Dottoressa Hora Aboav
Portale
PORTA שַׁעַר (Shà'ar)! PORTALE E CANCELLO! In ebraico anche דֶלֶת (Dèlet) e פֶּתַח (Pètach) che traduce anche APERTURA.
L’ultimo verso dello Shemà’, probabilmente, è la versione più famosa di questa parola nell’accezione di PORTA DELLA CITTÀ (Deuteronomio 6,9):
וּכְתַבְתָּ֛ם עַל־מְזֻז֥וֹת בֵּיתֶ֖ךָ וּבִשְׁעָרֶֽיךָ
(Uchtavttàm ‘al-mezuzòt betècha uvish’arècha)
«E li scriverai sugli stipiti della tua casa e delle tue porte (di città)».
שַׁעַר: CASTELLO, LUOGO D’ENTRATA E LUOGO DI SEDUTA DEI GIUDICI, META e FRONTESPIZIO; anche ADUNANZA, PREZZO, VALORE DELLA MERCE; MISURA e QUANTITÀ nonché VOLTA.
Quest’ultimo significato viene a spiegarci il nome del famoso quartiere religioso di Gerusalemme che è denominato מֵאָה שְׁעָרִים MEÀH SHE’ARÌM e si fa riferimento al verso 12 del capitolo 26 di Genesi:
וַיִּזְרַ֤ע יִצְחָק֙ בָּאָ֣רֶץ הַהִ֔וא וַיִּמְצָ֛א בַּשָּׁנָ֥ה הַהִ֖וא מֵאָ֣ה שְׁעָרִ֑ים
(Vayyizrà Yitzchàk baàretz hahì vayyimtzà bashshanàh hahì meàh she’arìm;)
«E seminò Isacco in quella terra e raccolse (trovò) in quell’anno cento volte più (tanto)».
(Trad. A. S. Toaff) «Il raccolto dell’anno superò cento volte la sementa».
שַׁעַר traduce la prima pagina di un libro e ci dona il senso della LEZIONE שִׁעוּר (Shi’ùr). Una vera richiesta di aprire la mente e il cuore per nutrire la consapevolezza della nostra partecipazione.
La percezione attenta dell’occhio ma anche l’essere fonte dell’ע CANTA שָׁר (Shar). La presenza del discernimento della ר e la capacità d’integrazione della ש, producono vera esperienza.
In ogni lettore fedele echeggiano le parole di Giacobbe al suo risveglio dal sogno della scala (Genesi 28,17) e l’uso di שַׁעַר risuona forte:
וַיִּירָא֙ וַיֹּאמַ֔ר מַה־נּוֹרָ֖א הַמָּק֣וֹם הַזֶּ֑ה אֵ֣ין זֶ֗ה כִּ֚י אִם־בֵּ֣ית אֱלֹהִ֔ים וְזֶ֖ה שַׁ֥עַר הַשָּׁמָֽיִם
(Vayyirà vayyomèr :- Ma norà hammakòm hazèh! En zèh chi im bet Elokìm vezèh SHÀAR hashshamàyim.)
«E (Giacobbe) provò timore e disse: - Quanto è terribile (temibile) questo Luogo! Non può essere che (indubbiamente è) la Casa di Dio e questo è la porta del cielo»!
La radice in campo quindi è ש ע ר che si muove nel territorio del PENSARE, dello SPIEGARE, del PRESUMERE, del DESCRIVERSI, del VALUTARE e VALUTARSI ma anche STABILIRE e VALUTARE IL PREZZO, MISURA e PESO; SOSTARE PRESSO LA PORTA DELLA CITTÀ o PREPARARSI PER UNA LEZIONE.
Quando la שׁ (Shin) diventa שֹ (Sin), troviamo il vocabolo שְעָר (Sé’àr) CAPIGLIATURA, PELO, CAPELLO che ovviamente ha lo stesso valore numerico di שַׁעַר 570. Anche עֹשֶר (‘Oshèr) RICCHEZZA e DIECI עֶשֶֹר (Éser f.) come suoi anagrammi valgono 570. Quanta abbondanza!
La spiegazione di certe parole fanno sentire sazi e pronti per la prossima lezione. È il nostro destino se vogliamo studiare per apprendere e comprendere ciò che conta.
שלום לכולם!
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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled. Per ordinarlo: contattate la libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
H. Aboav, “LE VOCI DELLE PAROLE EBRAICHE” Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled). Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
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H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
(Libro in favore dei bambini di Milev Layeled, si trova nelle librerie e si può ordinare su Amazon e alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Shabbat Shalom
PACE שָׁלוֹם (Shalòm) Questa parola così famosa viene usata come saluto ebraico. La sua radice ש ל ם (Shin-Làmed-Mem) include il senso di COMPLETEZZA, ARMONIA, PERFEZIONE, PACE e SALUTE. Quando ci si saluta in effetti si chiede:- Come stai? מַה שְֹּלוֹמְךָ (Mah shelomchà? al maschile), מַה שְֹּלוֹמֵךְ (Mah shelomèch? Al femminile). Di fatto ci interessiamo della salute dell’altro-altra.
Se si elabora la radice ש ל ם si incontrano i cardini dell’ebraismo: l’UNITÀ e l’AMORE per lo STUDIO delle manifestazioni del NOME di Dio. Provo a spiegare i due significanti nascosti: metto in evidenza il pungolo ל (Làmed) di ש ל ם (Shin-Làmed-Mem) il cui nome denomina la radice ל מ ד (Làmed-Mem-Dàled) che, come già evidenziato, introduce sia il tema dello STUDIARE e dell’APPRENDERE che quello dell’ INSEGNARE. È il tema dell’apprendimento tout court. Unisco poi la prima e l’ultima lettera ed ottengo la parola שֵׁם (Shem) che significa NOME. In ebraico questa parola שֵׁם (Shem) unisce in sé 2 polarità: אֵשׁ (Esh) FUOCO e מַיִם (Màyim) ACQUA, rappresentate dalla שׁ (Shin) e dalla מ (Mem). Questa parola rappresenta l’aspirazione dell’uomo a tornare all’UNITA’ ORIGINARIA di cui godeva nel גַן (Gan) GIARDINO dell’Eden.
Per tornare ai nomi del Signore, il Tetragramma è impronunciabile: se si vuole far riferimento a questo nome fuori delle funzioni religiose, si usa l’espressione הַשֵּׁם (Hashèm): הַ (Ha) è l’articolo determinativo. (La consonante dopo l’articolo acquista il puntino (דָגֵשׁ Daghèsh). (Hashèm) IL NOME. Se leggo al contrario questo vocabolo, trovo il nome di מֹשֶׁה (Moshèh): il personaggio storico più vicino a Dio e al popolo ebraico nel deserto. Il valore gematrico di SHALOM שָׁלוֹם 376 è lo stesso di מִדְבָּר סִנַי (Midbàr Sinày) il deserto del Sinai (Scrittura non piena). È bello pensare che dietro questo saluto, non si dica solo “ciao” ma si esprimano desideri e progetti che uniscono profondamente.
שבוע טוב!
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Abramo-Isacco
DISCENDENZA תּוֹלָדָה (Toladàh)! Al plurale תּוֹלְדוֹת (Toledòt).
וְאֵ֛לֶּה תּוֹלְדֹ֥ת יִצְחָ֖ק בֶּן־אַבְרָהָ֑ם אַבְרָהָ֖ם הוֹלִ֥יד אֶת־יִצְחָֽק
(Veelleh toledòt Yitzchàk ben-Avrahàm; Avrahàm generò Yitzchàk).
«E queste (sono) le discendenze di Isacco, figlio di Abramo; Abramo generò Isacco (Esodo 25,19)».
Troviamo in questo verso due termini con la stessa radice י ל ד che possiamo tradurre anche con generare. Una parola che riproduce esattamente questa radice è יֶלֶד (Yèled) BAMBINO. È una radice verbale che può essere coniugata in tutte e sette le coniugazioni ma non è fra gli שְׁלֵמִים (Shelemìm) VERBI COMPLETI che mantengono tutti e tre i radicali perché la prima י a volte scompare.
Essa esprime il tema della NASCITA לֵדָה (Ledàh) in tutte le sue manifestazioni.
La parola יֶלֶד (Yeled) BAMBINO ha la stessa gematria di (Dam) דָם sangue 44 e di madre e padre insieme: אֵם (Em) MADRE 41+3 di אַב (Av) PADRE=44
Se si aggiunge un’ א (Alef) 45 troviamo la parola אָדָם (Adam), non solo il nome del primo uomo ma il significante rappresentativo di tutti gli uomini.
La ל mette in movimento l’energia di יָד che non solo traduce MANO ma anche MEMORIA, TESTIMONIANZA e VICINANZA.
Il bambino incarna proprio lo stato di transizione della ל che insegna e prepara ad ogni esperienza.
Abbiamo chiamato l’organizzazione di cui mi occupo da 17 anni, diventata Onlus, מִלֵב לַיֶּלֶד Milev Layeled מִ-da לֵב un cuore לַ –al יֶּלֶד BAMBINO.
DA UN CUORE AL BAMBINO. Milev Layeled מִלֵב לַיֶּלֶד ha lo stesso valore gematrico di קוֹל (Kol) VOCE.
È bello ascoltare la voce dei bambini! Ascoltiamo i loro bisogni anche se a volte gridano in silenzio.
שבת שלום לכולם!
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Isacco - sorridere
ISACCO יִצְחָק (Yitzchàk)! Il nome del secondo PADRE d’Israele! Un nome pieno di significato e progettualità. La י apre la parola con la sua capacità creativa e senza costrizioni. Essa può esprimersi libera dalle leggi del nostro mondo per accedere allo spazio metafisico che accoglie il futuro. Insieme alla ק, lettera della chiamata e della crescita spirituale che chiude, incorniciano צַח (Tzach) PURO, PULITO, LUCIDO, una piccola parola che fa risplendere intorno a sé energia spirituale e sacralità. Così era Isacco! Un luogo sicuro e stabile! La mistica ebraica infatti lo descrive con una ב. Una casa! יִצְחָק Isacco, il patriarca è stato fedele alla sua tenda e alla terra di Canaan che non ha mai abbandonato. Anche umano! Ricordiamo la sua preferenza per Esaù ma anche il suo discernimento di fronte ad una scelta per Hashèm! Isacco nasce יִצְחָק e non cambierà mai il suo nome e avrà solo una moglie! Costruirà un solo altare.
Il Midrash Bereshìt Rabbà 53 insegna: la י fa riferimento alle 10 parole che la sua nazione riceveranno sul monte Sinai; la צ 90 ricorda l’età di sua madre Sara al concepimento; la ח 8 rappresenta la CIRCONCISIONE מִילָה (Milàh), fatta nel suo ottavo giorno dalla nascita come comanda la Toràh e la ק 100 rammenta l’età di Avrahàm al suo concepimento. La radice di questo nome è צ ח ק (Tzàdi-Chet-Kof) che esprime il RIDERE, GIOIRE e FAR GIOIRE, GIOCARE, SCHERZARE, PRENDERE IN GIRO, DIVERTIRSI e FARE DIVERTIRE; DANZARE DALLA GIOIA ma nel Tanàch troviamo anche altri significanti interessanti. IL primo esempio è proprio legato all’annuncio della nascita di יִצְחָק.
וַיִּפֹּ֧ל אַבְרָהָ֛ם עַל־פָּנָ֖יו וַיִּצְחָ֑ק
(Vayyippòl Avrahàm ‘al-panàv vayyitzchàk. Genesi 17,17)
«E cadde Abramo sulla sua faccia e rise»!
«E Abramo cadde con il viso a terra e fu lieto della notizia». (Trad. M. Levy.)
יִצְחָק libero dalla ו conversiva, può godere di un augurio perenne di poter gioire della vita e ridere di cuore: RIDERÀ, SI DIVERTIRÀ, SCHERZERÀ! Forse quest’energia primaria di incredulità genitoriale lo ha rafforzato così tanto nel miracolo da poter sostenere le prove più grandi senza mai perdere la fede nel futuro.
Il Signore stesso deciderà questo nome e decreterà la sua successione come guida e padre dopo Abramo.
שָׂרָ֣ה אִשְׁתְּךָ֗ יֹלֶ֤דֶת לְךָ֙ בֵּ֔ן וְקָרָ֥אתָ אֶת־שְׁמ֖וֹ יִצְחָ֑ק וַהֲקִֽמֹתִ֨י אֶת־בְּרִיתִ֥י אִתּ֛וֹ לִבְרִ֥ית עוֹלָ֖ם לְזַרְע֥וֹ אַֽחֲרָֽיו
(Saràh ishttechà yolèdet lechà ben ve karàta et-shemò Yitzchàk. Vahakimotì et-beritì ittò livrìt ‘olàm lezar’ò acharàv. Genesi 17,19.)
«Sara tua moglie partorisce (va a partorire) per te e chiamerai il suo nome Yitzchàk. E ho stabilito il Mio patto con lui, un patto eterno con il suo seme (discendenza) dopo di lui.
Anche successivamente troviamo questa radice nel famoso verso 18,15 per due volte quando Sara viene a conoscenza della sua prossima maternità. In effetti i lettori meno attenti hanno fatto risalire la scelta del nome in quel contesto.
וַתִּצְחַ֥ק שָׂרָ֖ה בְּקִרְבָּ֣הּ
(Vattitzchàk Saràh bekirbbàhh. Genesi 18,12)
«E rise Sara dentro di sé»! Rashì aggiunge che ne fu lieta.
L’integrità d’Isacco prima e durante la sua legatura è diventata il simbolo della fede più totale e le sue lacrime hanno determinato, grazie ad esse, l’ascolto misericordioso del Signore alle suppliche del popolo ebraico per ogni generazione.
È bello ritrovare nella gematria la relazione stretta che intercorre fra il nome יִצְחָק il cui valore numerico è 208 e l’espressione עַם סֶגֻלָּה (‘Am Segullàh) POPOLO TESORO SPECIALE, ELETTO 208 nel senso di essere al servizio divino e degli altri popoli.
Giacobbe suo figlio lo riconosce appieno in questo giuramento:
וַיִּשָּׁבַ֣ע יַֽעֲקֹ֔ב בְּפַ֖חַד אָבִ֥יו יִצְחָֽק
(Vayyishavà Ya’akòv befàchad avìv Yitzchàk.Genesi 31,53)
«E giurò Giacobbe nel Timore (Paura) di suo padre Isacco».
Anche אַבָּא אוֹהֵב צֶדֶק (Abba ohèv tzèdek) PADRE AMANTE DELLA GIUSTIZIA vale 208. Ricordiamo che proteggerà i pozzi scavati dal padre e che gli si riconosce la messa in pratica della mitzvah della Decima.
La radice צ ח ק - מְצַחֵק susciterà grande allarme in Sara che produrrà l’allontanamento di Ismaele.
וַתֵּ֨רֶא שָׂרָ֜ה אֶֽת־בֶּן־הָגָ֧ר הַמִּצְרִ֛ית אֲשֶׁר־יָֽלְדָ֥ה לְאַבְרָהָ֖ם מְצַחֵֽק׃
(Vatterè Saràh et-ben-Hagàr hammitzrìt ashèr yaledàh leAvrahàm metzachèk ( Genesi 21,9 Ch gutturale).)
«E vide Sara il figlio di Hagar l’egiziana che aveva partorito ad Abramo scherzante (che scherza)»!
Nella forma rafforzativa צ ח ק acquista il senso del deridere, dello schernire e in questo caso Rashì giudica quest’agito come un atto spregevole. In altri casi simili nel Tanàch si arriva alla fornicazione, all’idolatria e addirittura all’assassinio.
Mi sono sempre interessata al ruolo dei tre Padri nell’espressione della loro missione in seno al popolo ebraico e mi salgono delle domande interessanti. Abramo scopre la verticalità e dona esempi di fede straordinaria, Isacco la mantiene salda e integra e Giacobbe la realizza attraverso le 12 tribù. È impossibile così ritenere l’uno più importante degli altri: è come voler decidere chi è più importante nei confronti del fuoco. Chi l’ha scoperto, chi l’ha saputo mantenere acceso o chi ha trovato il modo di usarlo? Ogni persona è legata all’altra nel realizzare l’opera per la quale si è qui.
שלום לכולם!
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Grotta
GROTTA מְעָרָה (Me’aràh)! Anche CAVERNA, ANTRO. Uno spazio vuoto nella terra che si apre. Se si elaborano le sue lettere troviamo infatti una domanda spontanea legata alla מ iniziale: <> Tutta l’energia legata alla terra e al movimento verso il cielo sono in campo all’unisono. Una possibilità di poter penetrare nel senso più ancestrale e intimo. Elia ne esperì tutta la sua tutela e protezione nel momento più esclusivo e vero con il divino. È là che conobbe Hashèm “in una voce sottile di silenzio”! Un utero fatto di roccia che ti protegge dalle intemperie e dai pericoli del mondo. Come UNA MAMMA GRAVIDA, INCINTA אִמָּא בְּהֵרָיוֹן (Ìmma beherayòn) che esprime la stessa gematria di מְעָרָה 315 e che rivela una straordinaria relazione anche con ciò che ha ascoltato il profeta: דְבָר ה' אֵל אֵלִיָּהוּ (Devàr Hashèm el Eliyyahu 315 (Ricordo che ה' vale 26 come il Tetragramma che ovviamente non trascrivo.)) LA PAROLA DEL SIGNORE A ELIA.
La Toràh ci racconta di un’altra grotta, sacra sia per gli ebrei che per i mussulmani: LA GROTTA DI MACHPELÀH מְעָרַת הַמַּכְפֵּלָה (Me’aràt hammachpelàh). Essa diventò il sepolcro dei Padri e delle Madri d’Israele, eccetto Rachele che morì durante il viaggio a Betlemme. Anche Giuseppe è là come aveva desiderato e richiesto ai figli Israele che lo imbalsamarono e lo portarono fuori dall’Egitto. La tradizione dei nostri Saggi racconta che in quell’antro erano sepolti anche Adamo ed Eva. Dentro di noi c’è uno spazio infinito, luogo recondito e privato che accoglie i nostri cari scomparsi e rimasti lì insieme a noi: una grotta fatta di carne e luce; emozione e spiritualità incontaminata che resta chiusa e inenarrabile. Ritorniamo ad esaminare le lettere con altra lettura: La מ elemento mobile e metafisico dell’essere, sempre pronto a rinnovarsi si confronta con il segreto della ע che visita il sovrannaturale con una presa cosciente e vigile che la riconduce al visibile; la ר impone l’andare avanti e rafforza la spinta iniziale per respirare veramente in fondo, nella realizzazione finale della ה. Essa è riconosciuta dai commentatori come presenza stabile e programmatica dei nostri pensieri, delle nostre parole e delle nostre azioni. מְעָרָה scritta con le stesse lettere diventa מַעֲרָה – מַעֲרֶה (Ma’arèh – ma’aràh) SCOPERTO-SCOPERTA, SVELATO-A, DENUDATO-A. Proviamo anche noi a denudarci, a scoprirci e a svelarci a noi stessi se vogliamo veramente conoscerci senza OBIEZIONI o PROTESTE עֲרָרִים (‘Ararìm) che condividono con la nostra parola מְעָרָה la radice ע ר ר .
!שבת שלום
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Da: H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
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Eternità
MONDO עוֹלָם (‘Olàm)! Nel Kohèlet si parla anche di עוֹלָם (‘Olàm) come senso di ETERNITÀ. Nel verso 11 del capitolo 3, si insegna che al cuore degli uomini è stata concessa la possibilità di percepire sia il senso di eternità sia l’”attaccamento al mondo” ma non possiamo capire fino in fondo l’Opera di Dio. Dobbiamo collaborare con Lui! ETERNITÀ si traduce anche נֶצַח (Netzàch). La radice ע ל ם (‘Àyin-Làmed-Mem) si esprime nel tema di SCOMPARIRE, CELARSI. Si narra che il MONDO עוֹלָם (‘Olàm) sia il LUOGO DI NASCONDIMENTO del Signore.
Il grande ammonimento di Isaia del verso 7 del capitolo 58 ha influenzato tutti i discorsi dopo di esso e ci ricorda:
וּמִבְּשָׂרְךָ֖ לֹ֥א תִתְעַלָּֽם
(Umibbesarechà lo tit’allàm!)
«E tu non distolga lo sguardo dal tuo simile» (D.Lattes). Letteralmente:
“E dalla tua carne non scomparirai!”
L’espressione לְעֹֹלָם PER L’ETERNITÀ ha un valore numerico di 170 come la parola מַעיָן (Ma’yàn) SORGENTE, FONTE, ORIGINE.
(Ma’yàn) מַעיָן è un sinonimo diעַיִן (’Àyin) OCCHIO che denomina la lettera ע 70. Questa lettera ha lo stesso valore diסוֹד (Sod) SEGRETO perché permette non solo la percezione visiva ma anche la percezione sensibile del sovrannaturale. Come insegna la Mistica ebraica porta la coscienza oltre l’inganno.
(Ma’yàn) מַעיָן FONTE SIGNIFICA anche PENSIERO, SGUARDO, ASPIRAZIONE e SPERANZA.
שבוע טוב!
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Legami
LEGATURA עֲקֵדָה (‘Akedàh)! ע ק ד (‘Àyin-Kof-Dàlet) ci introduce nel tema di LEGARE MANI E PIEDI.
ֹוַֽיַּעֲקֹד֙ אֶת־יִצְחָ֣ק בְּנוֹ
(Vayya’akòd et-Yitzchàk benò Genesi 22,9)
«E (Abramo) legò Isacco, suo figlio».
Una parola famosa è עֲקֵדָה (‘Akedàh) perché viene usata per denominare il sacrificio non consumato di Isacco: עֲקֵדַת יִצְחָק (‘Akedàt Yitzchàk).
Vorrei affrontare questo termine proprio in funzione di questo significativo episodio della vita di Abramo e Isacco. עֲקֵדָה: la ע (70) ci accompagna alla fonte dell’esperienza percettiva che va anche oltre il nostro sguardo e ci inoltra nel SEGRETO סוֹד (Sod-70). La guida la chiamata della ק (100 - 1) lettera della comunione e della sacralità che restituisce l’unità degli intenti esistenziali e spirituali. La ד aggiunge loro la capacità di aprirsi alla ה che chiude la parola, realizzando l’azione, pensata ed espressa intimamente. Vorrei continuare ad elaborare il significante di עֲקֵדָה, ricordando che l’essenza linguistica combinatoria delle lettere può continuare ad insegnarci ad oltranza. 'ד ע ק ה LA PORTA DELL’ESPERIENZA DEL SACRO ci avvicina ad HASHÉM. ה' “ק עֵד Si diventa TESTIMONE עֵד (‘Ed) della SANTIFICAZIONE del nome di HASHÉM 'ק'' ה acronimo dell’espressione 'קִדּוּשׁ ה (Kiddùsh Hashèm) e ancora l’imperativo di conoscerlo 'דַע ק'' ה (Dà’) CONOSCI, SAPPI!
LA LEGATURA DI ISACCO עֲקֵדַת יִצְחָק (‘Akedàt Yitzchàk) il cui valore numerico è 782 rivela una stretta relazione con i padri del popolo ebraico infatti ritroviamo 782 anche nell’espressione:
אֱלֹהֵי אַבְרָהָם, אֱלֹהֵי יִצְחָק וְאֱלֹהֵי יַעֲקֹב
(Elohè Avrahàm, Elohè Yitzchàk veElohè Ya’akòv)
«Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe.
Un SEGNO PERFETTO אוֹת שְׁלֵמָה (Ot shelemàh 782)!
Una legatura che libera e che apre al futuro! La legatura che ha portato il padre e il figlio a לְְהִתְעַלּות (Lehit’allot) ELEVARSI. La radice ע ל ה (‘Àyin-Làmed- He’) è imperante in questa ultima prova tutta in salita per il padre e la prima per il figlio. Nessuna vittima, due uomini di fede! Rashì chiarisce le parole di Hashèm ad Abramo, pronto ad uccidere il figlio e fermato dall’Angelo di Hashèm dal cielo :
לֹא אָמַרְתִי לְךָ שַׁחֲטֵהוּ אֶלָּא הַעֲלֵהוּ
(Lo amartì lechà shachatèhu ellà ha’alèhu. Commento a Genesi 22,12)
«Non ho detto:- Scannalo ma elevalo (fallo salire)»!
Un chiaro imperativo per le genti: Non uccidere tuo figlio. Elevalo e insegnagli ad amare e temere il Signore. Solo questa è la vera crescita: portare il senso del sacro nel mondo.
שבת שלום!
Da: H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled). Per ordinarlo: scrivere su whatsApp 3312091039.
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Bet
LUOGO מָקוֹם (Makòm)! Pur essendo maschile, il suo plurale acquista la forma femminile מְקוֹמוֹת (Mekomòt). Naturalmente questo termine ispira un’esperienza percepita come se fosse una cartolina illustrata che ci fa rivivere ricordi ma è legato a una sorta di staticità risolta. In ebraico מָקוֹם deriva da una radice ק ו ם che è nel movimento vero e si muove nel tema dell’ALZARSI, ESSERE SULLE PROPRIE GAMBE, SVEGLIARSI, VENIRE, AIUTARE, EDIFICARE, RICOSTRUIRE, RIBELLARSI, INSTAURARE e molti altri significanti che denotano impegno sia a livello personale che sociale. La מ inizia e conclude questa parola: è in campo il mistero che si esprime nelle due forme grafiche e accompagnano il moto spontaneo vitale della domanda: Chi?מִי Che cosa? מַה . Esse sono presenti, in attesa della realizzazione di progetti interiori in iter e circondanoקו che è la porta dello sperare ק ו ה. La prima volta che appare questo vocabolo nella Torà è per descrivere il raccoglimento delle acque in UN solo LUOGO אֶל מָקוֹם אֶחָד (El Makòm echàd). La parola LUOGO מָקוֹם (Makòm) viene usata dai nostri Maestri anche per denominare Dio. Perché? Il midrash insegna perché Hashèm è il LUOGO מָקוֹם del mondo e il mondo non è il luogo di Dio. L. Kushnèr approfondisce: “Dio, il Santo, è più che in ogni luogo: Dio è il grembo in cui la creazione avviene giorno dopo giorno, è il fondamento e l’origine di tutto ciò che esiste, è proprio il LUOGO dell’Essere stesso.” Prima del sogno della SCALA סֻלָּם (Sullàm) Giacobbe s’imbatté NEL LUOGO בַּמָּקוֹם (Bammakòm), la preposizione articolata בָּ suggerisce a Rashì che il luogo sia già conosciuto: lo stesso che il nonno Abramo e il padre Isacco avevano incontrato con l’”elevazione” dei loro occhi prima della legatura sul monte Moriàh? Potremmo a questo punto riconoscere che Giacobbe si era incontrato con Dio? Al suo vero risveglio Giacobbe non ha dubbi (Genesi 28,16):
אָכֵן֙ יֵ֣שׁ ה' בַּמָּקוֹם הַזֶּ֑ה וְאָנֹכִ֖י לֹ֥א יָדָֽעְתִּי׃….
(…Achèn (ch s. gutt.) yesh Hashèm bammakòm hazzèh; veanochì (s. gutt.) lo yadàttì:)
<<…CERTAMENTE c’è Hashèm in questo LUOGO e io non lo sapevo!>>
Nel verso 11 dello stesso capitolo la parola מָקוֹם si ripete per 3 volte (Leggete sul post).
La piccola numerazione di מָקוֹם èו 6: 40+100+6+40 = 4+1+6+4=15=1+5= 6. ו la lettera della congiunzione e del contatto. Non ci si incontra se non c’è un מָקוֹם che ci accolga e ci venga incontro sia dentro che fuori di noi. Anche il valore energetico semantico 186 di מָקוֹם ce lo conferma con l’espressione dello stesso valore אֲנַחְנוּ כָּאן (Anachnù can) NOI SIAMO QUI!
Sul post:
וַיִּפְגַּ֨ע בַּמָּקֹ֜ום וַיָּ֤לֶן שָׁם֙ כִּי־בָ֣א הַשֶּׁ֔מֶשׁ וַיִּקַּח֙ מֵאַבְנֵ֣י הַמָּקֹ֔ום וַיָּ֖שֶׂם מְרַֽאֲשֹׁתָ֑יו וַיִּשְׁכַּ֖ב בַּמָּקֹ֥ום הַהֽוּא
(Vayyfggà’ bammakòm vayyalèn sham chi-va hashèmesh vayyikkàch meavnè hammakòm vayyasèm meraashotàv; vayyishcàv bammakòm hahu.)
<>(Genesi 28,11).
שלום לכולם!
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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled. Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
H. Aboav, “LE VOCI DELLE PAROLE EBRAICHE” Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. (Libro in favore dei bambini di Milev Layeled). Per ordinarlo:
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H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
(Libro in favore dei bambini di Milev Layeled, si trova nelle librerie e si può ordinare su Amazon e alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).