Istituto Culturale Ebraico Italiano 

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Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma

Biografia e Opere della Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma

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HORA ABOAV

Psicologa e psicoterapeuta, insegna Ebraico biblico al Centro di Cultura ebraica di Roma.

Educatrice e "Candela della Memoria", ha insegnato alla scuola elementare ebraica Vittorio Polacco" di Roma. Ha inoltre vissuto in Israele, nel kibbutz Revadim. Ha pubblicato Le voci delle parole ebraiche (Nadir Media, 2022). ('Attàh) Adesso. Il tempo delle parole ebraiche (Nadir Media, 2024) e, per Castelvecchi. Crescere con le radici delle parole ebraiche (2020).

Sarah

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SARA שָֹרָה (Saràh)! La prima MADRE אֵם (Em) di Israele! La bellezza unita all’umiltà. La radice ש ר ה (Sin-Resh-He’) ci inoltra nel tema del LOTTARE, COMBATTERE e dell’AVERE POTERE SU… Sara, figlia di Haràn e sorella di Milccàh diventa moglie di Abramo nel verso 29 del capitolo 11 di Genesi dove appare col suo primo nome שָֹרָי (Sarài): la י verrà cambiata con la ה nel verso 15 del capitolo 17 di Genesi. Questa lettera ה, segno del femminile e della Divinità nonché delle vesti dell’anima nel rappresentare il pensiero, la parola e l’azione, sconvolgerà le leggi della natura e la renderà madre. Anche Abramo attraverso il dono della ה amplificherà il suo essere padre e lo diventerà di “una moltitudine di popoli”. Se si aggiunge alle lettere della parola מַחֲלָה (machalàh) MALATTIA la ה (He’), ottengo la parola הַחְלָמָה (Hachlamàh) GUARIGIONE. Insieme a שָֹרָי (Sarài) nel verso 29 già citato, troviamo anche un altro nome di Sara יִסְכָּה (Yisccàh) che può derivare dalla radice ס כ ה (Sàmech-Caf-He’) COPRIRE, GUARDARE, VEDERE o da ס ו ך (Sàmech-Vav-Caf sofìt (finale) Such) nel suo significato di ATTRARRE. Rashì spiega: יִסְכָּה è Sara nel senso che poteva vedere (il futuro) nello Spirito di Hashèm (tramite ispirazione divina) e perché tutti potevano vedere la sua bellezza; ed ancora יִסְכָּה (Yisccàh) denota il concetto della נְסִיכוּת (Nesichùt) PRINCIPATO (Aristocrazia). Per questo Sara riceve l’appellativo di נְסִיכָה (Nesichàh) PRINCIPESSA. Questo nome descrive la forza morale di Sara che ha sempre accompagnato Abramo nel suo percorso spirituale e sociale. שָֹרָה può essere tradotto anche חֲבֵרַת הַמֶּמְשָׁלָה (Chaveràt hammemshalàh) MINISTRO DEL GOVERNO (al femminile) o MOGLIE DEL MINISTRO אֵשֶׁת שַֹר (Éshet sar) o גְבִירָה (Gheviràh) SIGNORA, PADRONA, RICCA. Se volessimo scambiare la שֹֹ (Sin) con la שׁ (Shin) avremmo שָׁרָה (Shàrah) colei che CANTA (presente femminile-cantante).

Non dimentichiamo che Sara ispirerà ad Abramo, quel primo אַתְּ (Att) TU che produrrà il primo dialogo orizzontale fra uomo e uomo. (Anche se qui è al femminile (Genesi 12,11)). Fino ai nostri giorni se pensiamo a Sara, immaginiamo di entrare nella sua TENDA אֹהֶל (Òhel) miracolosa dove si poteva essere accolti attraverso quattro elementi speciali. Come il Midràsh racconta, vi era una NUBE עָנָן (‘Anàn), testimone della PRESENZA DIVINA שְׁכִינָה (Shechinàh). La BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh) nell’IMPASTO DEL PANE (Challàh) עִסָּה (‘Issàh); UN LUME נֵר (Ner) sempre acceso dalla sera del sabato alla sera del sabato successivo e gli accessi alla tenda sempre aperti. Questi segni di piena benevolenza Divina continueranno a sussistere nel Santuario come segni eterni della Presenza e l’Unità di Hashèm dentro il popolo d’Israele.

Un grande riconoscimento e abbraccio pieno a tutte le madri eroiche di Israele.

שבוע טוב

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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025. 

Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/

H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020. 

H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:

https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/

H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).

Olam 

MONDO עוֹלָם (‘Olàm)! Nel Kohèlet si parla anche di עוֹלָם (‘Olàm) come senso di ETERNITÀ. Nel verso 11 del capitolo 3, si insegna che al cuore degli uomini è stata concessa la possibilità di percepire sia il senso di eternità sia l’”attaccamento al mondo” ma non possiamo capire fino in fondo l’Opera di Dio. Dobbiamo collaborare con Lui! ETERNITÀ si traduce anche נֶצַח (Netzàch). La radice ע ל ם (‘Àyin-Làmed-Mem) si esprime nel tema di SCOMPARIRE, CELARSI. Si narra che il MONDO עוֹלָם (‘Olàm) sia il LUOGO DI NASCONDIMENTO del Signore.

Il grande ammonimento di Isaia del verso 7 del capitolo 58 ha influenzato tutti i discorsi dopo di esso e ci ricorda: 

וּמִבְּשָׂרְךָ֖ לֹ֥א תִתְעַלָּֽם

 (Umibbesarechà lo tit’allàm!)

«E tu non distolga lo sguardo dal tuo simile» (D.Lattes). Letteralmente: 

“E dalla tua carne non scomparirai!” 

L’espressione לְעֹֹלָם PER L’ETERNITÀ ha un valore numerico di 170 come la parola מַעיָן (Ma’yàn) SORGENTE, FONTE, ORIGINE.

  (Ma’yàn) מַעיָן è un sinonimo diעַיִן (’Àyin) OCCHIO che denomina la lettera ע 70. Questa lettera ha lo stesso valore diסוֹד (Sod) SEGRETO perché permette non solo la percezione visiva ma anche la percezione sensibile del sovrannaturale. Come insegna la Mistica ebraica porta la coscienza oltre l’inganno.

(Ma’yàn) מַעיָן FONTE SIGNIFICA anche PENSIERO, SGUARDO, ASPIRAZIONE e SPERANZA.


שלום לכולם! 


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Oreach 

OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach)! Siamo tutti noi OSPITI אוֹרְחִים (Orchìm ch gutturale) in questo meraviglioso mondo, creato per noi dall’Eterno che ci ha accolto nel nostro PERCORSO DI VITA אֹרַח חַיִּים (Òrach chayyìm) con AMORE INTERO (Completo) בְּאַהֲבָה שְׁלֵמָה (Beahavà scelemàh)! 

OSPITE אוֹרֵחַ (Orèach) e STRADA, VIA אֹרַח (Òrach) derivano daא ר ח la stessa radice di לֶאֱרֹחַ (Leeròach) che definisce il tema del VIAGGIARE, dell’essere OSPITATI e dell’ACCOGLIENZA, OSPITALITÀ אֵרוּחַ (Éruach). Chi può aver dimenticato il senso innato di accoglienza nei confronti dei viandanti di Abramo? Nel primo verso del capitolo 18 di Genesi, il Signore lo va a trovare, secondo il commento dei nostri Maestri, nel suo terzo giorno dalla מִילָה (Milàh) CIRCONCISIONE e inaspettatamente Abramo alza gli occhi e vede tre “UOMINI” אֲנָשִׁים (Anashìm) presso di lui. Inizia all’ unisono una cerimonia familiare per accoglierli nell’energia più sacra dell’ospitalità. E Hashèm? Abramo se ne è dimenticato? Assolutamente no! Quando si accoglie un אוֹרֵחַ si esprime la Sua volontà! La prima lettera א e l’ultima lettera ח della radice א ר ח ci offrono אַח (Ach) FRATELLO nel segno della nuova esperienza augurale della ר che ci stimola a qualsiasi nuova conoscenza. L’OSPITE הָאוֹרֵחַ (HaOrèach) infatti è un vero dono perché ci dà la possibilità di riconoscere alcune nostre parti, ancora sconosciute. Rafforza questo concetto il peso energetico-semantico di אוֹרֵחַ 215 con הֶחָבֵר (HeChavèr) IL COMPAGNO il cui valore numerico è altrettanto 215. Altresì אוֹרְחָה (Orchàh) CAROVANA proviene da א ר ח anche se in genere questo vocabolo si traduce con il termine שַׁיָּרָה (Shayyaràh). אוֹרֵחַ stimola anche un’altra lettura:'אור ח (Or Chet (suono gutturale)) LUCE della CHET. Essa è la lettera della vita e della grazia col desiderio insito in sé di essere dopo aver preso coscienza delle difficoltà esistenziali. Oggi la radice più gettonata nell’ambito dell’invito è ז מ ן che ci sprona a dedicare il nostro TEMPO זֶמָן (Zemàn) agli ospiti che accogliamo nella nostra casa. Infine le parole di Giobbe risuoneranno dentro di noi:

בַּ֭חוּץ לֹא־יָלִ֣ין גֵּ֑ר דְּ֝לָתַ֗י לָאֹ֥רַח אֶפְתָּֽח׃

(Bachùtz lo-yalìn gher; delàtai laòrach efttàch:)

<> (Giobbe 31,32). Ovviamente non dimentichiamo di lasciare fuori proprio noi stessi. Siamo sempre presenti!

Infine auguro a tutti di essere i BENVENUTI בְּרוּכִים הַבָּאִים (Beruchìm habbaìm (ch suono gutturale) in ogni occasione.

שבוע טוב לכולם!

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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025. 

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Milah 

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CIRCONCISIONE מִילָה (Milàh)! Per essere chiara, mi riferisco subito al PATTO בְּרִית (Berìt) della מִילָה perché in questa mitzvàh מִצְוָה PRECETTO ritroviamo la forza del legame di un popolo che per rispettare questo patto con Hashèm, ha sofferto e affrontato il martirio durante tutta la storia dell’umanità. Infatti troviamo nel verso 11 del capitolo 17 di Genesi la descrizione della circoncisione della carne del prepuzio come SEGNO del PATTO אוֹת בְּרִית (Ot Berìt). Benedetto Baruch Spinoza, il famoso filosofo ebreo , afferma: “Io attribuisco così grande importanza al segno del patto da essere convinto che esso è per sé solo sufficiente a conservare l’esistenza distinta della Nazione per sempre.” (Da Lattes D. (1986) “Nuovo commento alla Toràh”, Carucci editore, Roma p.42).

יִמּוֹל לָכֶם כָּל זָכָר לְדֹרֹתֵיכֶם... וּבֶן שְְמֹנַת יָמִים 

(Uvèn shemonàt- yamìm Yimmòl lachèm col zachàr ledorotechèm Genesi 17,12)

 “E figlio di otto giorni sarà circonciso tra voi ogni maschio per le vostre generazioni…..(Per determinare l’età, si usa l’espressione “essere figlio di…..”

La parola מִילָה (Milàh) deriva dalla radice מ ו ל e dobbiamo distinguerla dal termine מִלָּה (Millàh) PAROLA che invece attinge energia da מ ל ל. Si aggiunge una י che ci immette nel tempo della memoria e ci offre una domanda: ? 'מִי לְה (Mi leHashèm?) Chi è per il Signore? Ai tempi della storia di Chanuccàh, il grande Sacerdote Mattatiàhu, della famiglia dei Chashmonaìm, ne ho ricordo dalle scuole elementari, aprì la ribellione proprio al grido di : Chi è con me mi segua!'אֵלַי מִי לְה (Mi leHashèm elài). Questa mitzvàh oggi viene eseguita dal מוֹהֵל (Mohèl), che è un esperto ma nei tempi antichi veniva effettuata dal padre. Il bambino accetta su di sé inconsapevolmente questo patto di carne e sangue. La mistica ci insegna che gli si dà l’opportunità di aprire una chiusura, un canale energetico, che metta in comunicazione un processo di nuova e giusta consapevolezza di se stessi e della propria spiritualità. È un atto di purificazione. Come Hirsh insegna: “La purificazione del corpo è il fondamento per la santificazione della vita spirituale.” Non è un caso che זָכָר (Zachàr) Maschio, maschile si traduca anche “ricordò” (זָכַר). La gematria di מִילָה è 85, ed è uguale all’espressione הֲגַנָּה טוֹבָה (Hagannàh tovàh) UNA BUONA DIFESA. Anche הֵלֵּב הַגָּדוֹל (Hallèv haggadòl) IL CUORE GRANDE vale 85. Ed è questo che non solo i bambini dovranno far crescere e aprire ma tutti noi: un cuore grande che possa permetterci di essere in comunicazione con gli altri. Tutti i cuori uniti in UN cuore grande: La circoncisione dei cuori di cui parla Deuteronomio 10,16.

“E circonciderete il prepuzio del vostro cuore e cesserete di indurire la vostra cervice”.

 עָרְלָה (‘Orlàh) PREPUZIO suggerisce che è per questo che chi non si circoncide si chiama עָרֵל (‘Arèl). Rallegriamoci ad accogliere ogni nuova cerimonia di un בְּרִית מִילָה (Berìt milàh) e riflettiamo su questo primo patto che è il primo passo per correggere il mondo!

שבת שלום לכולם!

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Estasi

ESTASI אֶקְסְטָזָה (Eksetàzah )! In ebraico הִתְפָּעֲלוּת (Hitpa’alùt) come prima indicazione: GRANDE EMOZIONE, ENTUSIASMO, VALORE. Un termine che deriva dal riflessivo della radice פ ע ל e stranamente l’energia dell’agire è dominante: è in atto הִתְפָּעֲלוּת הַלֵּב (Hitpa’alùt hallèv) L’ATTIVITÀ DEL CUORE! Si esce dalla dimensione dell’attenzione intellettiva e si raggiunge una grande GIOIA שִׂמְחָה (Simchàh). Con l’espressione הַגַּשְׁמִיּוּת הִתפַּשְּׁטוּת (Hitpashetùt haggashmiyyùt) ESPANSIONE DELLA MATERIALITÀ si amplifica il senso di questa parola che produce una vera e propria עֲלִיַּת נְשָׁמָה (‘Aliyyàt neshamàh) SALITA D’ANIMA. Per questo motivo oggi si usa molto הִתְעַלּוּת (Hit’allùt) ELEVAZIONE per denominare questo movimento così elevato. Un uscire fuori, come ricorda il termine di origine greca ESTASI אֶכְּסְטָזָה (Ecsetàzah).

Nel linguaggio biblico si usa חֶדְוָה (Chedvàh) sinonimo di GIOIA שִׂמְחָה (Simchàh) che è l’aspetto più immediato che viene prodotto da questo stato mistico, spirituale. Secondo molti interpreti è proprio vicino alla disposizione dell’uomo pio che si dedica completamente a Dio: דְבֵקוּת (Devekùt) ATTACCAMENTO. Anche la sfera dell’espressione artistica e creativa in tutte le sue conformazioni dona questa forma di assenza-presenza assoluta.

«Tutta l’estasi nella vostra vita proviene dal di dentro» . 

Nella Parashàh di וְזֹאת הַבְּרָכָה (Vezòt haberachàh) E QUESTA (È) LA BENEDIZIONE, c’è un verso che mi ha sempre commosso perché offre una testimonianza straordinaria dell’amore intercorso tra Mosè e il Signore nell’accomiatarsi da lui.

וַיָּמָת שָׁם מֹשֶׁה עֶבֶד־ה' בְּאֶרֶץ מוֹאָב עַל־פִּי ה'

(Vayyàmot shàm Moshèh ‘èved-Hashèm beèretz Moàv ‘al-pi Hashèm).

«E morì Mosè, servo del Signore nella terra di Moav (Lett.) sulla bocca del Signore (per volere dell’Eterno )». 

Rashì commenta 'עַל־פִּי ה(‘Al pi-Hashèm) e commuove: בִּנְשִׁיקָה (Bineshikàh) CON UN BACIO.

Vera esperienza estatica per ogni lettore che non può far altro che respirare a lungo e perdersi. 

Voglio approfondire questo commento attraverso l’elaborazione gematrica di בִּנְשִׁיקָה 467. Un atto puro che sugella la VERITÀ di HASHÈM 'אֱמֶת ה (Emèt Hashèm 467) che è IL FONDAMENTO CHE È NEL FONDAMENTO הַיְּסוֹד שֶׁבַּיְסוֹד (Hayyesòd shebayesòd 467) come a ricordarci che IO (SONO) TU אֲנִי אַתָּה (Anì attàh) perché ה' מְחַפֵּס אַהֲבָה (Hashèm mechapès ahavàh) HASHÈM CERCA AMORE.

Ricordo anche che Il Signore Stesso seppellirà Mosè. 

Ancora qualche verso e terminerà la Toràh con parole di riconoscimento nei confronti del NOSTRO MAESTRO מוֹרֵנוּ(Morenu) Mosè e le scriverò qui per omaggiarlo e terminare questo nostro percorso attraverso le Parashòt della Toràh.

«Non è sorto Profeta ancora in Israele come Mosè; che ha conosciuto il Signore ” Faccia a Faccia”. Per tutti i segni e i prodigi che l’Eterno lo mandò per operare nella terra d’Egitto; al faraone e ai suoi servi e alla sua terra. E per tutta la mano forte e per tutte le cose grandi e potenti che ha fatto Mosè agli occhi di tutto Israele». 

Sii forte, sii forte e saremo forti!

(Questo ricordo di Mosè per accompagnare il viaggio di Abramo).

שבוע טוב לכולם!!

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Esci da te stesso 

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VAI לֶךְ (LECH)!

La radice del famoso invito, esortazione, imperativo etico del Signore ad Abramo לֶךְ (LECH) è ה ל ך il cui tema è ANDARE, PROCEDERE, CAMMINARE.

Nel primo verso del capitolo 12 di Genesi, le due lettere לך si ripetono 2 volte o per rafforzare il senso del movimento לֶךְ לְךָ VATTENE oppure la seconda volta si riferisce alla preposizione A, PER, A VANTAGGIO, VERSO e persino raramente sostituisce la preposizione DA לְ +ךָ (LE +CHA’-che è il suffisso di TUO, TE):

(Lech lechà) לְךָ לֶךְ può essere tradotto: VAI per TE, VAI per il TUO VANTAGGIO o VAI VERSO di TE. E’ bella anche la lettura VAI DA TE!

Esci dalla tua egoicità e VAI verso l’altro TE! 

Al femminile si tramuta in לְכִי לָךְ (Lechì lach).

L’espressione לֶךְ לְךָ (Lech lechà) evidenzia il valore energetico semantico di 100 che rappresenta la 'ק, la lettera della CHIAMATA e della CRESCITA. La lettera del SACRO.

Un bellissimo esempio di questo procedere è

 וַיֵּלְכ֥וּ שְׁנֵיהֶ֖ם יַחְדָּֽו

׃ (Vayyelechù shenehèm iachddàv) 

“…E procedettero tutti e due insieme.” 

Abramo e Isacco anche quando quest’ultimo “COMPRENDE”!

Forse per questo gematricamente Isacco יִצְחָק (Itzchàk) corrisponde a עַם סֶגֻלָּה (‘Am Segullàh) 208 “Popolo eletto” nel senso di essere al servizio divino e degli altri popoli.

שבת שלום לכולם!

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Tetragramma 

Il TETRAGRAMMA ‘ה! Il Nome per eccellenza! Pronunciamo le quattro lettere che compongono il Nome dell’Eterno con l’espressioneהַשֵּׁם (Hashèm) IL NOME. «Noi Siamo domande che devono restare domande (P. Levy)», quando ci avviciniamo a questo tema! Ciò che appare subito chiaro che Egli e il Suo nome sono Uno.

וְהָיָה ה’ לְמֶלֶךְ עַל־כָּל־הָאָרֶץ בַּיּוֹם הַהוּא יִהְיֶה ה’ אֶחָד וּשְׁמוֹ אֶחָד

(Vehayàh Hashèm lemèlech ‘al-col- haàretz bayyòm hahù yihyèh Hashèm echàd ushmò echàd (Zaccaria 14,9))

«E sarà Hashèm (Proclamato) Re su tutta la terra, in quel giorno sarà l’eterno Uno (il Solo, Unico) e il Suo Nome Uno».

Il Tetragramma: la י Yod, un punto primordiale che testimonia l’avvenuto ritirarsi dell’Essenza originante, rappresenta proprio la creazione e il metafisico: la saggezza e l’illuminazione intellettuale. È la MANO יָד (Yad)! La He’ è la lettera con la quale in Genesi 2, 4 nella parola בְּהִבָּרְאָם (Behibbareàm) si evince che con la He’ «Creò loro (la terra e i cieli) ». In questo verso la ה risulta più piccola delle altre lettere. Interessante rilevare questa forma diminutiva nei confronti della ה proprio nel suo momento più creativo. Essa manifesta la divinità infatti la ‘ה è la rappresentazione grafica del Tetragramma come acronimo di הַשֵּׁם come già detto sopra! In questa Parola è doppia e incornicia la ו che per la sua forma naturale dona il senso di un movimento verticale che collega il cielo alla terra. Questa lettera infatti congiunge, producendo il senso prezioso della continuità. Se mi soffermo a riflettere sul valore energetico, semantico del Tetragramma trovo una bella relazione tra laו nella sua scrittura pienaוָאו (Vav) che vale 13 e UNO אֶחָד (Echàd) con uguale valore che insieme compongono la gematria del Tetragramma 26 ( י 10 + ה 5 + ו 6 +ה 5 = 26 ). Anche AMORE אַהֲבָה (Ahavàh) corrisponde a 13 e in genere comunica insieme a אֶחָד il desiderio divino di educarci all’amore verso l’uomo e verso la natura oltre al voler essere amato Egli Stesso. Il più bel verso d’amore della Toràh è per me la richiesta di Hashèm di essere amato con tutto il nostro cuore, la nostra anima e le nostre forze. Come Rav Somekinsegna, quando un ebreo pronuncia le parole dello Shemà’ Israèl è «come se in un certo senso, gridasse: Padre, Padre!» אָבִי אָבִי (Avì, Avì) PADRE MIO, PADRE MIO ha un valore numerico di 26. Le lettere del Tetragramma ci avvicinano al significante dell’ESSERE ה י ה e in esso ritroviamo il senso del SARÀ, dell’ERA e vi è anche il segno del presente É (Essente) anche se in ebraico è intraducibile. È in campo l’esistenza stessa, intesa come principio di vita assoluto. Un nome intimamente percepito ma non proferibile o cancellabile: la terza parola è esplicita! Il tetragramma viene menzionato anche come שֵׁם הַמְּפֹרָשׁ (Shem hammeforàsh). Uso le parole di Ghershom Sholem per elaborarlo: “Da un lato, il participio passivo מְפֹרָשׁ (Meforàsh) può voler dire sia <>, sia <>, sia infine, semplicemente (cioè secondo le lettere), <>; dall’altro, in questo contesto, può significare anche<> o addirittura <>…” Maimonide scrive <>. Aggiungo che è noto anche come NOME RIVELATO. Solo il Grande Sacerdote declamava l’autentico nome di Dio nella ricorrenza del giorno di Chippur nel Luogo più sacro del Tempio nel קֹדֶש הַקֳּדָשִׁים (Kodèsh Hakkodashìm – Sancta Sanctorum) quando ancora esisteva il Santuario a Gerusalemme. Con la potenza di luce di questo nome, Hashèm promette attraverso le parole di Zaccaria che un giorno tutti i popoli invocheranno insieme il Suo Nome. La mistica ebraica sostiene che il Tetragramma sia la realtà delle dieci Sefiròt e lo elabora profondamente. Infine voglio evidenziare un messaggio dell’Eterno a Isaia (57,15) da tenere sempre presente:

«Poiché così dice l’Alto, l’Elevato che dimora in eterno e Santo è il suo Nome; in luogo alto ed elevato Io abiterò, ma sto con colui che è umile di spirito per far rivivere lo spirito dei modesti e per far rivivere il cuore degli oppressi».

 זוֹ אַהֲבָה (Zo Ahavàh 26) QUESTO (È) AMORE!

Sul post: ה’ אוֹהֵב אוֹתִי (Hashèm ohèv otì) IL SIGNORE MI AMA!!

שבוע טוב לכולם!

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Gheshem 

PIOGGIA גֶשֶׁם (Ghèshem)! Una parola originale perché ci si aspetta un tema completamente “bagnato” ed invece troviamo addirittura come altro significato MATERIA e CORPO. MATERIALITÀ גַשְׁמִיּוּת (Gashmiyyùt) infatti condivide la sua radice: ג ש ם . È ovvio che esprima anche lo SCENDERE della PIOGGIA ma manifesta REALIZZARE, REALIZZARSI ed ESEGUIRE. La PIOGGIA גֶשֶׁם (Ghèshem) a suo tempo, testimonia la benedizione divina ed è elemento di vita e di prosperità. La ג benevola dà la possibilità alla natura di sviluppare e nutrire; con grande generosità ricompensa il lavoro dell’uomo. Non poteva mancare la מ dell’acqua מַיִם o il fuoco della ש che l’accompagna con la sua elettricità nei temporali. Se spostiamo le lettere troviamo il vocabolo מַגָּשׁ (Maggàsh) VASSOIO che ci conduce al servizio e all’avvicinamento con la radice נ ג ש : לְהַגִּיש (Lehaghghìsh) OFFRIRE, SERVIRE (a tavola); ma come la pioggia può essere rovinosa, troviamo qui anche significanti conflittuali quali il COSTRINGERE E OPPRIMERE. Nella Torà גֶּשֶׁם viene presentata per la prima volta nel racconto del DILUVIO מַבּוּל (Mabùl) ma si parlerà della pioggia, ancora non piovuta, nel verso 5 del secondo capitolo di Genesi senza trovare גֶּשֶׁם ma la radice del suo sinonimo più usato: מָטָר (Matàr) PIOGGIA. Ascolteremo la PREGHIERA per la PIOGGIA תְּפִלַּת הַגֶּשֶׁם (Tefillàt haghgheshem) a Musàf di Sheminì ‘Atzèret, l’ottava convocazione dopo la festa di Succot. Da questa data fino a Pesach, tutti i giorni si aggiunge nell’Amidàh una formula che la contempla: ”Tu sei colui che fa soffiare il vento e fa scendere la pioggia גֶּשֶׁם.” (Si sostituisce alla formula: Tu sei colui che fa scendere la rugiada (טַל).)

Nella piccola numerazione, il valore di גֶשֶׁם è 1 ( 3+3+4=10=1) come la א. Essa scende dal cielo e come la א evidenzia tutta la sua straordinaria forza, collegandosi a terra e ricordandoci costantemente la presenza divina. Isaia (55,10-11) ce lo insegna.

Quando גֶּשֶׁם 343 discende serena, produce una מוּזִיקָה נְעִימָה (Muzìkah ne’imàh) 343 UNA MUSICA PIACEVOLE che porta letizia nei cuori. Spero che ognuno di noi riponga grande speranza e un grazie sentito per sentirci ascoltati.

שלום לכולם!

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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025. 

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Simchat Torah

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LA GIOIA DELLA TORÀH שִֹמְחַת תּוֹרָה (Simchàt Toràh) !

Un costrutto straordinario che risuonerà nella bocca di tutti coloro che domani sera vorranno gioire nel festeggiare la Toràh!

Desidero innanzitutto riportare due espressioni che si possono collegare fra di loro che hanno il valore numerico di שִֹמְחַת תּוֹרָה cioè 1359:

כָּל הַזְּמָן אֲנִי חוֹשֶׁבֶת רַק עָלֶךָ  

 (Col hazzemàn anì choshèvet rak ‘alècha) TUTTO IL TEMPO IO PENSO SOLO A TE.

  כִּי לְיִשְֹרָאֵל בְּרִית עוֹלָם

(Chi leIsràel berìt ’olàm) POICHE’ ISRAELE HA UN PATTO ETERNO (col Signore). (Lett. Poiché a Israele (è) un patto Eterno). 

In questo giorno di festa solenne nella DIASPORAגָלוּת, גוֹלָה (Golàh, Galùt) si termina la lettura della Toràh con l’ultima parashàh che offre la benedizione di Mosè e riinizia subito dopo con la Creazione del mondo nella prima parte della prima parashàh. Non si può rompere la lettura del Testo sacro, mai. Esso scandisce il tempo della nostra vita, sempre. 

Penso sia utile riportarvi l’elaborazione delle parole תּוֹרָה e שִֹמְחָה.

TORÁH תּוֹרָה PENTATEUCO! Questa parola ha suscitato l’attenzione di commentatori di tutti i tempi.

È stata tradotta come INSEGNAMENTO e FONDAMENTO dalla radice )Yod-Resh-He’) י ר ה ma si esplica anche con la radice del CONCEPIMENTO (He’-Resh-He’) ה ר ה; o ancora con ulteriori significanti: LEGGE, LUCE, FONTE e altri.

Il suo valore gematrico è 611 e sono molto interessanti alcune espressioni con lo stesso valore:

SEMPRE DIO (È) QUI אֲלֹקִים כָּאן תָּמִיד (Tamìd can Elokìm 611).

(Ratzòn Borènu 611) רָצוֹן בּוֹרֵאנוּ La VOLONTÀ del NOSTRO CREATORE ci accompagna continuamente e guida i nostri passi. 

La ת dà inizio a questo nome sacro, esprimendo tutta la conoscenza della Sua verità e indicandoci il cammino per una libera realizzazione della Sua parola. La ו congiunge, nel suo progetto esistenziale di essere elemento di unione, la ר che rappresenta il potere divino. La ה in finale accetta il suo mandato di dirigere la sua energia nella nostra vita spirituale e mondana. La תּוֹרָה è per tutti una guida vitale per crescere e maturare. Essa è dentro di noi ed è "vicina" sempre!

MONTE הַר è la porta (Le prime due lettere) della sua radice ה ר ה che introduce il tema del concepimento e del pensiero. Stimolante la sua struttura: una ר tra due ה. La forza assimilatrice a livello intellettuale che trasforma e inizia movimenti più sottili tra il suono doppio del respiro divino che dà vita e dona in abbondanza. הָרָה traduce pensiero ma anche la DONNA GRAVIDA הָרָה che esprime la sua generabilità con la potenza di un monte. È bello avere la sensazione di un’altezza che si esprima orizzontalmente nella donna בְּהֵרָיוֹן (Beherayiòn) nella gestazione e che comunque susciti emozioni di meraviglia come quando si manifesta naturalmente nella sua verticalità. Quanta importanza ha avuto il monte מֹרִיָּה (Moriyyàh) Morià o il monte Sinai סִנַי הַר (Hàr Sinày) nell’evoluzione del popolo ebraico!?

Eleviamo i nostri sguardi e cerchiamo lì in alto le nostre radici.


GIOIAשִֹמְחָה (Simchàh)! Questa è una delle qualità più caratteristiche dell’anima che non ci abbandona mai. È la nostra compagna di viaggio anche quando tutto sembra essere sfocato e perdiamo la rotta. Dentro di noi tutto è pervaso di luce e GIOIA שִֹמְחָה (Simchàh). 

La sua radice è ש מ ח (Sin-Mem-Chet), le stesse lettere della radice di UNGERE מ ש ח (Mem-Shin-Chet) che dà vita alla parola מַשִׁיחַ (Mashìach) UNTO, MESSIA.

Troviamo anche ovviamente la parola שָֹמֵחַ (Samèach) CONTENTO, GIOIOSO, LIETO con la stessa radice. Desidero a questo punto elaborarla: se elevo la מ (Mem), l’acqua e anche l’emozione più profonda e nascosta che fluisce leggera, posso leggere la parolaשָֹח (Sach) che significa PARLA, SI ESPRIME, COMUNICA. Uno dei significati diשִֹיח (Sìach) è anche PREGHIERA.

La GIOIA שִֹמְחָה (Simchàh) permette di fluire nel parlare con l’altro e facilita l’incontro, donando gioia anche al Signore. Gioiamo con grande presenza e consapevolezza il giorno di שִֹמְחַת תּוֹרָה (Simchàt Toràh)! 

מועדים לשמחה!

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Beriah 

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CREAZIONE בְּרִיאָה (Beriàh)! Questo vocabolo deriva dalla radice ב ר א (Bet-Resh- Àlef) CREARE che caratterizza e viene usato SOLO per l'azione creativa del בּוֹרֵא (Borè) CREATORE e non per quella dell’uomo. Il messaggio primario di questa radice è legato al portare fuori. FUORI in aramaico si traduce בָּרָא (Barà) esattamente come la parola בָּרָא (Barà) CREÒ. Rav S. R. Hirsh ha spiegato chiaramente l’intento di questo movimento. L’opera della creazione realizzò il pensiero e lo tirò fuori (lo espresse) e gli diede esistenza sensibile. La volontà divina fece uscire alla luce: dalla potenza all’atto. Dio CREÒ בָּרָא (Barà) DAL NULLA מֵאַיִן (Meàin). La CREAZIONE del MONDO è un’espressione molto usata: בְּרִיאַת עוֹלָם (Beriàt ‘olàm). 

Queste 3 lettere ב ר א sono anche le prime che incontriamo nella parola בְּרֵאשִׁ֖ית (Bereshìt) IN PRINCIPIO. La ר, segno dell’inizio, viene accolta dall’energia unificata del PADRE אַב (Av): la forza propulsiva dell’Àlef א viene accolta dalla benedetta ב Bet. Interessante sapere che בְּרָא (Berà) in aramaico si traduce Il FIGLIO (בָּר figlio – א articolo). Se ci si sofferma all’immagine di un grembo materno nella sua aspirazione di conquistare uno spazio esterno, si ritrova tutta l’emozione arcaica di una prossima nascita.

Nel verbo לְבָרֵא (Levarè’) TAGLIARE, Tagliare gli alberi, selezionare, far esistere torna il concetto di far entrare la luce אור (Or) ברא è l’anagramma di בָּאֹר (Baòr) NELLA LUCE!!

Cosa resta all’uomo in questo ambito se non la presa di coscienza di occuparsi della propria SALUTE בְּרִיאוּת (Beriùt): la sua vera creazione intima! Ogni creatura בְּרִיָּה (beriyah) ha questo sacrosanto compito per potersi mantenere SANA בְּרִיּאַה (Beriàh): stesse lettere e vocalizzazione di CREAZIONE בְּרִיאָה (Beriàh). Mentre בְּרִיאִים (Beriìm) è SANI, בָּרִיא (Barì) SANO. Essere sani consapevolmente ci permette di rimanere in contatto col nostro essere divino e realizzare la Sua Volontà: amare ed essere amati. La gematria di SALUTE בְּרִיאוּת (Beriùt) è 619 e ci viene in aiuto con un brindisi particolare:לְהַצְלָחַתְנוּ (Lehatzlachatènu 619) AL NOSTRO SUCCESSO! Alla nostra RIUSCITA! (Da “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, H. Aboav, Castelvecchi 2020)

שבוע טוב לכולם!

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Bereshit

IN PRINCIPIO בְּרֵאשִׁית (Bereshìt)! IN ORIGINE! Questa è la prima parola della Toràh e la sua radice è ר א ש (Resh-Àlef-Shin). Così si scrive רֹאשׁ (Rosh) CAPO, TESTA, la fonte del pensiero che dà origine al movimento dell’atto creativo. La ר (Resh) rappresenta l’inizio, l’origine e vale 200 come la parola עֶצֶם (‘Étzem) OSSO, ESSENZA, ma anche SOSTANZA che accompagna la parola אֵשׁ FUOCO con il suo potere trasformativo. La parola רֹאשׁ è composta dalle stesse lettere di אֹשֶׁר (Òsher) FELICITÀ. La prima lettera della Torah è la ב, la dimora delle dimore che accoglie l’energia pura della א. È aperta al lato sinistro e indica il movimento corretto del procedere; ci invita a non regredire e a non indagare i profondi misteri. Come la mistica ebraica insegna, la ב è stata scelta per questo compito di apertura così importante perché irradia בְּרָכָה (Berachàh) BENEDIZIONE ed è la lettera della CREAZIONE (Beriàh) בְּרִיאָה. Questa è anche la lettera che secondo la mistica ebraica rappresenta יִצְחָק Isacco (Yitzchàk), il patriarca che è stato stabile nella sua tenda e nella terra di Chenà’an. Anche la preposizione בְּ, quando significa IN, indica questo senso di contenenza. La parola che la segue èרְאשִׁית (Reshìt) PRINCIPIO. È un inizio temporale che vuole narrare il nulla anteriore, ma può essere anche un costrutto. Di che cosa? Della Toràh e di Israèl!

Se elaboriamo la parola בְּרֵאשִׁית può diventare בָּרָא שִׁית (Barà Shit): «Ha creato il fondamento». Quando si affrontano queste parole primordiali, ci si rende conto dei numerosi commenti e studi fatti su ciascuna delle parole del testo sacro.

La gematria di בְּרֵאשִׁית è 913 ed esprime diversi significanti, tutti molto interessanti. La sua energia annuncia che HASHEM HA FATTO CONOSCERE LA SUA SALVEZZA הוֹדִיעַ ה' יְשׁוּעָתוֹ (Hodì’a Hashèm Yeshu’atò) 913 e descrive che שֶׁל מָשִׁיחַ זֶה אוֹרוֹ (Zeh orò shel Mashìach 913) QUESTA (è) LA SUA LUCE DEL MASHIACH (UNTO)

È bello che questo valore numerico ricordi anche LE DUE TAVOLE DI PIETRA שְׁנֵי לוּחוֹת אֲבָנִים (Shenè luchòt avanìm 913) che subito ci ricordano le prime e le seconde tavole del patto, sulle quali furono incise le 10 PAROLE. Quale espressione più adatta potrebbe accompagnare questa immagine se non ricordare che וַיְכַל מֹשֶׁה אֶת הַמְּלָאכָה (Vayechàl Moshèh et hammelachàh 913) (E) MOSE’ HA PORTATO A TERMINE L’OPERA (della sua vita). Nasce spontaneo il desiderio di dirsi: אֶשָֹּא תּוֹרָה (Essà Toràh) INNALZERÒ (la) TORÀH (913) ogni giorno che verrà. 

בְּרֵאשִׁית בָּרָא אֱלֹקִים אֵת הַשָׁמַיִם וְאֵת הָאָרֶץ:

(Bereshìt barà Elokìm et hashshamàyim veèt haàretz:) 

«In principio Dio creò il cielo e la terra». (בְּרֵאשִׁית – Genesi 1,1)

שבת שלום לכולם!

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Speranza

SPERANZA תִּקְוָה (Tikvàh)! La sua radice è ק ו ה (Kof-Vav-He’) che esprime SPERARE ma anche RADUNARE e RACCOGLIERSI. La prima volta la troviamo nel terzo giorno della creazione quando Dio spronò le acque a raccogliersi in un solo luogo (Genesi 1,9):

 וַיֹּ֣אמֶר אֱלֹקִים יִקָּו֨וּ הַמַּ֜יִם מִתַּ֤חַת הַשָּׁמַ֙יִם֙ אֶל־מָקוֹם אֶחָ֔ד 

 ( Vayyòmer Elokìm:Yikkavù hammàyim mittàchat hashshamàyim el- makòm echàd.)

«E Dio disse: - Si RACCOLGANO le acque al di sotto del cielo verso un luogo uno». 

 La porta della radice è קו (Kav) LINEA che è anche sinonimo di כִּוּוּן (Chivvùn) DIREZIONE. In questo senso SPERANZA תִּקְוָה (Tikvàh) si accomuna a כַּוָּנָה (Cavvanàh) INTENZIONE perché ambedue manifestano il desiderio di incontrarsi in quel Luogo UNO che trascende lo spazio e il tempo e dona all’uomo il senso del TRASCENDENTALE. Lo conferma anche la גִימַטְרִיָּה (Ghìmatriyyàh) di ק ו ה il cui valore è 111, lo stesso valore della scrittura piena della אָלֶף א (Àlef) : la lettera per antonomasia che simbolizza l’UNITÀ di Dio. 111 è anche il valore energetico semantico dell’espressione אֶחָד הוּא אֱלֹקִים (Echàd Hu Elokìm) UNO É DIO. 

Nel libro di (Giosuè) יְהֹשֻׁעַ SPERANZA תִּקְוָה (Tikvàh) si traduce FILO. Quel filo rosso תִּקְוַת הַשָּׁנִי (Tikvàt hashshàni) che Rachàv legò alla finestra come gli esploratori le avevano suggerito e che le salvò la vita.

LA SPERANZA הַתִּקְוָה (Hattikvàh) è il nome dell’inno dello Stato di ִישְֹרָאֵל (Yisraèl) ISRAELE e la speranza di vivere in pace nella sua terra è sempre stato il suo più grande sogno e desiderio. 

I Salmi insegnano (62,6):

 כִּי־מִמֶּנּוּ תִּקְוָתִֽי

(Chi mimmènnu tikvatì)

«Chè da Lui (viene) la mia תִּקְוָה SPERANZA»!

Il processo di relazione semantico energetico che si crea tra il valore numerico delle parole ebraiche ci dona un’ulteriore spiegazione: 

 תִּקְוָה 511 SPERANZA è LA LUCE DELLA MISERICORDIA (BONTÁ) E DELLA FORZA אוֹר הַחֵסֶד וְהַגְּבוּרָה (Or hachèsed vehaghghevuràh 511).

Yehudàh ‘Amichày dà un saggio suggerimento per accrescere la speranza di un mondo migliore: 

מִן הַמָּקוֹם שֶׁבּוֹ אָנוּ צוֹדְקִים לֹא יִצְמְחוּ לְעוֹלָם פְּרָחִים בָּאָבִיב!

(Min hammakòm shebò anu tzodekìm lo itzmechù le’olàm perachìm (ch gutturale) baavìv!)

«DAL LUOGO OVE NOI VOGLIAMO AVERE RAGIONE, NON GERMOGLIERANNO MAI FIORI IN PRIMAVERA»!

!שבת שלום וחג סוכות שמח לכולם  

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Sukkà

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CAPANNA סֻכָּה (Succàh)! Dopo Chippur si festeggia il 15 di Tishrì la festa di סֻכּוֹת Succòt CAPANNE. (Inizierà domani sera).

בַּסֻּכֹּ֥ת תֵּשְׁב֖וּ שִׁבְעַ֣ת יָמִ֑ים כָּל־הָֽאֶזְרָח֙ בְּיִשְׂרָאֵ֔ל יֵשְׁב֖וּ בַּסֻּכֹּֽת׃

(Bassuccòt teshevù shiv’at yamìm; col haezràch beYisraèl yeshvù bassuccòt)

<> (Levitico 23, 42)

 Il testo continua per ricordare alle generazioni che verranno che il Signore li ha fatti dimorare nelle capanne quando li ha fatti uscire dall’Egitto.

La radice di questa parola è ס כ ך che introduce il tema del COPRIRE, PROTEGGERE, NASCONDERE fino a SEDERE nella SUCCÀH nella sua forma riflessiva. Una radice molto vicina e suo sinonimo è ח פ ה dalla quale deriva la parola חֻפָּה (Chuppàh) il BALDACCHINO NUZIALE che si stende sopra la testa degli sposi. La presenza divina è sopra a mo’ di grande כִּפָּה (Chippàh) ed è segno di grande benedizione. Le סֻכּוֹת (Succòt) nel deserto ne sono la dimostrazione. Come avrebbero gli ebrei potuto sostenere il clima inclemente del deserto, gli scorpioni e i serpenti per così tanti anni senza la protezione divina?

 “Nascondi la tua faccia dai miei peccati e cancella tutte le mie colpe. Creami un cuore puro, o Dio e rinnova in me uno spirito saldo (corretto). Ridonami la gioia della tua salvezza e sostienimi con Spirito generoso” (salmo 51-11,12,14.) Queste sono le parole che ci hanno accompagnato nel digiuno e auguro che continuino ad essere parole incisive nel nostro risiedere sotto la סֻכָּה (Succàh). In essa è comandata proprio la GIOIA שִׁמְחָה (Simchàh) infatti questi 7 giorni vengono denominati anche (Zemàn simchàtenu) זְמָן שִֹמְחָתֵנוּ TEMPO DELLA NOSTRA GIOIA.

La סֻכָּה (Succàh) viene lasciata aperta per accogliere chiunque ma secondo la mistica ebraica si onorano in particolare 7 OSPITI ֹ אוֹרְחִים (Orechìm) speciali, chiamati in aramaico אוּשְׁפִּיזִין (Ushpizìn): אַבְרָהָם, יִצְחָק, יַעֲקֹב, מֹשֶה, אַהֲרוֹן, יוֹסֵף וְדָוִד (Avrahàm, Ytzchàk, Ya’akòv, Moshèh, Aharòn, Yosèf veDavìd (Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Aronne, Giuseppe e (il re) David.) Si ricordano tutti in tutti e sette i giorni, ma ogni giorno è dedicato a un ospite in particolare.

È interessante pensare che la gematria di סֻכּוֹת 486 sia di uguale valore dell’espressione שָׁלוֹם עִם (Shalòm 'im) PACE CON…!

È quello che auguro a tutti noi di poter abitare in una סֻכַּת שָּלוֹם (Succàt Shalòm) in ogni tempo e in ogni luogo. INSIEME! בְּיַחַד (Beyàchad)! 

  !שבוע טוב וחג סוכות שמח לכולם

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Tenda

TENDA אֹהֶל (Òhel)!

Il significante sotteso di questa parola, legata alla vita nomade, è la fragilità e la temporaneità della vita umana che riesce a superare le avversità sotto la Protezione Divina. Lo dimostra la ה (He’), lettera dell’anima e della divinità fra la (Àlef ) א e la ל (Làmed) che insieme formano la parola אֵל (El) : una delle espressioni che denominano la Manifestazione Divina e FORZA, PRODEZZA, POTERE. אֶל (El) significa anche VERSO e PRESSO… Famosa è la Tenda della Testimonianza: אֹהֶל הָעֵדוּת (Òhel Ha’edùt) che accoglieva La Presenza di Dio.

IL valore gematrico di אֹהֶל (Òhel) TENDA è 36 come la parola לְבַד (Levàd) SOLO. ד (Dalet) è una porta e לֵב è cuore. La vera solitudine permette di accedere al cuore. Ce lo insegna la vita nel deserto!

Le סֻכּוֹת (Succot) CAPANNE che denominano l’importante festa di Succòt ricordano proprio le tende del deserto e la PRESENZA PERENNE DEL SIGNORE!

שבת שלום לכולם!

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Yom Kippur

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IL GIORNO DI CHIPPUR יוֹם הַכִּפּוּרִים (Yom hacchippurìm)!

La radice כ פ ר (Caf-Pe’-Resh) si esprime con diversi significati a seconda della costruzione verbale. Nella forma più semplice כָּפַר (Càfar) significa RIFIUTARE LA FEDE, SMETTERE DI CREDERE o spalmare (COPRIRE,) con catrame כֹּפֶר (Còfer). כֹּפֶר (Còfer) è anche RISCATTO. 

Nella terza costruzione verbale כִּפֵּר (Chippèr) il significato cambia straordinariamente e diventa ESPIARE, PERDONARE ed è l’energia che accompagna il DIGIUNO צוֹם (Tzom) della ricorrenza solenne di CHIPPUR כִּפּוּר.

Questo passaggio dal rifiuto alla scelta di vivere, dall’ombra alla luce, fa riflettere. A volte abbiamo bisogno di un distacco per riappropriarci pienamente di noi stessi. Perdonare e chiedere il perdono al Signore per poter espiare i nostri peccati, è tornare pienamente al desiderio della propria vita e al proprio essere più profondo. Un incontro essenziale con noi stessi alla ricerca autentica della nostra vera identità. A Chippur, si richiede di comprendere fino in fondo il criterio divino di rimanere neutro di fronte alle dispute umane: in questo giorno ognuno deve chiedere perdono e dare perdono. כ פ ר(300): diventiamo una BOCCA TENERA פ רך (Pèh Rach) (300)! Anche CON MISERICORDIAבְּרַחֲמִים (Berachamìm) vale 300 secondo lo SPIRITO di DIO רוּחַ אֱלֹקִים (300) (Al posto della ה per rispetto si scrive ק ma si conta la ה 5 : 86 + 214 Rùach Elokìm)! I maestri insegnano che siamo tutti una sola ANIMA. Solo con questa consapevolezza può esserci piena espiazione e l’ingresso alla vera strada del RITORNO e del PENTIMENTO תְשוּבָה (Teshuvàh). Una RISPOSTA! La radiceכ פ ר (Caf-Pe’-Resh) come abbiamo già letto, ha un valore gematrico di 300 come la lettera ש (Shin), la lettera del cambiamento e simbolo dell’alleanza fra il Creatore e la sua creazione. Non dimentichiamo mai CHÈ HASHÈM (EGLI È) DIO NON (C’È) (nessuno) ANCORA. (Non c’è nessuno all’infuori di LUI.)

 כִּי ה' הוּא אֱלֹקִים אֵין עוֹד מִלְּבַדּוֹ                                     

(Chi Hashèm Elokìm en ‘od). 

A Chippur quindi ci si augura di essere perdonati e iscritti nel libro della VITA! È per questo che l’augurio per questa celebrazione è חֲתִימָה טוֹבָה (CHATIMÀH TOVÀH) “BUONA FIRMA!” 

Digiuno leggero! צום קל(Tzom kal)

(Dopo Chippur fino a Sheminì ‘Atzèret si aggiunge גְמַר 

(Ghemàr- finire ג מ ר) per augurare una definitiva firma.)

(A Roma il digiuno inizierà mercoledì 1 ottobre alle ore 18.34 e terminerà giovedì 2 alle 19.31.)

חתימה טובה לכולם!

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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025. 

Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/

H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020. 

H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:

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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).

Shofar

SHOFAR שׁוֹפָר! Corno di ovino o caprino che verrà suonato ancora giovedì sera con solennità in tutti i templi e richiamerà a una maggiore presa di coscienza di sé. ש פ ר introduce il tema del MIGLIORARE, CORREGGERE, ABBELLIRE, PRODURRE MIGLIORIE. Ricordiamo il nome delle levatrici ebree in Egitto:

שִׁפְרָ֔ה וְשֵׁ֥ם הַשֵּׁנִ֖ית פּוּעָֽה שֵׁם הָֽאַחַת֙ 

(shem haachàt Shifràh veshèm hashenìt Pu’àh)

Il nome di una è Shifrà e il nome della seconda Puà.

È evidente l’assonanza di שִׁפְרָה con שׁוֹפָר. Il suo ruolo era quello di ripulire il neonato e renderlo presentabile nella bellezza del suo vero aspetto. Così dovremmo comportarci con noi stessi per essere integri alla presenza divina del sacro giorno di Chippur come è stato nei giorni di רֹאשׁ הַשָּׁנָה Rosh hashanàh il CAPODANNO ebraico. Puà intratteneva invece il bambino con il suono della sua voce come si usa fare con i neonati. Rashì insegna che stiamo parlando di Yochèved e Miriàm, la madre e la sorella di Mosè e Aron che ricevettero in dono dal Signore per la loro fedeltà al popolo d’Israele, il SACERDOZIO כְּהֻנָּה (Chehunnàh) e la REGALITA’ (Malchùt) מַלְכוּת .

שׁוֹפָר: la ש espande forza attraverso i suoi tre bracci e ricorda i 3 livelli dell’anima נֶפֶשׁ,רוּח וְנְשָׁמָה (Nèfesh, Rùach veNeshamàh) con grande richiamo. La ו la collega intimamente alla voce vibrante della פ che risuona alta nell’impulso di riconquistare l’origine di ogni cosa nella ר per rinnovare senza sosta lo slancio alla vita e alla preghiera. Coerente con questa riflessione è l’espressione dal valore numerico 586 come וַיַּאֲמִינוּ בַּה' וּבְמֹשֶׁה עַבְדּוֹ (Vayyaamìnu baHashem ubeMoshèh ‘avdò) E CREDETTERO (Confidarono) IN HASHEM E IN MOSE’ SUO SERVITORE (Esodo 14,31). Le acque si erano divise al Suo volere ma anche per la fede dell’uomo. Il suono dello shofar ricorda anche il montone che ha sostituito Isacco nel sacrificio e che dopo questa grande prova, egli rinasce a nuova vita. Il Rabbino Adin Steinsaltz ז''ל ci ha lasciati, ma le sue parole ancora risuonano alte e ci aiutano ad affrontare questo periodo di maturazione e teshuvàh. Dal suo libro “Il candelabro d’oro” riporto la sua descrizione sui tipi di suono dello שׁוֹפָר: “TEKI’A’ è la voce pura che viene dall’interiorità del cuore ed è seguita dagli SHEVARIM: un gemito che esprime l’incrinatura del cuore ed infine la TERU’A’: un lamento, un pianto, destinato a risvegliare la misericordia di Dio.” Termino con una sua riflessione che mi ha veramente colpita:

” Dalle profondità del cuore devo ricercare dentro di me per trovare il punto in cui origino in Dio”!

Buona riflessione a tutti….siamo nei giorni penitenziali!

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Rosy Hashana

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Il CAPODANNO ebraico רֹאשׁ הַשָּׁנָה (Rosh hashanàh)! La הַ, prima di שנה è l’articolo. Le due parole formano un costrutto: רֹאשׁ (Rosh) CAPO, TESTA, la parte che dà inizio al corpo. In questa occasione anche l’anno possiede una testa e come il cervello sul corpo umano, inizierà e influenzerà tutti i giorni dell’anno.

L’anagramma di רֹאשׁ (Rosh) è אֹשֶׁר (Òsher) BENEDIZIONE, BUONA RIUSCITA, BUONA SORTE e FELICITÀ. Il valore di ambedue parole è 501. Anche il figlio di Giacobbe nato da Zilpà, si chiamava אָשֵׁר (Ashèr) perché Lea si era sentita fortunata. (Genesi 30,13)

La radice di שָׁנָה (Shanàh) ANNO è ש נ ה (Shin-Nun-He’) e si esprime su diversi significanti. Per il nostro argomento è bene metterne in risalto 2: RIPETERE, STUDIARE e TRASFORMARE, CAMBIARE.

Siamo di fronte ad un’espressione di significato più ampio:

Rosh Hashshanàh רֹאשׁ הַשָּׁנָה INIZIO DELLA TRASFORMAZIONE o DELLO STUDIO.

Lo שׁוֹפָר (Shofàr), il corno di ovino o caprino, verrà suonato con solennità in tutti i templi, richiamerà a una presa di coscienza di sé particolare e ci ricorderà di MIGLIORARE che è il tema della radice dello שׁוֹפָר (Shofàr--Shin-Pe’-Resh) ש פ ר . 

La sera di Rosh Hashanàh, dopo la SANTIFICAZIONE קִדּוּשׁ (Kiddùsh) col vino e la lavatura delle mani, si benedice il pane prima arricchito del sale e poi immerso nel miele come ha insegnato il Talmud. È uso antichissimo assaggiare come buono augurio: i fichi, la zucca, il finocchio, i porri, la bietola, i datteri, il melograno, la testa di agnello e i pesci in un ORDINE סֵדֶר Sèder particolare.

In questo giorno rieleggere il Signore “Re” di tutti noi con la preghiera, ci darà la possibilità di iniziare daccapo la nostra vita. 

“Fino a che c’è vita, c’è FELICITÀ” 

שָׁנָה טוֹבָה וּמְתוּקָה לְכֻּלָּם!

UN BUON E DOLCE ANNO A TUTTI!

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Gheullah

REDENZIONE גְּאֻלָּה (Gheullàh)! Anche LIBERAZIONE. Questa parola si muove nel significante della SALVEZZA e per questo Artom traduce גְּאֻלָּה (Gheullàh) anche יְשׁוּעָה (Yeshu’àh). Le parole di Mosè al popolo in Esodo 14,13 confermano attraverso la traduzione di Kushner LIBERAZIONE. 

אַל־תִּירָאוּ הִתְיַצְבוּ וּרְאוּ אֶת־יְשׁוּעַת ה' אֲשֶׁר־יַעֲשֶׂה לָכֶם הַיּוֹם

(Al-tiraù hiteyatzvù ureù et-Yeshuàt Hashèm ashèr ya’assèh lachèm (s.gutt.) hayyòm.)

«Non temete! Fermatevi e vedrete la liberazione di Hashèm che farà per voi oggi».

Nel Tanàch si usa poco questo vocabolo che si arricchisce di un altro significato: RISCATTO. Ne è un esempio il capitolo 25 del Levitico, legato al Giubileo che ricorda che le terre appartengono al Signore. Solo ai Leviti è concesso un diritto di גְּאֻלַּ֥ת עוֹלָ֖ם (Gheulàt ‘olàm) RISCATTO ETERNO.

Molte volte studiamo questo costrutto spirituale, accompagnato dall’espressione-sinonimo בִּיאַת הַמַּשִׁיחַ (Biàt hammashìach) La VENUTA DEL MESSIA. Cosa si può fare per redimerci e affrettare la sua venuta? Il popolo d’Israele si è redento ed è stato liberato dall’Egitto e dagli esili dal braccio teso di Hashèm. Come poter afferrarLo senza il timore di perderci e cadere? Solo la speranza di rimanere saldi nell’Amore e nella Volontà divina è la soluzione. Riflettevo sulla diversità delle parole ESILIO גולה (Golàh) e REDENZIONE גאולה (Gheulàh) senza vocali: c’è solo una א che le distingue. La conquista dell’UNITÀ אַחְדוּת (Achdùt) interiore oltre ogni tipo di scissione pericolosa è ciò che libera, redime e salva. La א è la forza che risolve gli opposti e crea la stabilità. La gematria di גאולה ha il valore numerico di 45 come לֵב אֶחָד (Lev echàd) UN CUORE UNO e come UOMO אָדָם (Adàm). Anche nelle parole בֹּר (Bor) e בְּאֵר (Beèr) ambedue POZZO troviamo la stessa differenza. La א ci dona subito l’immagine di un pozzo pieno d’acqua viva mentre la sua assenza ci getta in manifestazioni di morte e prigionia. Anche la בִּרְְכַּת גְּאֻלָּה (Bircàt gheullàh) BENEDIZIONE DI LIBERAZIONE che si recita dopo lo Shemà’ e prima della ‘Amidàh, si basa sulla piena fede nel Signore.

La parola גְּאֻלָּה inizia con la ג, la lettera dell’espansione espressiva umana che porta fuori dall’inusuale e dà forza e termina con לה che posso interpretare 'לה (Le Hashèm) PER, VERSO HASHÉM nonché avere presente che ogni mio atto è dedito a conquistare la dimensione trascendentale che illumina e che dà quel senso di allineamento che fa sentire vivi e nell’abbondanza. 

La sua radice ג א ל è un verbo שְׁלֵמִים (Shelemìm) COMPLETI nel senso che possiamo ritrovare presenti in ogni parola derivata i tre radicali. Che una preghiera di gratitudine si elevi verso il nostro גוֹאֵל (Goèl) LIBERATORE, SALVATORE e REDENTORE.

I Chasidìm di Breslav insegnano che הָאַהֲבָה הִיא הַגְּאֻלָּה (Haahavàh hi hagheullàh) L’AMORE è LA REDENZIONE, LA SALVEZZA, LA LIBERAZIONE.

שבת שלום לכולם!

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Sefirah 

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SEFIRÀHסְפִירָה ! La sua traduzione più immediata è CONTEGGIO o CONTA e si scrive esattamente come la parola SFERA ספֵירָה. 

La radice ס פ ר esprime due temi in particolare il CONTARE לִסְפֹּר (Lispòr) e il RACCONTARE (Lesappèr) לְסַפֵּר. Da un punto di vista della Kabalàh le סְפִירוֹת SEFIROT, 10 di NUMERO מִסְפָּר (Mispàr), vengono descritte come EMANAZIONI o MANIFESTAZIONI nonché ATTRIBUTI del Divino: “gradi”, sfere, forze con le quali Hashèm esprime la sua Volontà nel mondo in ogni livello della conoscenza esistenziale. SEFIROT (plurale) סְפִירוֹת 756 hanno lo stesso valore numerico di קְרָנוֹת (Keranòt) RAGGI 756. Esse Raccontanoמְסַפְּרוֹת (Mesapperòt) la GLORIA di Dio attraverso la loro rappresentazione nell’ALBERO (della) VITA עֵץ חֵיִּים (Etz chayyìm). Nel verso 11 del capitolo 29 del primo libro delle Cronache possiamo leggere qualità sefirotiche del Signore:

לְךָ֣ ה' הַגְּדֻלָּ֨ה וְהַגְּבוּרָ֤ה וְהַתִּפְאֶ֙רֶת֙ וְהַנֵּ֣צַח וְהַהוֹד כִּי־כֹ֖ל בַּשָּׁמַ֣יִם וּבָאָ֑רֶץ לְךָ֤ ה֙' הַמַּמְלָכָ֔ה....                                     

(Lechà Hashèm haghedullàh vehaghevuràh vehattifèret vehannètzach vehahòd chi-chol bashshamàyim uvaàretz; lechà Hashèm hammamlachàh « A Te Hashèm la GRANDEZZA (nell’albero delle sefirot CLEMENZA) e la POTENZA e la BELLEZZA-GLORIA e ETERNITÀ-VITTORIA e lo SPLENDORE poiché tutto quello che è in cielo e sulla terra è Tuo il REGNO….».

Esiste una bella connessione fra סְפִירוֹת SEFIROT 756 e l’espressione SALITA ALLA TORÀH עֲלְיָּה לַתּוֹרָה (‘Aliyyàh LatToràh) 756. 

La radice ס פ ר include anche la parola סַפִּיר (Sapìr) ZAFFIRO, probabilmente un omonimo (parola che deriva dalla stessa radice ma che se ne distanzia per significato); in questo caso è sicuramente simile da un punto di vista energetico. Il midrash insegna che le prime Tavole della Legge fossero di סַפִּיר (Sapìr) ZAFFIRO : una delle pietre del PETTORALE חֹשֶׁן (Choshen) del Grande Sacerdote. Troviamo anche nella prima visione di Ezechiele la pietra di סַפִּיר (Sapìr) ZAFFIRO. Infine non voglio trascurare una parola molto importante della radice ס פ ר: LIBROסֵפֶר (Sefer- Sefarim) che vale 340 come la parola שֵׁם (Shem) NOME. 

Diamo la nostra energia e presenza continua al RACCONTO סִפּוּר (Sippùr) della nostra vita e meditiamo su tutta la sua abbondanza con gratitudine.

שלום לכולם!

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Giglio

GIGLIO חֲבַצֶּלֶת (Chavatzèlet)! Anche lo Shiloni traduce così ma si fa un po’ di confusione con questo vocabolo che M. E. Artom traduce שׁוֹשַנָּה (Shoshannàh) che in genere intende ROSA. 

אֲנִי חֲבַצֶּלֶת הַשָּׁרוֹן שֹֽׁושַׁנַּת הָעֲמָקִֽים

(Anì chavatzèlet Hasharòn shoshannàt ha’amakìm)

«Io (sono) il giglio dello Sharòn, la rosa delle valli». 

L’autore di questo primo verso del secondo capitolo del Cantico dei cantici sembra superare questa dicotomia: il giglio viene definito una rosa della VALLE עֵמֶק (‘Émek); infatti «lo Sharòn è la grande pianura, ricca di vegetazione che si estende lungo la costa del Mediterraneo, a sud del Carmelo, sino a Giaffa» (A. Luzzatto) e la חֲבַצֶּלֶת (Chavatzèlet) viene anche chiamata ROSA DELLO SHARÒN חֲבַצֶּלֶת הַשָֹרוֹן (Chavatzèlet haSharòn).

Troviamo questa espressione nella preghiera che si recita prima della lettura dei Salmi:

וְעַל יְדֵי אֲמִִירַת תְּהִִלִּים תִּתְעוֹרֵר חֲבַצֶלֶת הַשָּׁרוֹן 

(Ve’al yedè amiràt Tehillìm tit’orèr chavatzèlet haSharòn.)

«E attraverso la recitazione dei Salmi fai sorgere la rosa dello Sharòn»

(Trad. Rav S. Bekhor). 

Se leggiamo il verso seguente del Cantico torna l’idea della rosa tra le spine e subito si accende dentro di noi l’immagine familiare della ROSA שׁוֹשַנָּה (Shoshannàh) che denominiamo anche וֶרֶד (Vèred).

Nel Tanàch (Bibbia) troviamo solo un’altra citazione in Isaia 35,1 che non lascia dubbi nel tradurre giglio. 

וְתָגֵל עֲרָבָה וְתִפְרַח כַּחֲבַצָּלֶת

(Vetagèl ‘aravàh vetifràch cachavatzàlet)

«E gioirà la pianura e fiorirà come un giglio»!

Questo FIORE פֶּרַח (Pèrach) è della famiglia dei narcisi e si trova anche nel deserto. La חֲבַצֶּלֶת per lo più è BIANCA לְבָָנָה (Levanàh) e ci dona purezza ma è anche סְגֻלָּה (Segullàh) VIOLA, וְרֻדָּה (Veruddàh) ROSA e צְהֻבָּה (Tzehubbàh) GIALLA.


Il nome חֲבַצֶּלֶת era molto usato in Israele tanti anni fa ed era noto che influiva sul senso di giustizia e onestà in un assetto esistenziale solido anche se si diceva che le persone chiamate così avevano un grande bisogno di visibilità.

Se elaboriamo questo nome infatti, riconosciamo subito la centralità della צ, la lettera della giustizia e dell’umiltà tra l’energia di תֵּל (Tel) MONTICELLO, COLLE in fondo e il senso INTERNO tra il seno di חֹב (Chov) che apre la parola. 

Ogni parola apre un mondo di riflessioni e anche חֲבַצֶּלֶת è piena di significanti col suo valore 530 ma scelgo una promessa che è proprio in sintonia con le mie riflessioni: אַצְמִִיחַ לְדָוִִד צֶמַח צְדָקָה (Atzmìach leDavìd tzèmach tzedakàh) FARÒ GERMOGLIARE PER DAVID UNA PIANTA DI GIUSTIZIA (530). Che tutti noi possiamo godere dei grandi doni della vita per sempre.

שלום לכולם!

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