Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma
Biografia e Opere della Dottoressa Hora Aboav – Psicologa, Psicoterapeuta e Insegnante di Ebraico Biblico a Roma
HORA ABOAV
Psicologa e psicoterapeuta, insegna Ebraico biblico al Centro di Cultura ebraica di Roma.
Educatrice e "Candela della Memoria", ha insegnato alla scuola elementare ebraica Vittorio Polacco" di Roma. Ha inoltre vissuto in Israele, nel kibbutz Revadim. Ha pubblicato Le voci delle parole ebraiche (Nadir Media, 2022). ('Attàh) Adesso. Il tempo delle parole ebraiche (Nadir Media, 2024) e, per Castelvecchi. Crescere con le radici delle parole ebraiche (2020).
Tenda
TENDA אֹהֶל (Òhel)!
Il significante sotteso di questa parola, legata alla vita nomade, è la fragilità e la temporaneità della vita umana che riesce a superare le avversità sotto la Protezione Divina. Lo dimostra la ה (He’), lettera dell’anima e della divinità fra la (Àlef ) א e la ל (Làmed) che insieme formano la parola אֵל (El) : una delle espressioni che denominano la Manifestazione Divina e FORZA, PRODEZZA, POTERE. אֶל (El) significa anche VERSO e PRESSO… Famosa è la Tenda della Testimonianza: אֹהֶל הָעֵדוּת (Òhel Ha’edùt) che accoglieva La Presenza di Dio.
IL valore gematrico di אֹהֶל (Òhel) TENDA è 36 come la parola לְבַד (Levàd) SOLO. ד (Dalet) è una porta e לֵב è cuore. La vera solitudine permette di accedere al cuore. Ce lo insegna la vita nel deserto!
Le סֻכּוֹת (Succot) CAPANNE che denominano l’importante festa di Succòt ricordano proprio le tende del deserto e la PRESENZA PERENNE DEL SIGNORE!
שבת שלום לכולם!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Yom Kippur
IL GIORNO DI CHIPPUR יוֹם הַכִּפּוּרִים (Yom hacchippurìm)!
La radice כ פ ר (Caf-Pe’-Resh) si esprime con diversi significati a seconda della costruzione verbale. Nella forma più semplice כָּפַר (Càfar) significa RIFIUTARE LA FEDE, SMETTERE DI CREDERE o spalmare (COPRIRE,) con catrame כֹּפֶר (Còfer). כֹּפֶר (Còfer) è anche RISCATTO.
Nella terza costruzione verbale כִּפֵּר (Chippèr) il significato cambia straordinariamente e diventa ESPIARE, PERDONARE ed è l’energia che accompagna il DIGIUNO צוֹם (Tzom) della ricorrenza solenne di CHIPPUR כִּפּוּר.
Questo passaggio dal rifiuto alla scelta di vivere, dall’ombra alla luce, fa riflettere. A volte abbiamo bisogno di un distacco per riappropriarci pienamente di noi stessi. Perdonare e chiedere il perdono al Signore per poter espiare i nostri peccati, è tornare pienamente al desiderio della propria vita e al proprio essere più profondo. Un incontro essenziale con noi stessi alla ricerca autentica della nostra vera identità. A Chippur, si richiede di comprendere fino in fondo il criterio divino di rimanere neutro di fronte alle dispute umane: in questo giorno ognuno deve chiedere perdono e dare perdono. כ פ ר(300): diventiamo una BOCCA TENERA פ רך (Pèh Rach) (300)! Anche CON MISERICORDIAבְּרַחֲמִים (Berachamìm) vale 300 secondo lo SPIRITO di DIO רוּחַ אֱלֹקִים (300) (Al posto della ה per rispetto si scrive ק ma si conta la ה 5 : 86 + 214 Rùach Elokìm)! I maestri insegnano che siamo tutti una sola ANIMA. Solo con questa consapevolezza può esserci piena espiazione e l’ingresso alla vera strada del RITORNO e del PENTIMENTO תְשוּבָה (Teshuvàh). Una RISPOSTA! La radiceכ פ ר (Caf-Pe’-Resh) come abbiamo già letto, ha un valore gematrico di 300 come la lettera ש (Shin), la lettera del cambiamento e simbolo dell’alleanza fra il Creatore e la sua creazione. Non dimentichiamo mai CHÈ HASHÈM (EGLI È) DIO NON (C’È) (nessuno) ANCORA. (Non c’è nessuno all’infuori di LUI.)
כִּי ה' הוּא אֱלֹקִים אֵין עוֹד מִלְּבַדּוֹ
(Chi Hashèm Elokìm en ‘od).
A Chippur quindi ci si augura di essere perdonati e iscritti nel libro della VITA! È per questo che l’augurio per questa celebrazione è חֲתִימָה טוֹבָה (CHATIMÀH TOVÀH) “BUONA FIRMA!”
Digiuno leggero! צום קל(Tzom kal)
(Dopo Chippur fino a Sheminì ‘Atzèret si aggiunge גְמַר
(Ghemàr- finire ג מ ר) per augurare una definitiva firma.)
(A Roma il digiuno inizierà mercoledì 1 ottobre alle ore 18.34 e terminerà giovedì 2 alle 19.31.)
חתימה טובה לכולם!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
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Shofar
SHOFAR שׁוֹפָר! Corno di ovino o caprino che verrà suonato ancora giovedì sera con solennità in tutti i templi e richiamerà a una maggiore presa di coscienza di sé. ש פ ר introduce il tema del MIGLIORARE, CORREGGERE, ABBELLIRE, PRODURRE MIGLIORIE. Ricordiamo il nome delle levatrici ebree in Egitto:
שִׁפְרָ֔ה וְשֵׁ֥ם הַשֵּׁנִ֖ית פּוּעָֽה שֵׁם הָֽאַחַת֙
(shem haachàt Shifràh veshèm hashenìt Pu’àh)
Il nome di una è Shifrà e il nome della seconda Puà.
È evidente l’assonanza di שִׁפְרָה con שׁוֹפָר. Il suo ruolo era quello di ripulire il neonato e renderlo presentabile nella bellezza del suo vero aspetto. Così dovremmo comportarci con noi stessi per essere integri alla presenza divina del sacro giorno di Chippur come è stato nei giorni di רֹאשׁ הַשָּׁנָה Rosh hashanàh il CAPODANNO ebraico. Puà intratteneva invece il bambino con il suono della sua voce come si usa fare con i neonati. Rashì insegna che stiamo parlando di Yochèved e Miriàm, la madre e la sorella di Mosè e Aron che ricevettero in dono dal Signore per la loro fedeltà al popolo d’Israele, il SACERDOZIO כְּהֻנָּה (Chehunnàh) e la REGALITA’ (Malchùt) מַלְכוּת .
שׁוֹפָר: la ש espande forza attraverso i suoi tre bracci e ricorda i 3 livelli dell’anima נֶפֶשׁ,רוּח וְנְשָׁמָה (Nèfesh, Rùach veNeshamàh) con grande richiamo. La ו la collega intimamente alla voce vibrante della פ che risuona alta nell’impulso di riconquistare l’origine di ogni cosa nella ר per rinnovare senza sosta lo slancio alla vita e alla preghiera. Coerente con questa riflessione è l’espressione dal valore numerico 586 come וַיַּאֲמִינוּ בַּה' וּבְמֹשֶׁה עַבְדּוֹ (Vayyaamìnu baHashem ubeMoshèh ‘avdò) E CREDETTERO (Confidarono) IN HASHEM E IN MOSE’ SUO SERVITORE (Esodo 14,31). Le acque si erano divise al Suo volere ma anche per la fede dell’uomo. Il suono dello shofar ricorda anche il montone che ha sostituito Isacco nel sacrificio e che dopo questa grande prova, egli rinasce a nuova vita. Il Rabbino Adin Steinsaltz ז''ל ci ha lasciati, ma le sue parole ancora risuonano alte e ci aiutano ad affrontare questo periodo di maturazione e teshuvàh. Dal suo libro “Il candelabro d’oro” riporto la sua descrizione sui tipi di suono dello שׁוֹפָר: “TEKI’A’ è la voce pura che viene dall’interiorità del cuore ed è seguita dagli SHEVARIM: un gemito che esprime l’incrinatura del cuore ed infine la TERU’A’: un lamento, un pianto, destinato a risvegliare la misericordia di Dio.” Termino con una sua riflessione che mi ha veramente colpita:
” Dalle profondità del cuore devo ricercare dentro di me per trovare il punto in cui origino in Dio”!
Buona riflessione a tutti….siamo nei giorni penitenziali!
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Rosy Hashana
Il CAPODANNO ebraico רֹאשׁ הַשָּׁנָה (Rosh hashanàh)! La הַ, prima di שנה è l’articolo. Le due parole formano un costrutto: רֹאשׁ (Rosh) CAPO, TESTA, la parte che dà inizio al corpo. In questa occasione anche l’anno possiede una testa e come il cervello sul corpo umano, inizierà e influenzerà tutti i giorni dell’anno.
L’anagramma di רֹאשׁ (Rosh) è אֹשֶׁר (Òsher) BENEDIZIONE, BUONA RIUSCITA, BUONA SORTE e FELICITÀ. Il valore di ambedue parole è 501. Anche il figlio di Giacobbe nato da Zilpà, si chiamava אָשֵׁר (Ashèr) perché Lea si era sentita fortunata. (Genesi 30,13)
La radice di שָׁנָה (Shanàh) ANNO è ש נ ה (Shin-Nun-He’) e si esprime su diversi significanti. Per il nostro argomento è bene metterne in risalto 2: RIPETERE, STUDIARE e TRASFORMARE, CAMBIARE.
Siamo di fronte ad un’espressione di significato più ampio:
Rosh Hashshanàh רֹאשׁ הַשָּׁנָה INIZIO DELLA TRASFORMAZIONE o DELLO STUDIO.
Lo שׁוֹפָר (Shofàr), il corno di ovino o caprino, verrà suonato con solennità in tutti i templi, richiamerà a una presa di coscienza di sé particolare e ci ricorderà di MIGLIORARE che è il tema della radice dello שׁוֹפָר (Shofàr--Shin-Pe’-Resh) ש פ ר .
La sera di Rosh Hashanàh, dopo la SANTIFICAZIONE קִדּוּשׁ (Kiddùsh) col vino e la lavatura delle mani, si benedice il pane prima arricchito del sale e poi immerso nel miele come ha insegnato il Talmud. È uso antichissimo assaggiare come buono augurio: i fichi, la zucca, il finocchio, i porri, la bietola, i datteri, il melograno, la testa di agnello e i pesci in un ORDINE סֵדֶר Sèder particolare.
In questo giorno rieleggere il Signore “Re” di tutti noi con la preghiera, ci darà la possibilità di iniziare daccapo la nostra vita.
“Fino a che c’è vita, c’è FELICITÀ”
שָׁנָה טוֹבָה וּמְתוּקָה לְכֻּלָּם!
UN BUON E DOLCE ANNO A TUTTI!
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Gheullah
REDENZIONE גְּאֻלָּה (Gheullàh)! Anche LIBERAZIONE. Questa parola si muove nel significante della SALVEZZA e per questo Artom traduce גְּאֻלָּה (Gheullàh) anche יְשׁוּעָה (Yeshu’àh). Le parole di Mosè al popolo in Esodo 14,13 confermano attraverso la traduzione di Kushner LIBERAZIONE.
אַל־תִּירָאוּ הִתְיַצְבוּ וּרְאוּ אֶת־יְשׁוּעַת ה' אֲשֶׁר־יַעֲשֶׂה לָכֶם הַיּוֹם
(Al-tiraù hiteyatzvù ureù et-Yeshuàt Hashèm ashèr ya’assèh lachèm (s.gutt.) hayyòm.)
«Non temete! Fermatevi e vedrete la liberazione di Hashèm che farà per voi oggi».
Nel Tanàch si usa poco questo vocabolo che si arricchisce di un altro significato: RISCATTO. Ne è un esempio il capitolo 25 del Levitico, legato al Giubileo che ricorda che le terre appartengono al Signore. Solo ai Leviti è concesso un diritto di גְּאֻלַּ֥ת עוֹלָ֖ם (Gheulàt ‘olàm) RISCATTO ETERNO.
Molte volte studiamo questo costrutto spirituale, accompagnato dall’espressione-sinonimo בִּיאַת הַמַּשִׁיחַ (Biàt hammashìach) La VENUTA DEL MESSIA. Cosa si può fare per redimerci e affrettare la sua venuta? Il popolo d’Israele si è redento ed è stato liberato dall’Egitto e dagli esili dal braccio teso di Hashèm. Come poter afferrarLo senza il timore di perderci e cadere? Solo la speranza di rimanere saldi nell’Amore e nella Volontà divina è la soluzione. Riflettevo sulla diversità delle parole ESILIO גולה (Golàh) e REDENZIONE גאולה (Gheulàh) senza vocali: c’è solo una א che le distingue. La conquista dell’UNITÀ אַחְדוּת (Achdùt) interiore oltre ogni tipo di scissione pericolosa è ciò che libera, redime e salva. La א è la forza che risolve gli opposti e crea la stabilità. La gematria di גאולה ha il valore numerico di 45 come לֵב אֶחָד (Lev echàd) UN CUORE UNO e come UOMO אָדָם (Adàm). Anche nelle parole בֹּר (Bor) e בְּאֵר (Beèr) ambedue POZZO troviamo la stessa differenza. La א ci dona subito l’immagine di un pozzo pieno d’acqua viva mentre la sua assenza ci getta in manifestazioni di morte e prigionia. Anche la בִּרְְכַּת גְּאֻלָּה (Bircàt gheullàh) BENEDIZIONE DI LIBERAZIONE che si recita dopo lo Shemà’ e prima della ‘Amidàh, si basa sulla piena fede nel Signore.
La parola גְּאֻלָּה inizia con la ג, la lettera dell’espansione espressiva umana che porta fuori dall’inusuale e dà forza e termina con לה che posso interpretare 'לה (Le Hashèm) PER, VERSO HASHÉM nonché avere presente che ogni mio atto è dedito a conquistare la dimensione trascendentale che illumina e che dà quel senso di allineamento che fa sentire vivi e nell’abbondanza.
La sua radice ג א ל è un verbo שְׁלֵמִים (Shelemìm) COMPLETI nel senso che possiamo ritrovare presenti in ogni parola derivata i tre radicali. Che una preghiera di gratitudine si elevi verso il nostro גוֹאֵל (Goèl) LIBERATORE, SALVATORE e REDENTORE.
I Chasidìm di Breslav insegnano che הָאַהֲבָה הִיא הַגְּאֻלָּה (Haahavàh hi hagheullàh) L’AMORE è LA REDENZIONE, LA SALVEZZA, LA LIBERAZIONE.
שבת שלום לכולם!
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Sefirah
SEFIRÀHסְפִירָה ! La sua traduzione più immediata è CONTEGGIO o CONTA e si scrive esattamente come la parola SFERA ספֵירָה.
La radice ס פ ר esprime due temi in particolare il CONTARE לִסְפֹּר (Lispòr) e il RACCONTARE (Lesappèr) לְסַפֵּר. Da un punto di vista della Kabalàh le סְפִירוֹת SEFIROT, 10 di NUMERO מִסְפָּר (Mispàr), vengono descritte come EMANAZIONI o MANIFESTAZIONI nonché ATTRIBUTI del Divino: “gradi”, sfere, forze con le quali Hashèm esprime la sua Volontà nel mondo in ogni livello della conoscenza esistenziale. SEFIROT (plurale) סְפִירוֹת 756 hanno lo stesso valore numerico di קְרָנוֹת (Keranòt) RAGGI 756. Esse Raccontanoמְסַפְּרוֹת (Mesapperòt) la GLORIA di Dio attraverso la loro rappresentazione nell’ALBERO (della) VITA עֵץ חֵיִּים (Etz chayyìm). Nel verso 11 del capitolo 29 del primo libro delle Cronache possiamo leggere qualità sefirotiche del Signore:
לְךָ֣ ה' הַגְּדֻלָּ֨ה וְהַגְּבוּרָ֤ה וְהַתִּפְאֶ֙רֶת֙ וְהַנֵּ֣צַח וְהַהוֹד כִּי־כֹ֖ל בַּשָּׁמַ֣יִם וּבָאָ֑רֶץ לְךָ֤ ה֙' הַמַּמְלָכָ֔ה....
(Lechà Hashèm haghedullàh vehaghevuràh vehattifèret vehannètzach vehahòd chi-chol bashshamàyim uvaàretz; lechà Hashèm hammamlachàh « A Te Hashèm la GRANDEZZA (nell’albero delle sefirot CLEMENZA) e la POTENZA e la BELLEZZA-GLORIA e ETERNITÀ-VITTORIA e lo SPLENDORE poiché tutto quello che è in cielo e sulla terra è Tuo il REGNO….».
Esiste una bella connessione fra סְפִירוֹת SEFIROT 756 e l’espressione SALITA ALLA TORÀH עֲלְיָּה לַתּוֹרָה (‘Aliyyàh LatToràh) 756.
La radice ס פ ר include anche la parola סַפִּיר (Sapìr) ZAFFIRO, probabilmente un omonimo (parola che deriva dalla stessa radice ma che se ne distanzia per significato); in questo caso è sicuramente simile da un punto di vista energetico. Il midrash insegna che le prime Tavole della Legge fossero di סַפִּיר (Sapìr) ZAFFIRO : una delle pietre del PETTORALE חֹשֶׁן (Choshen) del Grande Sacerdote. Troviamo anche nella prima visione di Ezechiele la pietra di סַפִּיר (Sapìr) ZAFFIRO. Infine non voglio trascurare una parola molto importante della radice ס פ ר: LIBROסֵפֶר (Sefer- Sefarim) che vale 340 come la parola שֵׁם (Shem) NOME.
Diamo la nostra energia e presenza continua al RACCONTO סִפּוּר (Sippùr) della nostra vita e meditiamo su tutta la sua abbondanza con gratitudine.
שלום לכולם!
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Giglio
GIGLIO חֲבַצֶּלֶת (Chavatzèlet)! Anche lo Shiloni traduce così ma si fa un po’ di confusione con questo vocabolo che M. E. Artom traduce שׁוֹשַנָּה (Shoshannàh) che in genere intende ROSA.
אֲנִי חֲבַצֶּלֶת הַשָּׁרוֹן שֹֽׁושַׁנַּת הָעֲמָקִֽים
(Anì chavatzèlet Hasharòn shoshannàt ha’amakìm)
«Io (sono) il giglio dello Sharòn, la rosa delle valli».
L’autore di questo primo verso del secondo capitolo del Cantico dei cantici sembra superare questa dicotomia: il giglio viene definito una rosa della VALLE עֵמֶק (‘Émek); infatti «lo Sharòn è la grande pianura, ricca di vegetazione che si estende lungo la costa del Mediterraneo, a sud del Carmelo, sino a Giaffa» (A. Luzzatto) e la חֲבַצֶּלֶת (Chavatzèlet) viene anche chiamata ROSA DELLO SHARÒN חֲבַצֶּלֶת הַשָֹרוֹן (Chavatzèlet haSharòn).
Troviamo questa espressione nella preghiera che si recita prima della lettura dei Salmi:
וְעַל יְדֵי אֲמִִירַת תְּהִִלִּים תִּתְעוֹרֵר חֲבַצֶלֶת הַשָּׁרוֹן
(Ve’al yedè amiràt Tehillìm tit’orèr chavatzèlet haSharòn.)
«E attraverso la recitazione dei Salmi fai sorgere la rosa dello Sharòn»
(Trad. Rav S. Bekhor).
Se leggiamo il verso seguente del Cantico torna l’idea della rosa tra le spine e subito si accende dentro di noi l’immagine familiare della ROSA שׁוֹשַנָּה (Shoshannàh) che denominiamo anche וֶרֶד (Vèred).
Nel Tanàch (Bibbia) troviamo solo un’altra citazione in Isaia 35,1 che non lascia dubbi nel tradurre giglio.
וְתָגֵל עֲרָבָה וְתִפְרַח כַּחֲבַצָּלֶת
(Vetagèl ‘aravàh vetifràch cachavatzàlet)
«E gioirà la pianura e fiorirà come un giglio»!
Questo FIORE פֶּרַח (Pèrach) è della famiglia dei narcisi e si trova anche nel deserto. La חֲבַצֶּלֶת per lo più è BIANCA לְבָָנָה (Levanàh) e ci dona purezza ma è anche סְגֻלָּה (Segullàh) VIOLA, וְרֻדָּה (Veruddàh) ROSA e צְהֻבָּה (Tzehubbàh) GIALLA.
Il nome חֲבַצֶּלֶת era molto usato in Israele tanti anni fa ed era noto che influiva sul senso di giustizia e onestà in un assetto esistenziale solido anche se si diceva che le persone chiamate così avevano un grande bisogno di visibilità.
Se elaboriamo questo nome infatti, riconosciamo subito la centralità della צ, la lettera della giustizia e dell’umiltà tra l’energia di תֵּל (Tel) MONTICELLO, COLLE in fondo e il senso INTERNO tra il seno di חֹב (Chov) che apre la parola.
Ogni parola apre un mondo di riflessioni e anche חֲבַצֶּלֶת è piena di significanti col suo valore 530 ma scelgo una promessa che è proprio in sintonia con le mie riflessioni: אַצְמִִיחַ לְדָוִִד צֶמַח צְדָקָה (Atzmìach leDavìd tzèmach tzedakàh) FARÒ GERMOGLIARE PER DAVID UNA PIANTA DI GIUSTIZIA (530). Che tutti noi possiamo godere dei grandi doni della vita per sempre.
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Viola
VIOLA סָגֹל (Sagol)! Il colore VIOLA si traduce סָגֹל (Sagol)! Si insegna che la vibrazione di questa colorazione è molto sottile da un punto di vista spirituale.
La radice ס ג ל (Samech-Ghimel-Lamed) esprime il tema dell’ adattarsi, del possedere , di essere legati a…
La parola סְגֻלָּה (segullà) deriva da questa radice e si apre nel significante di CARO, TESORO, COSA AMATA. Come significato primario סְגֻלָּה (Segullà) è una QUALITA’ SPECIALE , MEDICINA e UNA FUNZIONE che porta vantaggio e positività.
In tal senso l’espressione עַם סֶגֻלָּה (‘Am Segullà) “Popolo eletto”, riferita al popolo ebraico al quale è stato richiesto di ESSERE UN POPOLO SANTO, acquista un nuovo significato e cioè un popolo che deve essere sempre pronto a crescere in consapevolezza e a prendersi la responsabilità nei confronti degli altri popoli .
E’ bello riflettere sul valore semantico-energetico di questa espressione עַם סֶגֻלָּה (‘Am Segullà) 208 perché è lo stesso di יִצְחָק (Itzchak-Isacco) : il patriarca che seppe mantenere integra la missione del padre Abramo.
!שבוע טוב
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Leone
LEONE אַרְיֵה (Arièh)! La tradizione insegna che Adamo diede i nomi ad ogni animale. La criniera dell’ אַרְיֵה deve essergli sembrata un SOLE שֶׁמֶשׁ (Shèmesh) per chiamarlo אֹר יָ ה (Or Yà h - Hashèm) LUCE DI HASHÉM.
IL RE DEGLI ANIMALI מֶלֶך הַחַיּוֹת (Mèlech hachayyòt) è il SIMBOLO סֶמֶל (Sèmel) della Tribù di יְהוּדָה (Yehudàh) GIUDA secondo le parole di benedizione del padre Giacobbe: (Genesi 49,9)
גּ֤וּר אַרְיֵה֙ יְהוּדָ֔ה מִטֶּ֖רֶף בְּנִ֣י עָלִ֑יתָ כָּרַ֨ע רָבַ֧ץ כְּאַרְיֵ֛ה וּכְלָבִ֖יא מִ֥י יְקִימֶֽנּוּ׃
(Gur Arièh Yehudàh mittèref benì ‘alìta; carà’ ravàtz chearièh uchelavì mi yekimènnu:)
<> לָבִ֖יא (Lavì) è un suo sinonimo ed è anche un nome interessante: אֵל בִּי (El bi) DIO è IN ME. Se pensiamo che vi troviamo la radice di אֱיָל (Eyàl) POTENZA è proprio coerente con questo animale che procede in accordo col ritmo dell’universo. Al femminile diventa LEONESSA לְבִיאָה (Leviàh). Solitario e dominante, l’אַרְיֵה è segno di nobiltà e maestosità ma anche rappresentativo di una pulsione sfrenata. A volte è importante ricordare la ritualità del leone che fa tre passi all’indietro prima di sferrare l’attacco: in certi momenti della nostra vita inquieta una regressione ma non dobbiamo spaventarci perché potrebbe essere semplicemente il tempo per riflettere e tornare sui nostri passi con maggiore consapevolezza del traguardo. Il suo RUGGITO שְׁאָגָה è possente e richiama l’energia di אַרְיֵה 216 come la gematria di גְבוּרָה (Ghevuràh) FORZA sempre 216. La parola LEONE può essere tradotta anche con אֲרִי e se aggiungo l’articolo הָאֲרִי (216 Haarì); non posso fare a meno di ricordare un grande kabbalista di Safed che veniva nominato così: IL LEONE e cioè Rabbì Isaac ben Salomon Luria. אַרְיֵה è un appellativo dei saggi e grandi studiosi di Torà. Anche due costellazioni, ed un segno zodiacale prendono questo nome. Il libro della Formazione collega il LEONE אַרְיֵה (Arièh) alla lettera ט. Quando ci sentiamo bene e in forze in molte lingue si traduce: Mi sento un leone!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
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H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
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H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Schiena
SCHIENA גַב (Gav)! Una piccola parola che ci illustra attraverso la ג il movimento continuo che collega l’anima al corpo. La ג infatti è un saldo PONTE גֶשֶׁר (Ghèsher) con la nostra interiorità, espressa dalla ב. La ב è una eccellente dimora che ci dà la possibilità di fare posto dentro di noi per accogliere la luce divina e l’energia della א che unifica e rende stabili. Proprio così dovremmo riconoscere la nostra SCHIENA גַב (Gav) e comportarci nei suoi confronti con quel RISPETTO כָּבוֹד (Cavòd) naturale da tenere in una casa di preghiera. Insieme ג e ב valgono 5 come la ה, la lettera dello spirituale e della presenza di Hashèm. Con le stesse lettere troviamo גֵב (Ghev) un piccolo BACINO מִקְוֶה (Mikvèh) di ACQUA; infatti הַגַּב (Haggav) la nostra schiena, è la nostra parte sconosciuta, quella che non vediamo senza l’aiuto di uno specchio! È la parte a noi nascosta, inconscia. Anche la parola VAPORE אֵד (Ed) è legata profondamente all’acqua e all’uomo prima della sua formazione. “E un vapore (un umido) saliva (salì lett.) dalla terra..” וְְאֵ֖ד יַֽעֲלֶ֣ה מִן־הָאָ֑רֶץ (Veed ya’alèh min-haarètz Genesi 1,6). Per la Metamedicina il גַב rappresenta insieme alla COLONNA VERTEBRALE עַמּוּד הַשִּׁדְרָה (‘Ammùd hashshidràh lett. Colonna della DIFFUSIONE ש ד ר - spina dorsale) la protezione, il sostegno ma anche il nostro mantenerci in vita. Ci sono autori che riconoscono il גַב propriamente detto nella zona Toracico-dorsale con le sue 12 VERTEBRE חוּלִיוֹת (Chulyòt), numero che insegnano i maestri essere le 12 lettere normali. (Non si contemplano le cinque doppie e le cinque finali). Per dirla in breve, la schiena sopporta tanto ma ha una grande qualità se riusciamo a mantenerla integra: la flessibilità. Essa ci permette di muoverci, di piegarci, di agire e di incontrare il mondo nell’abbraccio. Mi risuonano le parole di una canzone dei nostri giorni di Amara e Maria Luisa De Prisco: …Ognuno ha la sua schiena per sopportare il peso di ogni scelta, il peso di ogni passo, il PESO DEL CORAGGIO מִשְׁקָל הָאֹמֶץ (Mishkàl haomètz). C’è una bellissima espressione ebraica che evidenzia tutto il suo SOSTEGNO תְּמִיחָה(Temichàh): תן לי גַב (תְּנִי fem.) DAMMI LA TUA SCHIENA! Diamoci la schiena l’un l’altro e ci sentiremo veramente forti nella nostra fede.
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Formica
FORMICA נְמָלָה (Nemalàh)! Il libro dei PROVERBI מִשְׁלֵי (Mishlè) invita il PIGRO עָצֵל (‘Atzèl) anche עַצְלָן (‘Atzlàn) ad essere simile alla נְמָלָה
לֵךְ אֶל נְמָלָה עָצֵל רְאֵה דְרָכֶיהָ וַחֲכָם
(Lech-el-nemalàh ‘atzèl, reèh derachèha vachachàm – Proverbi 6,6)
«Vai alla formica pigro, osserva le sue pratiche e (sii, diventa) saggio».
Salomone continua a parlare di questo insetto anche nei versi 7 e 8, ricordando la sua indipendenza e il suo assetto sociale che non prevede «un capitano, un ispettore o un dominatore». La נְמָלָה (Nemalàh) viene chiamata anche עֲמֵלָה )‘Amelàh) LAVORATRICE per la sua operosità e forza lavorativa: «preparerà nell’estate il suo pane e raccoglie al tempo delle messi il suo cibo». Anche l’APE דְבוֹרָה (Devoràh) operaia viene chiamata in tal modo. Un’altra denominazione viene data alla נְמָלָה : (Malàh) מָלָה CIRCONCIDENTE perché prima di sotterrare il chicco di grano o granturco o altri graminacei essa “circoncide” tronca la testa germinante per mantenerla solo come alimento fruibile. Come i nostri Maestri insegnano, la נְמָלָה dà a tutti noi un altro esempio di grande virtù e onestà: essa sa riconoscere il possesso di un’altra נְמָלָה e non lo tocca per nessuna ragione. Sembra dirci: -Quello che è tuo è tuo! La radice ג ז ל che esprime il RUBARE tout court non viene espresso in nessuna forma. FURTO, RAPINA גָּזֵל (Gazèl). Le FORMICHE נְמָלים (Nemalìm) conoscono le parole di Isaia (61,8):
כִּ֣י אֲנִ֤י ה֙' אֹהֵ֣ב מִשְׁפָּ֔ט שֹׂנֵ֥א גָזֵ֖ל
(Chi Anì Hashèm ohèv mishppàt sonè gazèl)
«Poiché Io, il Signore amo il diritto e odio il furto»!
Forse נְמָלָה ci ricorda con la sua ה finale il lato femminile della “GRANDE MADRE” che è sempre un PORTO נָמָל (Namàl) sicuro. Non poteva quindi mancare la מ in questa parola che ci offre tanti stimoli di rigenerazione.
La ל conferma la validità di tutti gli insegnamenti ricevuti. Apre la parola la נ lettera esprimente l’UMILTÀ עֲנָוָה ma anche la BASSEZZA נְמִיכוּת (Nemichùt). A noi la scelta.
Interessante rilevare che la gematria di נְמָלָה 125 corrisponda anche alla sua più evidente qualità con l’aggettivo נָעָה (Na’à 125) che significa essere sempre in movimento.
Salomone si riferisce specificamente al pigro nelle sue meditazioni ma chi di noi a volte non si lascia andare alla noia o ad attività inutili per il nostro percorso esistenziale? Ogni volta che ci viene voglia di calpestare una formica, alziamo il piede e ringraziamola per la sua saggezza proverbiale ma non dovremmo fare come loro quando assalgono chi non fa parte del loro formicaio. Siamo forse diversi dalle formiche quando aggrediamo i nostri vicini? Albert Einstein dichiarava: - “Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”!
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Medicina
MEDICINA רְפוּאָה (Refuàh)! Il suo sinonimo più comune è תְּרוּפָה (Terufàh) e רְפוּאָה è anche tradotta con GUARIGIONE. La radice in campo di questi termini è ר פ א (Resh-Pe’-Àlef). La sua energia riempie l’ottava benedizione della preghiera dell’’Amidàh nella quale si richiede al Signore la guarigione: GUARISCICI רְפָאֵנוּ (Refaènu) 'ה (Hashèm) E SAREMO RISANATI (Venerafè) וְנֵרָפֵא; […] E PROCURI GUARIGIONE מַרְפֵּא (Marpè) a tutti i nostri mali, a tutti i nostri dolori e a tutte le nostre piaghe. Poiché un Dio risanatore misericordioso e fedele (sei) Tu. Benedetto Tu Hashèm che guarisce i malati del Suo popolo Israele. Infine per due volte troviamo la parola רוֹפֵא (Rofè) DOTTORE, MEDICO, RISANATORE, GUARITORE ma anche il presente di GUARIRE לִרְפֹּא (Lirpò) per il singolare maschile. Come si nota si ripete questa radice per cinque volte come il numero delle volte in cui compare la parola LUCE אוֹר (Or) nel momento della sua creazione e le volte che compare la parola מָן (Man) MANNA nel primo episodio che la accoglie. Se elaboriamo la parola MEDICINA רְפוּאָה (Refuàh) si può subito riconoscerla: פֶּה אוֹר (Pèh or) BOCCA DI LUCE. Interessante anche l’elaborazione fatta da G. Lahy sulla radice פ א ר anagramma di ר פ א che ci porta nel tema dello splendore fino a riconoscere la sesta sefiràh che è la BELLEZZA תִּפְאֶרֶת (Tifèret) indice di armonia ed equilibrio. Questa descrizione ci conduce per mano nel tema della vera salute: la luce e la sacralità devono riempire ogni giorno della nostra vita בְּאוֹר הַחַיִּים (Beòr hachayyìm) NELLA LUCE DELLA VITA; e come ci insegna l’espressione וּבְיָדְךָ כֹחַ וּגְבוּרָה (Uveyadechà còach ughevuràh) E NELLA TUA MANO (vi è) FORZA E PRODEZZA che evidenzia lo stesso valore numerico di רְפוּאָה sia nel senso di MEDICINA che di GUARIGIONE e cioè 292. Anche il nome dell’arcangelo רְפָאֵל Refaèl si fregia di questa radice. רְפוּאָה: la ר ci aiuta a prendere consapevolezza del nostro esistere al di là della malattia, agendo sul perpetuo desiderio di ritrovarci di nuovo. La פ segue, legittimando le parole della bocca ma è anche essere פֹּה (pòh) QUI. Esserci, osservarci! La ו trasforma e congiunge alla א che è la voce dell’unità tout court e ci stimola a conquistare la nostra equanimità. La relazione ci fa sani. Chiude la ה, la stessa lettera che nel suo sinonimo di הַחְלָמָה (Hachlamàh) GUARIGIONE incorona le lettere di MALATTIA מַחֲלָה (Malattia) e risana con la sua naturale propensione alla preghiera. La consapevolezza del nostro stato di sofferenza cura e guarisce ed è per questo che il Signore non vuole permettere nel capitolo 6,10 di Isaia che i peccatori vedano, ascoltino, che i loro cuori comprendano; tornino al bene e siano risanati.
Rimaniamo in ascolto e interveniamo senza indugio alle richieste del nostro essere.
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Perdono
PERDONO סְלִיחָה (Selichàh)! Nel mese di Elul inizia il tempo delle סְלִיחוֹת (Selichòt)! È il tempo di preparazione alle feste solenni attraverso la richiesta di ricevere il PERDONO סְלִיחָה (Selichàh).
Questa parola viene tradotta anche per chiedere SCUSA.
Il sinonimo di PERDONO סְלִיחָה (Selichàh) è מְחִילָה (Mechilàh).
PERDONARE con questa radice לִמְחֹל (Limchòl מ ח ל) significa non solo perdonare ma anche RINUNCIARE.
Affrontiamo la parola MALATTIA מַחֲלָה (Machalàh) anche alla luce di questo significante: l’informazione che arriva chiara è che quando ci ammaliamo è perché forse rinunciamo a qualcosa di molto importante per l’espressione del nostro esistere. In qualche modo non riusciamo a PERDONARCI fino in fondo perché ancora siamo dominati dal nostro giudizio. I nostri maestri insegnano che il VUOTO חַלָּל (Challàl) che produciamo per questo atteggiamento insano sia vuoto di Santità e propenso al profano חֹל (Chol).
Infine vorrei ricordare che לִמְחֹל PERDONARE è anche DANZARE. Il PER DONO è una danza del cuore che in primis è soprattutto un dono per noi.
Buona riflessione a tutti!
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Precetto
PRECETTO, COMANDO מִצְוָה MITZVÀH! La sua radice è צ ו ה (Tzàdi-Vav-He’) COMANDARE, ORDINARE, DECRETARE. La ו collega come sempre il cielo con la terra e in questo caso lo צַדִּיק tzaddìk, il GIUSTO con la divinità, espressa dalla ה'. I Maestri legano מִצְוָה (Mitzvàh) anche alla radice צ ו ת (Tzàdi-Vav-Tav) che esprime AGGREGAZIONE e UNIONE. Questa è l’aspirazione di tutti coloro che partecipano con gioia alle MITZVOT מִצְווֹת (Mitzvòt) per conquistare quel legame col divino che riempie lo scandire del loro tempo ordinario e sacro. Quando incontriamo questa parola, diventa chiara l’espressione dei nostri maestri che non esiste LIBERTÀ se non nella VOLONTÀ di DIO. Questa ci impone un ulteriore comando di compartecipazione con l’ALTRO: צֶוֶת (Tzèvet) si traduce GRUPPO di PERSONE, SQUADRA che opera insieme per uno scopo comune. Oggi useremmo il termine team, equipe, staff per spiegare velocemente questo vocabolo. Ci aiuta a coniugare questi due significanti della parola מִצְוָה (Mitzvàh) il suo valore numerico che è 141, lo stesso di א ס ף che introduce RACCOGLIERE, RIUNIRE e la parola הַקּוֹל (Hakkòl) LA VOCE 141! È interessante rilevare che anche מַאֲמִין (Maamìn) CREDENTE ((Io) credo, (tu) credi, egli crede) e נֶאֱמָן (Neemàn) FEDELE hanno lo stesso valore semantico-energetico di מִצְוָה (Mitzvàh). Quando ci si VOLGE פּוֹנֶה (Ponèh,141) verso la nostra interiorità e ci si ascolta profondamente, si comprende il passo dei Proverbi 19,16:
…. שֹׁמֵר מִצְוָה שֹׁמֵר נַפְשׁוֹ
(Shomèr mitzvàh, shomèr nafshò)!
“Chi si attiene al comando di Dio preserva se stesso”
(Letteralmente: Chi osserva la מִצְוָה (Mitzvàh), (ש מ ר - שׁוֹמֵר ) OSSERVA,CUSTODISCE, PROTEGGE la propria anima (Vita).
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Nel post: מִצְוָה גְדוֹלָה לִהיוֹת בְּשִֹמְחָה תָּמִיד
(Mitzvàh ghedolàh lihiòt besimchàh tamìd)
Una grande Mitzvà (è) ESSERE (IN) NELLA GIOIA SEMPRE.
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Colore
COLORE צֶבַע (Tzèva’)! La lettera צ (Tzàdi), viene denominata nella lingua orale צַדִּיק (Tzaddìk) GIUSTO!!
Essa apre la parola COLORE צֶבַע (Tzèva’) e le dona la possibilità di accedere ai mondi infiniti dell’immaginazione e della sublimazione.
Nel COLORE צֶבַע (Tzèva’) non poteva mancare la ע (‘Àyin) che è la percezione visiva, accolta nella ב (Bet-Vet in questo caso), contenitore delle trasformazioni vibrazionali dei colori in seno alla natura. Il giallo del sole nell’unione col cielo tingono il mondo di innumerevoli verdi e così riusciamo a riscaldarci con la miriade di colori dei fiori che rendono la nostra vita piena di gioia.
Se cambiamo l’ordine delle lettere di COLORE צֶבַע (Tzèva’), leggiamo una parola naturale ma difficile da elaborare עֶצֶב (‘Étzev) TRISTEZZA che si nutre di colori cupi ma anche NERVO il vettore per eccellenza della nostra sensibilità e comprensione. Il valore semantico ed energetico di צֶבַע è 162 come l'espressione הַכָּל זְמָנִי (Haccòl zemanì) TUTTO (è) TEMPORANEO.
Alimentiamoci coi colori vibranti della vita!
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Casa
CASA בַּיִת (Bàyit)! Una piccola grande parola! Manifesta appieno la lettera ב בֵּית (Bet) che esprime l’apertura di una casa, archetipo di tutte le dimore. Preserva integra l’energia unificante e potente dell’Alef א. Se amplifichiamo il suo significato, troviamo FAMIGLIA e TRIBÙ e anche DONNA e UTERO.
Nel piccolo conto o piccola gematria dove si riducono i numeri in unità la parola CASA בַּיִת (Bayìt) vale 7 ז = 10 י ת 400 ב 2 = 4+1+2= 7.
Questo numero è connesso alla sacralità dello שַׁבָּת (Shabbàt) e alla lettera ז che è legata al RICORDO זֵכֶר (Zechèr ז כ ר ).
Il suo costrutto בֵּית (Bet) accompagna la denominazione di luoghi importanti: בֵּית הַמִּקְדָשׁ (Bet hammikdàsh) Il SANTUARIO, בֵּית הַכְּנֶסֶת SINAGOGA,TEMPIO (Bet hacchèneset), בֵּית הַסֵּפֶר (Bet hassèfer) la SCUOLA, letteralmente CASA del LIBRO ecc.
Nella preghiera si entra in una casa che giace profonda nel nostro cuore e contiene il ricordo nostalgico di una CASA בַּיִת (Bàyit) altra che è sempre pronta ad accoglierci come nostra vera casa. Tornare a casa!
Non a caso בַּיִת ha lo stesso valore energetico semantico 412 dell’ espressione 'אוֹת ה (OT HE’) LETTERA HE’ ma anche segno, sigillo, prodezza, miracolo della 'ה . Il suono del nostro respiro vibra e risuona col divino.
L’interiorità della ב incontra il metafisico della י in sincronia con il potere realizzante di una coscienza senza costrizioni della ת.
Anche l’ASTUCCIO che contiene le parole sacre dello שְׁמַע Shemà’, relative al precetto della מְזוּזָה MEZUZÀH si chiama בַּיִת. Esso viene collocato al di sopra dei 2/3 dell’altezza dello STIPITE della porta d’ingresso e di ogni stanza dove si vive alla destra di chi entra. Questo uso antico e attuale riempie ogni luogo di BENEDIZIONE בְּרָכָה (Berachàh) e protezione dall’Alto.
ּוכְתַבְתָּם עַל מְזֻזוֹת בֵּיתֶךָ וּבִשְעָרֶיךָ
(Uchtavtàm ‘al mezuzòt betècha uvish’arècha).
«E le scriverai sugli STIPITI della tua casa e sulle porte delle tue città». (Prima parte dello Shemà’: Deuteronomio 6, 4-9 in particolare 9 nella parashà di Vaetchannàn. Seconda parte dello Shemà’ Deuteronomio 11, 13-20 e in particolare 11,20 nella parashà di ‘E’kev).
Israele, הַבַּיִת (Habbàyit) LA CASA, è di tutti coloro che desiderano vivere lì in PACE שָׁלוֹם SHALÒM!
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Segno
SEGNO אוֹת (ot)! SEGNO di RICONOSCIMENTO, SIMBOLO, SIGILLO, TESTIMONIANZA, MIRACOLO, PRODIGIO fino a giungere al significante di MEDAGLIA מֶדַלְיָה come SEGNO di ECCELLENZA. Parole che designano אוֹת la LETTERA (ebraica), come loro sinonimo. Quanta energia in campo! La א si congiunge alla ת con l’aiuto della ו: La prima e l’ultima lettera insieme nella danza del destino umano. Il cerchio si congiunge per riaprirsi istantaneamente in un tempo senza chiusure dei canali esistenziali ed esperienziali. SEGNI אוֹתוֹת (Otòt) si differenzia nel plurale da אוֹתִיּוֹת (Otiyyòt) LETTERE. Nello Shemà’ il termine SEGNO אוֹת (ot) è prezioso per rendere comprensibile una grande mitzvàh: i תְּפִלִּין (Tefillìn) FILATTERI. Le parole preziose che la precedono devono essere legate “come SEGNO אוֹת sul tuo braccio”: la תְּפִלַּת יָד Tefillàt yad e a seguire: “E siano frontali fra i tuoi occhi”: תְּפִלַּת רֹאשׁ Tefillàt rosh (CAPO). Il braccio e la testa in confluenza fedele per tenere un contatto stretto con la Toràh. Ogni mattina gli uomini si legano queste due scatolette sacre di pelle di animale permesso con l’aiuto di sottili stringhe eccetto nel giorno dello Shabbàt. Esse contengono quattro brani della Toràh. I FILATTERI תְּפִלִּין insieme alla מְזֻּזָה (Mezuzàh) e allo צִיצִית (Tzitzìt) FRANGIA del Tallìt טַלִּית MANTO di preghiera sono definiti OGGETTI ESTERNI.
La gematria 570 (ת 400 +80פ+ 30 ל+10י +נ(ן)50= 570) dei תְּפִלִּין mette in stretto legame con l’espressione: מוֹדֶה אֲנִי לְפָנֶיךָ מֶלֶךְ חַי וְקָיָם (Modèh anì lefanècha mèlech chay vekayàm) RINGRAZIO IO DÌ FRONTE A TE RE VIVENTE ED ESISTENTE!570 (55 + 61+190+90+18+156=570)
In effetti c’è sempre e solo una parola al nostro risveglio: תּוֹדָה Grazie! Le lettere ebraiche אוֹתִיּוֹת (Otiyyòt) sono proprio il SEGNO אוֹת (ot) creativo e comunicativo con l’Alto! Non dimentichiamo il segno אוֹת (Le’olàm) לְעוֹלָם IN ETERNO dello shabbat שַׁבָּת! Chi non ricorda l’אוֹת (Ot) sulla fronte di Caino? Voglio terminare con un ricordo di speranza e salvezza per tutti noi: IL SEGNO-PATTO (Ot-Berit) אוֹת בְּרִית dell’ARCOBALENO che ci rasserena e suscita meraviglia dopo ogni pioggia.
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Sofferenza
SOFFERENZA סֵבֶל (Sèvel)! Non poteva mancare la ס (Sàmech)! Essa dà l’avvio a questa parola, aprendoci subito il cuore alla speranza che Hashèm sia sempre Presente col Suo sostegno e appoggio alla ricerca di una ב (Bet- בַּיִת casa) accogliente nel momento del dolore. Essa ci permette di prendere contatto con la nostra interiorità e accogliere la luce divina anche nei momenti più duri perché esprime il segno della benedizione. La ל (Làmed) insegna. Non abbiamo altra scelta o לִסְבֹּל (Lisbòl) SOFFRIRE o prendere coscienza del nostro essere senziente spirituale che va riconosciuto e nutrito. Siamo esseri spirituali pensanti, dotati di parola che agiscono a volte senza il riconoscimento pieno della nostra origine divina e questo ci fa ammalare. È sempre una riflessione importante prendere in considerazione la parola מַחֲלָה Machalàh): מַ חָל ה' (Ma(h) מה Chal He’) COSA ACCADE nell’anima, nella parte spirituale (psichica)?
Interessante l’espressione סֵבֶל הַיְרֻשָּׁה (Sèvel hayyerushshàh) Lett. Sofferenza dell’eredità: ATAVISMO. Siamo in qualche maniera dipendenti dal concetto atavico della salute e rompere schemi mentali ambientali in linea col costrutto moderno dell’epigenetica, può renderci più sani.
La radice ס ב ל oltre a esprimere appieno ogni forma di SOFFERENZA סֵבֶל (Sèvel), manifesta l’ APPACIFICARSI CON לְהַשְׁלִים עִם (Lehashlìm ‘Im –שָׁלוֹם ) e il POTER CAPIRE. Anche PAZIENZA סַבְלָנוּת (Savlanùt) e סוֹבְלָנוּת (Sovlanùt) SOPPORTAZIONE, derivano dalla stessa radice. Il PAZIENTE סַבְלָן(Savlàn) sostiene con lo spirito ciò che il סַבָּל (Sabàl) FACCHINO sostiene fisicamente. La sofferenza è a braccetto con il DOLORE כְּאֵב (Cheèv) che è COME UN PADRE כְּאַב (Cheàv)!
Il valore numerico di סֵבֶל (92) ci allerta nell’avvicinarci al termine פַּחַד (Pàchad) PAURA sempre 92 perché questo sentimento può indebolirci mentre ricordare חַסְדְךָ LA TUA BONTÀ (92) ci spinge avanti.
Non dimentichiamo come Si presenta il Signore in Esodo 6,7:
וִֽידַעְתֶּ֗ם כִּ֣י אֲנִ֤י ה֙' אֱלֹ֣קֵיכֶ֔ם הַמֹּוצִ֣יא אֶתְכֶ֔ם מִתַּ֖חַת סִבְלֹ֥ות מִצְרָֽיִם׃…..
(…Vida’ttèm chi Anì Elokechèm hammotzì etchèm mittàchat sivlòt Mitzràyim.)
«E riconoscerete che Io sono il Vostro Dio che vi fa uscire dalle SOFFERENZE (fardelli, asservimenti) d’Egitto».
Quanto סֵבֶל (anche סִבְלוּת Sivlùt) ha sostenuto il popolo ebraico prima di riuscire a gridarlo nella giusta maniera e far sì che fosse ascoltato?
Impariamo a chiedere! Solo allora saremo ascoltati.
שלום לכולם!
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H. Aboav – A. Comes, La notte dei ricordi, Castelvecchi, 2025.
Per ordinarlo: https://kiryatsefer.it/prodotto/notte-dei-ricordi-la/
H. Aboav, “Crescere con le radici delle parole ebraiche”, Castelvecchi, 2020.
H. Aboav, “Le voci delle parole ebraiche“ Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2022. Per ordinarlo:
https://kiryatsefer.it/prodotto/le-voci-delle-parole-ebraiche/
H. Aboaf,” עַתָּה (‘Attàh). Il Tempo delle parole ebraiche”, Edizioni Nadir Media, Prefazione di Annalisa Comes, 2024. (Per ordinarlo : alla libreria ebraica di Roma Keriat Sefer: http://www.Kiryatsefer.it/).
Consolazione
CONSOLAZIONE נֶחָמָה (Nechamàh)! Presenza attiva nell’incontro dell’altro e nei confronti di se stesso nei momenti difficili in cui ci si prende cura dell’anima. Traduciamo נֶחָמָה (Nechamàh) anche come REDENZIONE גְאֻלָּה (Gheullàh) e come RESURREZIONE DEI MORTI: יוֹם הַנֶּחָמָה (Yom hannechamàh) GIORNO DELLA REDENZIONE. La sua porta (le prime due lettere) נח accoglie il significante di נָח riposante , infatti נ ו ח ci introduce al tema del RIPOSARE, TROVARE REQUIE, FACILITARE. Anche il nome Noè נֹחַ (Nòach) deriva da questa radice. Queste lettere נח favoriscono una domanda: ? מָה (Màh). COME SI TROVA IL VERO RIPOSO INTERIORE? Quando ci si arrenderà a comprendere la nostra vera natura divina e la nostra unicità? Non sottovalutiamo che CONSOLAZIONE נֶחָמָה (Nechamàh) è proprio vicino a מְנוּחָה (Menuchàh) RIPOSO, SERENITÀ, PACE: stesse consonanti.
La sua radice quindi è נ ח ם e si esprime oltre a CONSOLARE, a FACILITARE e a TRANQUILLIZZARE nel significante di DESISTERE, TORNARE SULLE PROPRIE DECISIONI e …”stranamente” al DESIDERIO di VENDICARSI? Vi lascio a questa riflessione e a un passo di Isaia (66, 13):
כְּאִ֕ישׁ אֲשֶׁ֥ר אִמּוֹ תְּנַחֲמֶ֑נּוּ כֵּ֤ן אָֽנֹכִי֙ אֲנַ֣חֶמְכֶ֔ם וּבִירֽוּשָׁלִַ֖ם תְּנֻחָֽמוּ
(Cheìsh ashèr immò tenachamènnu chèn Anochì anachemchèm
uvirushalaim tenuchàmu).
«Come (Al modo che) un uomo è consolato da sua madre così Io vi consolerò e in Gerusalemme avrete (troverete) consolazione».
DIETRO LE NUVOLE C’É SEMPRE IL SOLE! (H. Aboaf 2020)
שבוע טוב!
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Il giorno dell’amore
TU BEAV ט"וּ בְּאָב (15 di Av)! Oggi ricorre IL GIORNO DELL’AMORE יוֹם הָאַהָבָה (Yom haahavàh)! Il numero 15 si compone con la lettera ט 9 + ו 6 = 15. (Non si usa י10 + ה5 perché sono lettere che formano un Nome divino; avviene anche per il numero 16 che si scrive per la stessa ragione ט"ז 9+7). I nostri maestri hanno affermato che non ci sono stati giorni buoni in Israele come TU BEAV ט"ו באב e il giorno di Chippùr. Il giorno della ricerca, della promessa e del compimento della coppia viene eguagliato al giorno del perdono. Ogni fanciulla usciva a danzare nelle vigne, vestite di bianco con abiti prestati all’insegna della bellezza e della purezza al di là delle differenze. L’amore rende tutti identici. La tradizione racconta che l’uomo è la sua anima: il suo corpo è solo una vestizione. Essa è maschile e femminile nella sua genesi e solo quando s’incarna esprime la mezza parte maschile o la mezza parte femminile. Innamorarsi e accoppiarsi è realizzare la riunione dell’anima primaria. A TU BEAV ט"ו באב (15 di Av) la luna è piena e caratterizza il popolo ebraico. In quel giorno si aprivano le tribù! Occasione straordinaria. I commentatori ci hanno insegnato che la collera di Dio nei confronti del popolo ebraico nel deserto dopo l’episodio sconfortante dei 12 esploratori (9 di Av), si quieta. Hashèm torna a colloquiare con Mosè con amorevolezza proprio in questo giorno. Un giorno di riapertura e promessa di futuro: il giorno designato dalla mistica ebraica come il giorno che vedrà la ricostruzione del Tempio. La gematria di questa data ha un valore di 20 che ci collega alla benevolenza della lettera כ che ricorda l’accoglienza della ב 2 casa, famiglia e della buona riuscita nello scambio. Le parole di Shir Hashirim, il Cantico dei Cantici 3,11 consacra l’energia di questo giorno:
בְּי֣וֹם חֲתֻנָּת֔וֹ וּבְי֖וֹם שִׂמְחַ֥ת לִבּֽוֹ
(Beyòm chatunnatò uveyòm simchàt libò).
«Nel giorno del suo matrimonio e nel giorno della lietezza del suo cuore».
Ancora oggi in Israele si festeggia questo giorno con grandi manifestazioni d’amore in ogni contesto.
Un detto che rappresenta questo giorno dichiara:
בַּמָּקוֹם שֶׁיֵשׁ בּוֹ אַהֲבָה גְדוֹלָה תָּמִיד יֵשׁ נִסִּים
(Bammakòm sheyyèsh bo ahavàh ghedolàh tamìd yesh nissìm!)
«Nel luogo dove c’è un grande amore, sempre (ci sono) avvengono miracoli»!
וט"וּ בְּאָב שמח לכולם! שבת שלום
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