosa chiediamo , possa essere.
L’energia presente è quella di una porta aperta che vibra nella piccola numerazione con la lettera ד. Essa è la lettera che rinnova il patto eterno con l’Onnipotente che è sempre pronto a risanarci.
Il valore energetico semantico totale di תְּחִנָּה invece è 463 e navigare in questo numero, amplierà senz’altro la nostra esperienza e ci permetterà di elaborare più profondamente il suo significato.
Parole essenziali arrivano dai Salmi : 'עֶזְרִי מֵעִים ה (‘Ezrì me’ìm Hashèm 463) IL MIO AIUTO (è) DALL’ETERNO. Saper supplicare è una forma di perdono, di autolegittimazione, un dono; UNA FORZA DELL’ANIMA כֹּחַ הַנֶּפֶשׁ (Coàch hannèfesh 463) che ci porta in quella dimensione in cui riconosciamo (L’) ABBONDANZA DELL’AMORE שֶׁפַע אַהֲבָה (Shefa’ ahavàh 463) e percepiamo che LA LUCE DEL MONDO (è) BUONA PER OGNUNO אוֹר עוֹלָם טוֹב לְכָל אֶחָד (Or ‘olàm tov lechòl echàd 463) senza esclusi. Certo A CONDIZIONE בִּתְנַאִי(Bitnài 463) che noi impariamo a chiedere.
In questi tempi così complessi sento proprio l’esigenza di chiedere che possa arrivare la LIBERAZIONE CON MISERICORDIA NEI NOSTRI GIORNI גְאוּלָה בְּרַחֲמִים בְּיָמֵינוּ (Ghe’ulàh berachamìm beyamènu 463) e l’amore possa sostituire l’odio che giace nascosto nei nostri cuori.
«לוּ יְהִי, לוּ יְהִי אָנָּא – לוּ יְהִי, כָּל שֶׁנְּבַקֵּשׁ לוּ יְהִי». Amèn!
שלום לכולם!
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Intelletto שֵֹכֶל (Sèchel): Significato, Comprensione, Ragione e Ingegno nella Tradizione Ebraica
INTELLETTO שֵֹכֶל (Sèchel ch gutturale)! Anche MENTE. Secondo M.E. Artom anche sinonimo di COMPRENSIONE הֲבָנָה (Havanàh), di RAGIONE תְּבוּנָה (Tevunàh) e COMPRENSIONE (del) CUORE תְּפִיסַת לֵב (Tefisàt lev); INGEGNO. Questo termine veste appieno la sua radice ש כ ל (Sin-Caf-Làmed) che ovviamente si muove nel tema dell’intellettualizzazione tout court. La percezione di ABBONDANZA שֶׁפַע (Shèfa’) e piacere è in campo ma dobbiamo fare i conti anche con una radice con gli stessi radicali che col cambio del puntino sulla ש diventa שׁ כ ל (Shin-Caf-Làmed) e ci getta nella privazione e nella perdita. Un bell’esempio ce lo dona il verso 14 del capitolo 43 di Genesi.
וְאֵ֣ל שַׁדַּ֗י יִתֵּ֨ן לָכֶ֤ם רַחֲמִים֙ לִפְנֵ֣י הָאִ֔ישׁ וְשִׁלַּ֥ח לָכֶ֛ם אֶת־אֲחִיכֶ֥ם אַחֵ֖ר וְאֶת־בִּנְיָמִ֑ין וַאֲנִ֕י כַּאֲשֶׁ֥ר שָׁכֹ֖לְתִּי שָׁכָֽלְתִּי׃
(VeEl Shaddày Yittèn lachèm rachamìm lifnè haìsh veshillàch lachèm et achichèm achèr (ch gutt.) veèt-Binyamìn. Vaanì caashèr shachòltti shachàltti).
«E Dio Onnipotente, dia a voi misericordia davanti all’uomo (ispiri a quell’uomo (Giuseppe) pietà) affinché rimandi a voi vostro fratello (l’) altro e Beniamino; E io (quanto a me) fui privato (se devo rimanere privo di figli), fui privato (rimarrò).»
Interessante riflettere che scritta in altra maniera שֶׁכָּל
(Sheccòl) rimanda CHE (è) TUTTO come nei significanti di שֵֹכֶל (Sèchel).
Quanto è importante per noi possedere e sviluppare la nostra CAPACITÀ DI PENSARE שֵֹכֶל (Sèchel) e la nostra logica! Non sempre le nostre funzioni mentali vanno a braccetto con le nostre EMOZIONI רְגָשׁוֹת (Regashòt) per questo ci è richiesto molto sforzo per conoscerle e controllarle. I proverbi (13,15) insegnano che un buon INTELLETTO, INGEGNO שֵֹכֶל (Sèchel) dà GRAZIA חֵן (Chen suono gutt.).
La ש si esprime, espandendosi attraverso i suoi bracci con l’impeto del fuoco che trasforma ed elabora la potenza in atto per comprendere, analizzare e fare sintesi. La כ realizza con successo e la ל istruisce: porta fuori la consapevolezza interiorizzata.
Una parola importante deriva da ש כ ל : (Hascalàh) הַשְֹכָּלָה ISTRUZIONE, CULTURA, EDUCAZIONE. Se si aggiunge l’articolo, si denomina così anche L’ILLUMINISMO הָהַשְׁכָּלָה (Hahascalàh).
Anche La famosa corrente di pensiero ebraico illuminista prese il nome di הַשְֹכָּלָה HASKALÀH. (Io uso la K solo per la ק ma in questo caso i più usano la k).
“Essa rappresentava uno sforzo da parte dei מַשְֹכִּילִים (Maskìlìm) INTELLETTUALI russi per <> le masse dell’ebraismo russo.” (S. Grayzel)
Daniele insegna:
וְהַ֨מַּשְׂכִּלִ֔ים יַזְהִ֖רוּ כְּזֹ֣הַר הָרָקִ֑יעַ וּמַצְדִּיקֵי֙ הָֽרַבִּ֔ים כַּכּוֹכָבִ֖ים לְעוֹלָ֥ם וָעֶֽד
(Vehammaschilìm yazhìru chezòhar harakì’a, umatzddikè harabbìm
cacochavìm le’olàm va’ed. Daniele 12,3)
«E i saggi rifulgeranno dello splendore del firmamento e coloro che avranno attratti molti alla giustizia saranno come stelle per sempre in eterno.»
D. Disegni elabora ulteriormente e spiega la parola מַשְֹכִּילִים (Maskìlìm):
«E i saggi = maestri degli altri nel bene, fedeli al Signore».
Anche la gematria di הַשְֹכָּלָה 360 equivale energeticamente all’espressione רוּחַ חָכְמָה וּבִינָה (Rùach chochmàh uvinàh) SPIRITO DI SAGGEZZA E DI INTELLIGENZA.
Di fatto il nostro INTELLETTO שֵֹכֶל (Sèchel) è per noi un faro nella notte.
Impariamo a considerare la sua luce per un uso corretto e al servizio del creato.
שבת שלום לכולם!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
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Parola דָבָר (Davàr): Significato, Potere e Ruolo della Parola nella Tradizione Ebraica e nella Comunicazione Spirituale
PAROLA דָבָר (Davàr)! Non è la parola אֲמִירָה (Amiràh) della Creazione (א מ ר) ma è quella parola che risuona nel DESERTO מִדְבָּר (Midbàr) anche in solitudine. דָבָר è anche COSA, AVVENIMENTO, CAUSA, INFORMAZIONE, ARGOMENTO e manifesta altri significanti nell’ambito dell’ espressione verbale ed esperienziale.
Ricordiamo il verso introduttivo alle 10 “PAROLE” דְבָרִים (Devarìm-plurale maschile di PAROLA דָבָר) in שְמוֹת (Esodo 20,1):
וַיְדַבֵּ֣ר אֱלֹקִים אֵ֛ת כָּל־הַדְּבָרִ֥ים הָאֵ֖לֶּה לֵאמֹֽר
(Vaydabbèr E. et col haddevarìm haèlleh lemòr)
«E PARLÒ Dio tutte queste PAROLE, dicendo».
Non si parla di COMANDAMENTI, la cui radice è צ ו ה (Tzàdi-Vav-He’) dalla quale deriva מִצְוָה (Mitzvàh) PRECETTO ma di PAROLE, PURA COMUNICAZIONE che il Signore ha DONATO: HA PARLATO דִבֵּר (Dibbèr) direttamente alla coscienza dei presenti per divenire necessariamente MONITO e PAROLA SALVIFICA. PAROLA דָבָר (davàr) dall’ALTO che continua a NUTRIRE il nostro sè in ogni momento della nostra vita come riverbero lontano e attuale di quelle PAROLE דְבָרִים (Devarìm). “Vera rivoluzione interiore.”(R.Dry)!
La parola דָבָר può essere benefica e sacra come quella riservata solo al Sommo Sacerdote כֹּהֵן (Cohèn) nel דְבִיר (Devìr), il luogo più intimo del Santuario: il Kodèsh Hakkodashìm קֹדֶשׁ הַקֳּדָשִׁים (Sancta Sanctorum) ma anche la più temibile che può deflagrare come la PESTE דֶבֶר (Dèver). L’operosità e la capacità di addolcire dell’APE דְבוֹרָה (Devoràh) è necessaria ma è anche pericolosa. Debora, la profetessa che giudicò il popolo ebraico ne è un buon esempio.
L’espressione antica Abracadabra אַבְּרָאכַּדַבְּרָאdimostra la forza della parola nella credenza popolare: אברא (Abra) deriva dalla radice ברא (Creare) כַּ COME e דברא (dabra) (parlare) Come si parla si crea! Fa sorridere pensare che PAROLA דָבָר (davàr) abbia la stessa gematria 206 di קִסּוּם (Kissùm) MAGIA ma è importante ricordare che 206 è anche il valore energetico-semantico di עָצוּם (’Atzùm) POTENTE. Possiamo elaborare ד ב ר come una radice che ABITA דָר (Dar) la ב, la seconda lettera dell’alfabeto che accoglie l’energia dell’א e la mantiene integra, permettendo alla nostra interiorità di ricevere la luce divina ed esprimerla sotto forma di pura benedizione. È questa la “PAROLA” דָבָר che ci distingue dagli animali e ci fa sentire unici nella volontà del SERVIRE.
La prima radice ricordata א מ ר DIRE che è il dettame primario creativo di Dio della creazione, viene ad esprimersi alla presenza di “un altro” come insegna Hirsh; ד ב ר PARLARE può essere usato anche da soli.
Ricordiamo che l’ultimo libro della תּוֹרָה prende il nome di “PAROLE דְבָרִים “(Devarìm-Deutoronomio) ed anche la sua prima Parashàh viene denominata così. Il libro di Devarìm דְבָרִים è una vera e propria RIPETIZIONE מִשְׁנָה (Mishnàh) della Toràh.
Le ultime parole di Mosè al suo amato popolo, nel ripetergli gli insegnamenti ricevuti dal Signore, scandiscono tutto il libro e la fine della missione di Mosè. Ogni parola che proferiamo è importante, non lo sottovalutiamo ed è il nostro destino prendercene tutta la responsabilità. Essa ci distingue dagli animali e ci fa sentire unici nella volontà di servire. Buone parole a tutti noi.
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Abbondanza שֶׁפַע (Shèfa’): Significato Spirituale, Energia Divina e Flusso di Prosperità nella Tradizione Ebraica
ABBONDANZAשֶׁפַע (Shèfa’)! Legata alla luce אור (Or), ABBONDANZA שֶׁפַע (Shèfa’) è la definizione del flusso energetico che arriva dall’alto.
Per la mistica ebraica ש פ ע (Shin-Pe’-‘Àyin) è una delle radici più significative perché la volontà di Dio è quella di לְהַשְׁפִּיעַ (Lehashppì’a) DARE IN ABBONDANZA alle Sue creature che vengono stimolate alla volontà di RICEVERE לְקַבֵּל (Lekabbèl). קַבָּלָה (Kabbalàh) RICEVUTA è il desiderio di ricevere.
Oggi in genere לְהַשְׁפִּיעַ (Lehashppì’a) viene per lo più tradotto con INFLUENZARE nel senso di convincere, ma in effetti questo significante non dovrebbe essere usato per acquistare potere personale bensì per donare agli altri, imitando l’esercizio della volontà divina.
Questa parola è molto vicina a שֶׁבַע (Shèva’) che traduce il numero SETTE e a שָֹבֵעַ (Savè’a) SAZIO. שֶׁפַע ha lo stesso valore energetico-semantico 450 della parola תֶן (Ten) DAI.
Impariamo a ricevere dal Signore tutta l’abbondanza di questa nostra esistenza! Questo riconoscimento è il nostro primo diritto: quello di esistere nella volontà di Dio.
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H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Benedizione בְּרָכָה (Berachàh): Significato, Insegnamenti e Importanza Spirituale della Sacra Benedizione Ebraica
BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh)! Questa parola esprime anche il senso della PROVVIDENZA. Come la mistica ebraica racconta la sua prima lettera ב riuscì a convincere il Signore ad avere il privilegio di iniziare la תּוֹרָה (Toràh) perché avrebbe portato la BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh) nel mondo e avrebbe insegnato a procedere avanti senza possibilità di dirigersi indietro, come la sua configurazione grafica insegna. Essa ci sprona a renderci consapevolmente contenitori dell’energia divina. È pura interiorità, atta al moto di rinnovamento della ר. La כ aperta sempre al benvenuto, si accompagna al suono della lettera ה che risuona forte nel respiro della preghiera. Guardare la vita, gli altri e se stessi CON OCCHIO BELLO (BUONO) בְּעַיִן יָפָה (Be’ayìn yafàh) 227 è una vera בְּרָכָה (227) ed è Hashèm Stesso che ce la dona PERCHÈ DIO È CON NOI כִּי עִמָּנוּ אֵל (Chi ‘immanu El) 227.
Scritta esattamente, con le stesse lettere, troviamo la parola בְּרֵכָה (Berechàh) che oggi potremo tradurre PISCINA, un contenitore d’ACQUAמַיִם (Mayìm), simbolo di grande potere vitale. Torna in campo la possibilità di una domanda anzi doppia in questo essenziale palindromo: ? מִי ?מַ (מַה ). Chi? Che cosa?
La sua radice ב ר ך (Bet-resh-caf (qui finale)) ci ricorda la parola בֶּרֶךְ GINOCCHIO. Oltre a tutte le qualità che possiamo riconoscere alla benedizione possiamo aggiungerle anche quella della flessibilità. La benedizione diventa un monito per quando ci ritroviamo ad essere rigidi e lontani da essa.
Altra parola importante : בָּרוּך (Baruch) BENEDETTO, la prima di ogni BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh).
Abramo diventerà una BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh) per tutte le famiglie della terra nel capitolo 12 di בְּרֵאשִׁית(Bereshit-Genesi): nel verso 2 questa parola apparirà per la prima volta. Ed è questo il mio augurio per tutti noi: וֶהְיֶה בְרָכָה! (vehyèh verachà) DIVENTA UNA BENEDIZIONE!
שבת שלום לכולם!
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Cuore לֵב (Lev): Significato Profondo, Valore Spirituale e Ruolo del Cuore nella Tradizione Ebraica
CUORE לֵב (Lev)! Una fra le più piccole e significative parole! La sua radice è ל־ב־ב (Làmed-Vet-Vet). Tutti i giorni si ricorda nella preghiera dello Shemà’ di amare il Signore בְּכָל־לְבָבְךָ֥ (Bechòl levavechà Deuteronomio 6,5) «CON TUTTO IL TUO CUORE».
I Saggi commentano che le due ב ricordano le due parti del cuore: l’inclinazione cattiva e l’inclinazione buona; e ci fanno presente l’eterna battaglia in corso per portare maggiore luce alla parte buona. Nonostante ciò il Signore ci ama senza limiti.
Il valore gematrico di cuore לֵב è 32 come “i sentieri della saggezza” e come il numero dei nostri denti! Come essi triturano e trasformano il nostro cibo così un CUORE Di CARNE לֵב בָּשָֹר (Lev Basàr) tramuta i nostri pensieri egoici, trasformandoli in puri sentimenti.
L’espressione לֵב בָּשָֹר è un cuore aperto alla COMUNICAZIONE: (Levassèr) לְבַשֵֹּר si traduce con COMUNICARE.
וַהֲסִ֨רֹתִ֜י אֶת־לֵ֤ב הָאֶ֙בֶן֙ מִבְּשַׂרְכֶ֔ם וְנָתַתִּ֥י לָכֶ֖ם לֵ֥ב בָּשָֽׂר
(Vahasirotì et lev haèven mibesarchèm venatattì lachèm lev basàr כ ch gutt. Ezechiele 36,26)
«E ho tolto il CUORE DI PIETRA dalla vostra carne e vi ho dato UN CUORE DI CARNE».
Una citazione aramaica molto stimolante è:
רַחֲמָנָא לִבָּא בָּעֵי
(Ràchamàna libà’ bà’è- Harachmàn mevakèsh lev)
IL MISERICORDIOSO CHIEDE (VUOLE) (IL) CUORE.
Lo stesso valore gematrico della parola לֵב (Lev) CUORE che è 32 è espresso da una parola piena di significato כָּבוֹד (Cavòd) GLORIA, che è anche ONORE, RISPETTO.
I Salmi rifulgono della Gloria Divina.
Un complimento ebraico non facilmente traducibile è כָּל הַכָּבוֹד (Col haccavòd) TUTTO L’ONORE e TUTTO IL RISPETTO.
È interessante anche il valore gematrico della sua radice כ ב ד (Caf- Bet-Dàlet) 26 perché ha lo stesso peso semantico del TETRAGRAMMA (26) che a sua volta include il valore energetico di due parole fondamentali: UNO 1 אֶחָד (echàd) 13 e AMORE אַהֲבָה (Ahavàh) 13 (13+13=26).
Questa profonda riflessione dona una grande pace.
Anche un organo importante come il FEGATO כָּבֵד (Cavèd) deriva da questa radice che comprende sia il tema dell’onorare, rispettare che quello dell’appesantire infatti כָּבֵד (Cavèd) significa anche PESANTE.
Al nostro fegato spetta un lavoro davvero faticoso per poter elaborare le nostre pesantezze… non solo alimentari!
Rispettiamolo!
שלום לכולם!
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Voto נֶדֶר (Nèder): Significato, Importanza Spirituale e Simbolismo del Voto nella Tradizione Ebraica
VOTO נֶדֶר (Nèder)! Un GIURAMENTO שְׁבוּעָה (Shevu’àh) anche PROMESSA הַבְטָחָה (Avtachàh) che non puoi sciogliere.
מוֹצָא שְֹפָתֶיךָ תִּשׁמוֹר
(Motzà sefatècha tishmòr)
«Ciò che esce dalle tue labbra custodisci (mantieni).»
Il נֶדֶר è un נֵר (Ner) CANDELA che rivela una ד concentrata sulla esecuzione di una volontà che non sempre però è veramente attuabile o molto difficile da realizzare. Per questo la Torà insegna che non è un demerito se non si fanno VOTI נְדָרִים (Nedarìm). Anzi.
C’è un’espressione molto usata fra le persone osservanti della Toràh che fanno seguire dopo ogni intenzione di promessa בְּלִי נֶדֶר (Belì nèder) SENZA VOTO. Se non si è usata questa frase rituale durante l’anno, la sera in cui inizia il Chippùr si usa recitare prima del tramonto, avvolti nel tallìt, prima della preghiera serale, una formula per annullare TUTTI (i) VOTI: כל נדרים (Col nedarìm) in ebraico o כָּל נִדְרֵי (Col nidrè) in aramaico.
Per me, fin da bambina, la parola נֶדֶר è legata immediatamente all’episodio doloroso di Jefte.
וַיִּדַּר יִפְתָּח נֶדֶר לַה'
Vayyiddàr Ifttàch nèder
«E Jefte fece un voto al Signore». Storia terribile che narra l’esecuzione di un voto sconsiderato. Il sacrificio di una figlia!
Il VOTO נֶדֶר (Nèder) di Channa è di tutt’altra natura e dona al popolo ebraico l’ultimo dei giudici d’Israele e uno dei profeti più grandi: Samuele. Anche suo marito Elkana partecipa alla realizzazione di questo voto e non lo ostacola. Nella parashà di Mattòt מַטּוֹת TRIBÙ si parla proprio del נֶדֶר e si decreta che il voto di un uomo non si può cancellare ma per una donna è diverso: un padre, un marito o un fidanzato con il padre della donna possono annullare il suo voto.
Il VOTO נֶדֶר (Nèder) può donare il profumo del נֵרדְּ (Nerd) NARDO ma diventare intollerabile come un VERME דֶרֶן (Dèren).
Di fatto un נֶדֶר 254 può risultare veramente חָמוּר (Chamùr 254) PESANTE ma anche diventare מַטָּרָה (Mattaràh 254) SCOPO esistenziale.
Conosciamo tutti il potere delle parole ed è importante che le loro vibrazioni arrivino dentro di noi benefiche e chiare. A volte un voto può essere pronunciato impulsivamente mentre una preghiera sentita non ha limiti e ci fa partecipare attivamente anche nei momenti più intimi col Signore. È la nostra presenza richiesta in campo. Sempre!
(Sul post: Preghiera al posto del voto (Tefillàh bimkòm nèder)).
שבוע טוב לכולם!
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Cammino דֶרֶךְ (Dèrech): Significato, Spiritualità e Percorso di Vita nella Tradizione Ebraica
CAMMINO דֶרֶךְ (Dèrech)! VIA, STRADA, PASSAGGIO, MODALITÀ di PROCEDERE. Evidenzio subito la sua radice ד ר ך il cui tema primario è calpestare con i piedi (Lidròch) לִדְרֹךְ, lasciando orme evidenti se penso alla nostra esistenza. ד ר ך esprime nella sua forma fattiva לְהַדְרִיךְ (Lehadrìch) MOSTRARE IL CAMMINO ad altri. Nel termine מַדְרִיךְ (Madrìch) GUIDA è evidente. Anche כִּוּוּן (Chivvùn) DIREZIONE è un sinonimo di דֶרֶךְ| come lo è הֲלִיכָה (Halichàh) che deriva dalla radice più vicina al CAMMINARE, ANDARE ה ל ך - ( ללכת Lalèchèt ch gutturale) . תַּהַלִיךְ (Tahalìch) viene tradotto PERCORSO, PROCESSO nel significante evolutivo. I termini in campo sono diversi per parlare del nostro movimento quotidiano ma il senso è uno per ognuno di noi nel nostro essere unici e irripetibili. Siamo in questo mondo per esprimere qualcosa che nessun altro potrebbe esprimere come noi e non possiamo esimerci da questo input primario. L’universo non sarebbe lo stesso senza la nostra partecipazione attiva, senza la nostra energia in azione. Anche i Proverbi (22,6) riconoscono questo principio dal punto di vista educativo:
חֲנֹ֣ךְ לַ֭נַּעַר עַל־פִּ֣י דַרְכּוֹ
(Chanòch lannà’ar ‘al pì darcò)
«Educa il fanciullo secondo il suo cammino (la sua inclinazione naturale)».
Approfondiamo דֶרֶךְ (224): la ד si apre generosa ai nostri occhi per aiutarci ad entrare nelle forme e se anche è più povera della luce infinita, ci guida nelle relazioni e nelle dimensioni del nostro mondo a tal punto che può sostituire la 'ה nel denominare Hashèm. La ר con la sua forza propulsiva rinnova ogni nostro intento e lo incita ad andare avanti: passo dopo passo. Chiude la כ, la lettera della buona riuscita. Aiutiamola a non mollare e a desiderare finalmente di essere consapevoli di noi stessi nell’energia del MIO SPIRITO רוּחִי (Ruchì ch gutt. 224) COME UN GIUSTO כְּצַדִּיק (Chetzaddìk 224). Da queste riflessioni, nasce naturale il rispetto verso l’altro, diverso ma con lo stesso naturale compito di esprimere se stesso. Il giudizio dovrebbe essere bandito: si è di fronte semplicemente ad un’altra modalità di CAMMINO (Massà’) מַסָּע , altro sinonimo, da נ ס ע VIAGGIARE, PARTIRE לִנְסֹעַ (Linsò’a). Certo gli ostacoli sono tanti e i nostri inciampi numerosi ma ce la faremo. La piccola gematria di דֶרֶךְ è 8 (4+(200)2+ (20)2=8) all’insegna dell’infinito e della ח simbolo della vita. Infine voglio ricordare che l’unica cosa da tenere sempre presente, come insegna l’Ecclesiaste, è di temere L’Eterno: questo è in effetti il traguardo del cammino di tutti noi.
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Avversario שָֹטָן (Satàn): Significato, Ruolo e Interpretazione dell'Avversario nella Tradizione Ebraica
AVVERSARIO שָֹטָן (Satàn)! NEMICO, anche se il termine più usato per questi vocaboli, senza dubbio è אוֹיֵב (Oyèv) ma non era semplice trovare una soluzione di traduzione della parola שָֹטָן (Satàn) perché in italiano risulta immediatamente in una forma che allontana dal contesto ebraico. Avrei potuto scegliere anche ACCUSATORE מְקַטְרֵג (Mekatrèg) o ancora שוֹנֵא (Sonè) COLUI CHE ODIA. Il שָֹטָן è l’Angelo che corrompe l’uomo e lo porta sulla “via della perdizione” e del peccato ma può essere considerato anche come lo יֶצֶר הָרָע (Yètzer harà’) L’ ISTINTO CATTIVO stesso. A questo proposito l’espressione kabalista סִטְרָא אַחְרָא (Sitrà achrà) ALTRO LATO ci pone un grande quesito: stiamo parlando di dentro di noi o fuori di noi? Il verso straordinariamente chiaro di Isaia ci impone la conoscenza del fatto che il Signore ha creato il tutto e lo ha creato anche dentro di noi il tutto.
יוֹצֵר אוֹר וּבורֵא חֹשֶׁךְ עֹשֶׂה שָׁלוֹם וּבוֹרֵא רָע אֲנִי ה' עֹשֶׂה כָל־אֵלֶּה
(Yotzèr or uvorè choshèch ‘osèh shalòm uvorè ra’ Anì Hashèm ‘osèh col-èlle.)
«Colui che forma la luce e crea (il) buio, Colui che fa (la) pace e crea il male, Io il Signore faccio tutte queste (cose).»
Mantenerci integri nel nostro lavoro illuminante dell’esperienza del sé, ci permette di non perdere il contatto con la nostra vera natura esistenziale.
Nella Toràh la parola שָֹטָן (Satàn) appare per due volte , unicamente nella parashàh di Balàk e si manifesta con l’energia del deviare: OSTACOLO e come AVVERSARIO. L’Angelo di Hashèm appare all’ASINA אָתוֹן (Atòn) e apre l’episodio famoso che dona all’asina la parola.
La שֹ (Sin) apre ed è evidente che è in campo una vera lotta per il potere: si saprà contrastare la corruzione e superare il PECCATO חֵטא (Chet)? Come vediamo, ci sono punti luce e ombre nella stessa lettera: la ט lettera centrale presagisce un buono e lieto fine e non fa perdere d’animo ma l’abbiamo appena incontrata in una parola che tende all’errore. Anche la ש può condurci nella splendida radice di ש נ ה che esprime il cambiamento e la vera trasformazione ma può irrigidirsi, cambiando la ה in א diventa ש נ א ODIARE. La נ (Nun) infine può tradire la sua più grande qualità che è la lealtà e far cadere in trappola; in sua presenza la speranza può venire offuscata e l’anima messa a dura prova. L’energia semantico-energetica del שָֹטָן che ha il valore di 359 ci ricorda che è un’essenza dove NON C’E’ MISERICORDIA אֵין רַחֲמִים (En rachamìm 359).
L’ODIO שִֹנְאָה è un’altra personificazione della שִֹטְנָה (Sitnàh-ש ט ן) che è, MALDICENZA מַלְשִׁינוּת (Malshinùt), CALUNNIA עֲלִילָה (‘alilàh), הַאֲשָׁמָה (Haashamàh) ACCUSA, דִבְרֵי אֵיבָה (Divrè evàh) OSTILITÀ e מְרִיבָה (Merivàh) DISPUTA. Insomma tutti gli elementi per accendere gli istinti primordiali aggressivi e uscire per affrontare lotte o vere guerre. In campo è la divisione tout court! Il traguardo è sempre lo stesso: superare e trascendere gli opposti.
Pensare che רָע (Ra’) MALE è scritto in modo identico di רֵעַ (Rea’) COMPAGNO, PROSSIMO, AMICO insegna come la dualità va risolta.
Portare luce dove è ancora buio vuol dire superare il nostro (Shippùt) שִׁפּוּט GIUDIZIO interno che ci penalizza senza pietà e non ci permette di conoscerci profondamente. Esso è il nostro vero שָֹטָן (Satàn) BLOCCO esistenziale, pieno dei nostri demoni.
Interessante il commento di un mio lettore: «Il superamento del nostro pre-giudizio interiore, il “nostro SaTaN (ש ט ן ), sta nel “riordinarlo” nella sequenza NaTaSH (נ ט ש ) che ci permette di ABBANDONARLO.
Non facciamoci impaurire! La vittoria è sicura se sapremo rimanere presenti a noi stessi e sapremo affrontare l’arduo percorso della consapevolezza.
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Estate קָיִץ (Kàyitz): Significato, Tradizione e Simbolismo della Stagione Estiva nella Cultura Ebraica
ESTATE קָיִץ (Kàyitz)! La STAGIONE עוֹנָה (‘Onàh) delle vacanze ma non solo! La stagione della calura e della MIETITURA קָצִיר (Katzìr). La sua radice ק ו ץ (Kutz) esprime il trascorrere dell’estate e della maturazione ma manifesta anche il senso dell’averne abbastanza. Forse per questo, scritto con le medesime lettere troviamo קוֹץ (Kotz) SPINA. Un significato interessante legato all’ ESTATE קָיִץ (Kàyitz) lo insegna il cap.40 al verso 10 di Geremia che la lega alla raccolta della frutta insieme al vino e all’olio. Quando si parla di questo tempo ci si riferisce infatti alla maturazione dei fichi o ai giorni del sole. Il sinonimo aramaico di קָיִץ è קַיִט (Kàyit) dal quale deriva la parola קַיְטָא (kàyta) dal significato più moderno di luogo di villeggiatura estivo fino all’uso attuale per denominare in ebraico le colonie estive per i bambini קַיטָנָה (Kaytanàh). Un altro significato importante della radice ק ו ץ è SVEGLIARSI. Abbiamo già riflettuto sul risveglio di Giacobbe dopo il sogno della scala. וַיִּקַץ (Vayyikàtz) E SI SVEGLIÒ (Genesi 28,16). Un nuovo stato di consapevolezza accolse il terzo padre di Israele che riuscì a superare ogni velo illusorio e incontrò il divino in tutta la sua realtà veritiera. Una improvvisa maturazione come avviene in qualsiasi risveglio ed “illuminazione”. Non poteva mancare la ק, la lettera del sacro, caratteristica nel permettere la penetrazione del divino nelle sue creature e al suo disvelamento. La ו come sempre facilita questo movimento profondo, collegandola alla ץ che è feconda nella sublimazione e conquista della sapienza. La gematria di ESTATE קָיִץ (Kàytz) è 200. È in campo l’energia mentale della ר 200 che dà il via all’azione e al mettere in pratica la missione. Per questo è interessante associare questo valore numerico con l’espressione בְּצֵל הַחָכְמָה (Betzèl hachochmàh) ALL’OMBRA DELLA SAGGEZZA 200 e all’insegna della LEGGE della NATURA חוֹק הַטֵּבַע (Chok hattèva’). Ricordiamo che è la stessa gematria della LEGGE DI DIO חוֹק אֱלֹקִים 200 (Chok Elokìm 114+86 ק è al posto di ה quindi vale 5). Siamo nel tempo giusto!
ושלום לכולם! שבוע טוב
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Anima נְשָׁמָה (Neshamàh): Livelli Spirituali, Significato e Ruolo Profondo dell'Anima nella Tradizione Ebraica
ANIMA נֶפֶשׁ (nèfesh)! Anche PERSONA.
Essa è il primo livello dell’ANIMA ed è legata al SANGUE דָם (Dam) come è scritto nella Toràh:
כִּי הַדָּם הוּא הַנָּפֶשׁ
(Chi Haddàm hu hannàfesh. Deuteronomio 12,23)
«Poiché il sangue è l’anima-(vita)».
Se elaboro la parolaנֶפֶשׁ (Nèfesh) e prendo la lettera פ (Pe’-BOCCA) che rappresenta la parola e il silenzio e lascio unite la ש e la נ formo la parola (Nash) che in aramaico è sinonimo di אָדָם (Adàm) UOMO. Questa espressione dell’anima è la naturale espressione umana.
La radice נ פ ש (Nun-Pe’-Shin) si apre al tema del silenzio, della pacatezza e del riposo e nella forma verbale rafforzata prende il significato di “RIPOSARSI, TIRARE IL FIATO”.
Bella l’espressione usata per il Signore che aveva cessato la sua opera e si ERA RIPOSATO nel settimo giorno…
וַיִנָּפֵשׁ
(Vainnàfesh - Esodo 31,17).
Questa è la forma dell’anima vegetativa ed è sinonimo di VITA. In Genesi per parlare delle persone che Abramo e Sara avevano portato alla conoscenza del Dio Unico, si usa נֶפֶשׁ (Nèfesh) al singolare, essendo diventati tutti una sola anima, persona legata dallo stesso ideale (Genesi 12,5). Anche quando si ricordano le anime dei morti si fa riferimento a נֶפֶשׁ (Nèfesh).
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Spirito רוּחַ (Rùach): Significato, Funzioni e Ruolo dello Spirito nella Tradizione Ebraica
SPIRITO רוּח (Rùach)! רוּחַ esprime il secondo livello dell’ANIMA e significa SPIRITO, SOFFIO, VENTO fino ad essere un sinonimo di ARIA. Secondo la mistica ebraica i tre livelli dell’anima corrispondono alle tre funzioni respiratorie. La respirazione cellulare e organica avviene attraverso il sangue di נֶפֶש (Nèfesh); la circolazione dell’aria attraverso gli organi preposti alla respirazione è di רוּחַ (Rùach) e il movimento inspiratorio ed espiratorio appartiene a נְשָׁמָה (Neshamàh). Tutte parole che mettono in atto un grande movimento sottile nell’ambito emozionale e spirituale.
Da רוּחַ (Ruach) ha origine la parola SPIRITUALITÀ רוּחָנִיּוּת (Ruchaniyyùt).
La radice di רוּחַ (Rùach) è ר ו ח che introduce il tema dell’espansione e del distanziare fino ad alleggerire, arieggiare e portare beneficio.
La prima volta che appare questa parola è per rivelare la “prima Manifestazione della Potenza Creatrice di Dio” che si librava sulla superficie delle acque (Genesi 1,2).
וְר֣וּחַ אֱלֹקִים מְרַחֶ֖פֶת עַל־פְּנֵ֥י הַמָּֽיִם
(Verùach Elokìm merachèfet ‘al penè hammàyim.)
«E lo Spirito di Dio aleggia sulla faccia delle ACQUE».
La Profezia è stata concessa dallo SPIRITO SANTO, SACRO רוּחַ הַקֹּדֶשׁ (Rùach hakkòdesh). Così risuonarono le ultime parole poetiche del Re David:
ר֥וּחַ ה' דִּבֶּר־בִּ֑י וּמִלָּתוֹ עַל־לְשֹוֹנִֽי
(Rùach Hashèm dibbèr-bi; umillatò ‘al- leshonì.)
«Lo Spirito del Signore ha parlato in me (‘grazie’ a me) e la sua parola è sulla mia lingua».
Non dimentichiamo di riconoscere questo spirito in noi, ogni volta che manifestiamo all’altro l’espressione più intima del nostro essere.
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Bellezza
BELLEZZA יֹפִי (Yòfi)! Una פ tra due י! La manifestazione dell’espressione umana ad impronta del divino! La bellezza ferma l’attimo nel respiro più consapevole del qui ed ora e rende l’esperienza eterna.
BELLEZZA יֹפִי (Yòfi) 100 è come interpretare וְאָנֹכִי אַהֲבָה (Veanochì ahavàh כ ch gutturale) 100 E IO (SONO) AMORE!
Chi riesce a scoprire il senso trascendente del BELLO יָפֶה (Yafèh - י פ ה), acquista il vero senso della gratitudine e del desiderio di operare in questo mondo all’insegna del BUONO טוֹב (Tov).
La BELLEZZA יֹפִי (Yofi)100 forgia un CUORE SAGGIO לֵב חָכָם (Lev chachàm), un cuore che sia pronto a rigenerarsi sia su un piano fisico che coscienziale.
Come non collegare alla bellezza, il senso di sacralità della ק che vale 100? Essa è una chiamata che assale per attrazione e non ti abbandona fino a che non ti arrendi al tuo ruolo esistenziale evolutivo.
“I saggi della verità”, cioè gli studiosi della Kabalàh traducono BELLEZZA con תִּפְאֶרֶת (Tifèret) anche se nel Tanàch traduciamo questo vocabolo con GLORIA, MAGNIFICENZA.
תִּפְאֶרֶת (Tifèret) è una delle sefiròt: essa sintetizza e risolve il movimento di גְּבוּרָה (Ghevuràh) FORZA, RIGORE e חֶסֶד (Chèsed) CLEMENZA, MISERICORDIA, propendendo per quest’ultima. Essi insegnano che תִּפְאֶרֶת (Tifèret - פ א ר) ha in sé due tinte, il bianco e il rosso; è interessante collegare il colore rosa alla bellezza! È anche stimolante riconoscere che la radice פ א ר è l’anagramma di ר פ א GUARIRE. La bellezza è una vera medicina che cura il nostro spirito!
La BELLEZZA יֹפִי (Yòfi) 100 porta in campo l’invito espresso ad Abramo da Hashèm:<< לֶךְ לְךָ! >>100 <> (o VATTENE! Lech lechà ch gutturale)! Un movimento che deve portare אַבְרָם (Avràm) verso quella scoperta di sé, in sé che gli dia la capacità di poter distinguere la BELLEZZA della presenza divina in ogni cosa.
Non poteva mancare con il valore di 100 il nome di uno dei fiori più belli: l’ORCHIDEA סַחְלָב (sachlàv). Il cuore parla לֵב סָח! (Lev sach) “Realizziamo il perfetto equilibrio fra ispirazione ed espressione.” (R. Assagioli)
שבוע טוב לכולם!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Punizione
PUNIZIONE עֹנֶשׁ (Ònesh)! Che cosa s’intende per vera PUNIZIONE (Ònesh)? Una condanna הַרְשָׁעָה (Harsha’àh) o una condizione di PROVA נִסָּיוֹן (Nissayòn)? Una possibilità di comprendere il proprio errore e porci rimedio o un’ARRESA כְּנִיעָה (Cheni’àh). Un’esperienza di crescita ed evoluzione se non si resta imbrigliati nella rabbia e nell’offesa ma si è volti a riflettere sul proprio errore solo con il desiderio della RIPARAZIONE תִּקּוּן (Tikkùn) e del raggiungimento di una nuova COMPRENSIONE הֲבָנָה esistenziale.
Per i bambini piccoli è sconsigliata la punizione proprio perché limita la vera comprensione dell’accaduto che va condiviso e compreso.
Mi sono sempre chiesta se gli esploratori che oggi chiameremo מְרָגְּלִים (Meragghelìm)[1], con le loro tribù abbiano compreso il loro peccato e abbiano vissuto appieno gli anni del deserto con la consapevolezza di vivere una giusta PUNIZIONE עֹנֶשׁ (Ònesh), volta a far riconoscere il disegno divino in tutte le Sue manifestazioni prima che il popolo ebraico, sopravvissuto, potesse entrare nella terra promessa.
מֵֵ֭ה’ מִֽצְעֲדֵי־גֶ֥בֶר כּוֹנָ֗נוּ וְדַרְכּוֹ יֶחְפָּֽץ
(MeHashèm mitzadè-ghèver conànu vedarccò yechppàtz).
«I passi dell’uomo sono resi sicuri dall’Eterno, quando Egli gradisca la sua condotta». (Trad. D. Lattes)
La ע apre questa parola e le dona l’energia dell’esperienza percettiva tout court e le prospetta una visione chiara della Realtà. Non poteva mancare la נ, lettera dell’anima ma anche della CADUTA נְפִילָה (Nefilàh). Mai arrendersi perché la ש è vicina e potrebbe farci conoscere la corruzione piuttosto che il potere divino che è in ognuno di noi. A noi la scelta!
Troviamo il termine עֹנֶשׁ (Ònesh) solo due volte nel Tanàch: Re II 23, 33 e nel verso 19 del capitolo 19 dei Proverbi. Sinonimi di עֹנֶשׁ (Ònesh) indicati nella Concordanza sono גְּמוּל, דִּין, מוּסָר, מִשְׁפָּט (Ghemùl, din, musàr, mishppàt) INDENNIZZO, DIRITTO, RIMPROVERO, PROCESSO e altri.
Vado ad esplorare il territorio gematrico di questa parola che vale 420 per riflettere ancora più a fondo. L’espressione con lo stesso valore energetico semantico che viene ad ostacolare il lavoro di espiazione è proprio essere אוֹגְרֵי הַנְּקָמָה (Ogrè hannekamàh) ACCUMULATORI DELLA VENDETTA.
Questo sentimento blocca qualsiasi tipo di riflessione proattiva perché rigetta subito contro l’altro sentimenti di rabbia che chiudono qualsiasi buon senso. È ovvio che in questo caso sto riferendomi a questioni di risarcimento o giuridici, nonché di tradimenti emotivi. Perché chi può punirci se non la vita o il Signore? E quanto dobbiamo imparare a mettere in campo la salutare “autocritica”!? Koràch ne è stato capace?
שבת שלום לכולם!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
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Sfida אֶתְגָּר (Etgàr): Significato, Etica e Crescita Personale nella Tradizione Ebraica
SFIDA אֶתְגָּר (Etgàr)! Una parola subito esplicita perché la א apre con la sua capacità iniziatica e come motore della sua radice ת ג ר che abita גר la realizzazione della ת e quindi è in campo il miglior augurio di buona RIUSCITA הַצְלָחָה (Hatzlachàh). Alcuni studiosi ritengono che la א faccia parte della radice: א ת ג ר ma il suo sinonimo הִתְגָּרוּת sembra protendere per la prima tesi. La vera sfida nella vita è comprendere quale sia per ognuno di noi la propria sfida e il desiderio di impegnarci può veramente fare la differenza perché la vita ci metterà alla prova in continuazione e ci sfiderà senza sosta. Avere un buon approccio verso le SFIDE אֶתְגָּרִים (Etggarìm) è la dimostrazione di saper riconoscere che sono la parte essenziale di essere qui. M. Nahon afferma che la vera sfida è non smettere di ricordare la Presenza dell’Eterno in ogni occasione, anche in quelle più “basse” e approfondisce per i ragazzi una perla italiana nell’ambito dell’ETICA מוּסָר (Musàr) ebraica, elaborando “Il Sentiero dei Giusti” מְסִלַּת יְשָׁרִים (Mesillàt Yesharìm. Testo medievale, scritto dal grande Maestro italiano, originario di Padova: Rabbì Moshèh Chayìm Luzzatto, detto Ramchàl (1707-1746). M. C. Luzzatto, Il sentiero dei Giusti, Ed. SAN PAOLO, Milano 2000.
בְּכָל־דְּרָכֶיךָ דָעֵהוּּ וְהוּא יְיַשֵּׁר אֹרְחֹתֶיךָ
(Bechòl derachècha da’èhu vehù yeyashèr orchotècha. Proverbi 3,6)
«In ogni tua strada Lo conoscerai ed Egli drizzerà i tuoi sentieri!»
«In tutti i tuoi passi pensa a lui ed Egli appianerà i tuoi sentieri»! (Trad. E. S. Artom).
D’altronde i Salmi (121,4) ricordano di poter contare sulla Sua Presenza sempre:
הִנֵּה לֹא־יָנוּם וְלֹא יִישָׁן
(Hinnèh lo-yànum velò yishàn)
«Ecco (Certo) non sonnecchia e non dorme». Queste parole esprimono un peso semantico 604 pari al valore numerico di אֶתְגָּר e rafforzano il senso della sfida giornaliera che dovremmo affrontare per realizzare la Volontà divina. Solo così potremmo sperare di raggiungere la LUCE E LA SALVEZZA אוֹר וִישׁוּּעָה (Or viyshu’àh 604). Siamo pronti per la sfida?
Sul post s’intende che la vera sfida è “essere uniti”! SFIDA DI UNITA'.
שלום לכולם!
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